Palio di Siena

Cronache dei Palii del 1945


2 LUGLIO 1945


Dopo la forzata parentesi, determinata dalla IIª Guerra Mondiale, Siena si ritrovò tutta sul Campo per l'assegnazione e dei cavalli nel tradizionale giorno di S.Pietro e Paolo.
La guerra era finita solo da un mese, ma ciò non era certo visibile nei volti ora irati ed ora gioiosi dei contradaioli che seguivano il sorteggio; l'eredità di distruzione e di odii che il conflitto si era lasciata dietro aveva profondamente turbato l'animo dei senesi; ma in quei giorni venne ritrovato quello spirito che ci è proprio, le vendette o le persecuzioni lasciarono il posto a sentimenti di amore e di fratellanza.
Nella mattina della tratta vennero effettuate solamente tre prove che videro vittoriosi rispettivamente Stella, Salomè e Montecucco.
I cavalli prescelti furono:
1) Salomè; 3) Stella; 5) Giuliana; 6) Eris; 9) Bozzetto; 10) Dora; 13) Montecucco; 14) Mughetto; 15) Folco; 16) Fontebianca;
e vennero assegnati:
1) Bruco; 3) Leocorno; 5) Drago; 6) Oca; 9) Pantera; 10) Tartuca; 13) Selva 14) Lupa; 15) Giraffa; 16) Chiocciola.
La prima prova fu vinta dalla Contrada del Bruco, mentre la seconda e la terza dal Drago e dalla Lupa.
Queste prove, come spesso si sente ripetere dai "nostri vecchi", erano corse entusiasmanti dato che quasi tutti i fantini impegnavano il proprio cavallo. Si assisteva perciò a delle corse spettacolari che suscitavano emozioni ai contradaioli, e facevano coltivare nuove speranze per le contrade deluse dalla sorte, che vedevano il proprio cavallo competere con altri molto più quotati.
La quarta prova, come pure la provaccia, fu vinta dalla Pantera, e la prova Generale non venne effettuata per l'inclemenza dei tempo. Intanto ci si avvicinava al Palio e, tutte le speranze, le gioie ed i dolori stavano per rivivere, nella stupenda Piazza del Campo.
Quella sera Siena si vestì a festa; le bandiere che ornavano la nostra città, parevano agli occhi di coloro che mai le avevano dimenticate, ancora più belle: il miracolo della storia stava per rivivere e forse, mai come allora, il Suo significato era parte di un popolo.
Alla fine della Passeggiata Storica i Barberi uscirono dall'Entrone; la sorte chiamò fra i canapi le Contrade con il seguente ordine:
1) Leocorno - Stella - Fernando Leoni (Ganascia); 2) Giraffa - Folco - Tripoli Torrini (Tripolino); 3) Pantera - Bozzetto - Gino Calabrò (Rubacuori); 4) Chiocciola - Fontebianca - Ferruccio Funghi (Porcino); 5) Oca - Eris - Primetto Cortigiani (Ciambella); 6) Bruco - Salomè - Primo Arzilli (Biondo); 7) Selva - Montecucco - Pietro De Angelis (Pietrino); 8) Drago - Giuliana - Priamo Ducci (Morino); 9) Tartuca - Dora - Parigi Colombini (Pisano); 10) Lupa - Mughetto Lorenzo Provvedi (Renzino).
Il fantino della Lupa "Renzino", che era al suo primo Palio, fu chiamato ad entrare di rincorsa, ed invece di lanciare il cavallo entrò al passo tra i canapi. Questa manovra ingannò i fantini dell'Oca e della Tartuca che fiancarono in anticipo e caddero. La mossa fu così invalidata e le Contrade rientrarono tra i canapi nel medesime ordine. Quando Renzino, che evidentemente non aveva ben capito i compiti che spet- tano alla rincorsa, entrò nuovamente al passo tra i canapi, fu la volta della Selva a farne le spese ed a cadere rovinosamente in terra.
Alcuni contradaioli esasperati dalla lunga attesa lanciarono invettive contro il mossiere e le forze dell'ordine dovettero sedare alcuni ten- tativi di invasione della pista.
I Barberi intanto rientrarono ancora nello stesso ordine e la terza mossa fu finalmente considerata valida dato che tutto si svolse regolarmente. Il primo giro fu estremamente confuso e diverse contrade si alternarono al comando, poi la corsa assunse una fisionomia più precisa e la Giraffa si portò in testa seguita a breve distanza dalla Lupa. Praticamente la corsa fu caratterizzata dal duello tra queste due contrade per ben due volte, infatti, la Lupa passò in testa e fu nuovamente superata dalla Giraffa.
Mentre alle altre contrade non rimaneva altro che disputarsi, al terzo giro la Lupa passò nuovamente e con una progressione stupenda tagliò per prima il bandierino distanziando notevolmente le altre contrade.
Scene di giubilo e di disperazione seguirono alla stupenda Carriera; il Rione vincitore si imbandierò, ma la gioia e la festa di quella sera non significavano solo il tripudio di una contrada: erano la gioia di un popolo che poteva continuare a vivere.
La guerra con tutto ciò che aveva portato sembrava ormai lontana, si poteva sperare in un avvenire migliore.

16 agosto 1945


Il Palio del 16 agosto iniziò con un fatto curioso: dei 13 cavalli che erano stati presentati all'Entrone ne vennero dichiarati idonei a correre solamente 10: Lampo, Rondinella e Girardengo vennero scartati dal Veterinario comunale prima ancora di poter effettuare le batterie di selezione. La Tratta si svolse ugualmente e le tre prove furono vinte da Giuliana, Dora e Folco.
I cavalli che risultarono idonei furono:
7) Bozzetto; 3) Giuliana; 5) Fanfara; 4) Eris; 1) Salomè; 13) Mughetto; 9) Lola; 2) Isola Farnese; 11) Folco; 10) Dora;
e vennero assegnati:
7) Montone; 3) Tartuca; 5) Nicchio; 4) Chiocciola; 1) Istrice; 13) Giraffa; 9) Leocorno; 2) Drago; 11) Civetta; 10) Torre.
La mossa della prima prova fu ritardata dai barberi della Giraffa e del Nicchio che non volevano entrare tra i canapi; quando i due cavalli si decisero ad allinearsi tutte le Contrade, ad eccezione del Nicchio che rimase fermo, partirono a gran carriera. A S.Martino girò prima la Tartuca, ma il suo fantino, che era entrato troppo velocemente nella difficile curva, cadde; il cavallo scosso tra l'incitamento e la simpatia della folla, continuò la sua corsa vincendo la prova seguito da Giraffa, Istrice e Civetta.
Al fantino della Tartuca, prontamente trasportato all'ospedale, venne riscontrata una forte contusione all'ossa sacrale e, ricoverato, fu giudicato guaribile in 20 gg. s. c.
La seconda prova fu caratterizzata da una brillante partenza della Torre che restò prima per un giro. Al passaggio dal bandierino venne superata dalla Giraffa e dall'Istrice che giunsero nell'ordine seguite da Tartuca, Drago e Nicchio.
Da notare che durante questa prova il fantino della Tartuca cadde nuovamente imitato da quello del Drago. Le restanti prove non riservarono eccessive emozioni perchè le Contrade non impegnarono quasi mai il proprio cavallo. La prova Generale fu comunque vinta dalla Civetta, mentre le restanti furono tutte dominate dalla Contrada dell'Istrice.
La sera del Palio, dopo la consueta passeggiata storica, le contrade uscirono dall'Entrone avviandosi verso la Mossa. L'allineamento tra i canapi fu il seguente: 1) Tartuca - Giuliana - Amaranto Urbani (Amaranto o Boccaccia); 2) Montone - Bozzetto - Ferruccio Funghi (Porcino); 3) Drago - Isola Farnese - Gino Calabrò (Rubacuori); 4) Civetta - Folco - Primo Arzilli (Biondo); 5) Leocorno - Lola - Angelo Serio (Pirulino); 6) Torre - Dora - Fernando Leoni (Ganascia); 7) Giraffa - Mughetto - Giuseppe Gentili (Ciancone); 8) Chiocciola - Eris - Donato Gallorini (Donatino); 9) Nicchio - Fanfara - Alfio Tacconi (Biondino); 10) Istrice - Salomè - Mario Pieraccini (Barberino).
La Mossa, come nella prima prova, fu ritardata dal cavallo del Nicchio che, probabilmente innervosito dalla tenzione e dal gran clamore, non voleva saperne di entrare tra i canapi. Finalmente il barbero prese il proprio posto seguito immediatamente dall'istrice che era di rincorsa. La mossa fu abbastanza buona e giudicata regolare. Partì prima la Tartuca seguita nell'ordine da Civetta, Chiocciola e Giraffa mentre, le altre contrade rimasero ben presto tagliate fuori da ogni velleità di vittoria. Al primo passaggio dai bandierino le posizioni erano immutate; ben presto però la Tartuca, il cui cavallo era febbricitante, venne superata dalla Civetta e subito dopo anche da Chiocciola e Giraffa. La contrada del Castellare aveva intanto incrementato il proprio vantaggio, e nonostante un grande ritorno della Giraffa, che superava la Chiocciola e si portava al secondo posto, vinceva abbastanza agevolmente questo splendido Palio. I civettini esultanti festeggiarono degnamente la Vittoria.
In settembre la simpatica contrada si ritrovò tutta nel Castellare con i protagonisti della splendida affermazione Folco, l'Arzilli ed il Capitano Sabatino Mori ricevettero la loro meritata parte di onori. La tradizionale Cena della Vittoria concluse i festeggiamenti.

20 AGOSTO 1945


La sera stessa del Palio dell'Assunta, mentre nel Castellare si festeggiava con Bacco la bella vittoria riportata sul campo, molti contradaioli dei rioni meno fortunati si ritrovarono nella splendida Piazza del Campo per manifestare la volontà popolare di effettuare un Palio a perenne ricordo della Pace celebrata pochi mesi prima.
In verità subito dopo la cessazione del secondo conflitto mondiale, si erano avute numerose prese di posizione da parte di personaggi influenti in favore di questa proposta; questo desiderio, se aveva trovato consensiente il popolo, metteva in serio imbarazzo la Giunta Comunale.
Non bisogna dimenticare che per mancanza di materie prime persino il pane doveva essere razionato e per i pochi fondi che rimanevano a disposizione si era studiata una utilizzazione che servisse a ripristinare alcuni servizi di primaria importanza sociale. Per questi motivi la Giunta aveva cercato con ogni mezzo di rimandare la discussione sulla delicata questione evidentemente però, non aveva fatto i conti con l'intraprendenza di alcuni fra i più accesi contradaioli.
Infatti, dato che il Sindaco ed i Consiglieri non si recarono in seduta straordinaria come esigeva il popolo, essi vennero prelevati dalle loro abitazioni, portati al palazzo Pubblico e pregati gentilmente di dare il loro parere sulla questione.
Al termine della seduta, che certamente non fu molto serena, venne emesso un comunicato che deliberava di effettuare un Palio straordinario dedicato alla Pace nel mondo.
Per motivi tecnici, ed anche economici, la data della corsa fu stabilita nella domenica seguente.
La notizia fu accolta con molto entusiasmo dai contradaioli che si erano riversati nella Piazza del Campo.
La Giunta, sia pure a malincuore per le preoccupazioni economiche e organizzative che le derivavano dalla nuova incombenza, fu costretta ad accettare le richieste popolari principalmente per evitare spiacevoli incidenti. Molti contradaioli si stavano infatti organizzando per impedire la remozione della terra nella Piazza, nel caso che la Giunta avesse espresso un parere negativo.
Questo Palio, nato in un modo quantomeno insolito, conserverà queste sue caratteristiche fino all'epilogo che, come vedremo, sarà alquanto movimentato. La sera del 17, guarda caso venerdì, vennero sorteggiate le Contrade che avrebbero partecipato all'imminente Palio; sette di esse, e precisamente Drago, Torre, Nicchio, Leocorno, Tartuca, Montone e Istrice avevano preso parte anche al Palio ordinario del 16 agosto; le altre che completarono la rosa delle partecipanti furono Bruco, Pantera e Aquila. Da notare che l'Onda fu l'unica contrada a non correre nemmeno un Palio in questo anno, mentre il Drago venne estratto per ben tre volte.
Le batterie di selezione, corse nella mattinata del 18, furono ridotte a due, dato che molti cavalli avevano corso anche il Palio precedente. La prima fu vinta da Piero davanti a Lampo, la seconda da Corallina che si impose su Falchetto. L'assegnazione dei cavalli si svolse nel seguente ordine:
11) Bruco - Mughetto; 6) Drago - Folco; 3) Torre - Piero; 13) Pantera - Dora; 7) Aquila - Lola; 1) Nicchio - Falchetto; 9) Leocorno - Corallina; 2) Tartuca - Eris; 5) Montone - Lampo; 12) Istrice - Bozzetto.
La prima prova svoltasi nel pomeriggio fu corsa da 9 contrade, la Tartuca non partecipò perchè il proprio cavallo gli si era infortunato durante la Tratta. L'assenza in questo Palio di cavalli come Giuliana e Salomè, favorì ancor più Mughetto e Folco decisamente più potenti degli altri rivali. Questa superiorità venne rimarcata, se ancora ce ne fosse stato bisogno, nel corso di questa prova: Folco e Rubacuori balzati in testa alla Mossa, condussero a loro piacimento la corsa rendendo vani, fin quando forzarono l'andatura, gli sforzi degli altri cavalli. Al secondo giro, dopo che il Drago uscì volontariamente dalla scena, passò in testa l'Istrice che mantenne la posizione precedendo nell'ordine Pantera e Aquila. La prova della mattina del Palio fu vinta dalla Torre, ma nessuna contrada impegnò minimamente il proprio cavallo.
La sera del Palio un violento acquazzone impedì lo svolgimento della Corsa e non venne effettuata neppure la passeggiata storica. Questo contrattempo procurò numerosi problemi per quasi tutte le contrade; infatti alcuni cavalli che erano stati drogati dovettero essere curati e rimessi di nuovo in condizioni di poter disputare il Palio il giorno seguente.
Il pomeriggio del 20 il mal tempo cessò ed il Corteo Storico potè essere effettuato. Con alcuni accorgimenti tecnici, uniti al bel tempo si ottenne una pista abbastanza agibile la Corsa si poteva finalmente disputare. La prima busta definì l'allineamento tra i canapi che fu il seguente: Bruco, Leocorno, Nicchio, Pantera, Istrice, Montone, Aquila, Torre, Drago e Tartuca di rincorsa.
Subito dopo la partenza, la Tartuca, con uno scatto bruciante, si portò rapidamente in prima posizione, mentre alcune contrade rimasero ferme al canape.
Il mossiere fece subito segno che la mossa non era valida, ed i barberi tornarono dentro l'entrone per riuscirne subito dopo per il secondo allineamento: fu chiamato ad entrare per primo ancora il Bruco seguito da Montone, Leocorno, Torre, Nicchio, Istrice, Pantera, Aquila, Tartuca e Drago. Anche questa mossa, che aveva visto balzare ancora in testa la Tartuca, venne invalidata senza apparente motivo. Il comportamento del mossiere scatenò le giustificate proteste dei Tartuchini e, mentre la forza pubblica cercava di arginare un tentativo di invasione della pista, operando, per far ciò, numerosi arresti, il mossiere in questione fu picchiato da un noto studioso del Palio, naturalmente tartuchino purosangue. La Tartuca, orgogliosamente, si rifiutò di correre il Palio e, applaudita, uscì compatta dalla Piazza. Anche le comparse dell'Oca e dell'Onda, lasciarono il proprio posto per solidarietà con l'alleata.
Quando fu ripristinata la calma, venne aperta la busta della terza mossa e il nuovo allineamento fu:
1) Bruco - Mughetto - Primo Arzilli (Biondo); 2) Torre - Piero - Fernando Leoni (Ganascia); 3) Pantera - Dora - Donato Gallorini (Donatino); 4) Istrice - Bozzetto - Pietro De Angelis (Pietrino); 5) Nicchio - Falchetto - Alfio Tacconi (Biondino); 6) Leocorno - Corallina - Angelo Serio (Pirulino); 7) Aquila - Lola - Primetto Cortigiani (Ciambella); 8) Drago - Folco - Gino Calabrò (Rubacuori); 9) Montone - Lampo - Ferruccio Funghi (Porcino).
Al calar dei canapi scattarono in testa il Drago ed il Bruco che avevano i cavalli più forti: la loro azione, molto veloce, impedì alle altre contrade di inserirsi nella lotta per la vittoria. I fantini, conscì che il Palio era ormai a portata di mano, ingaggiarono una lotta furiosa a suon di nerbate, ma alla potenza di Folco non poteva opporsi nemmeno la rabbia di un popolo che da 23 anni aspettava di veder trionfare i propri colori. Lo splendido cavallo vinse infatti abbastanza agevolmente: anzi al terzo giro a S.Martino Mughetto stremato non riuscì neppure a curvare facendo così cadere le residue speranze dei brucaioli, ormai rassegnati ad una nuova delusione.
Lo sfogo degli sconfitti fu violento: il Palio volò in mille pezzi e in tutta la piazza si scatenarono risse e pestaggi. Rubacuori, innocente perseguitato, fu inseguito e forse anche colpito; per fuggire ad una sicura bastonatura dovette rifugiarsi nel Palazzo Pubblico dove venne assediato.
Il Drappellone distrutto fu dipinto di nuovo e fu pagato dalla contrada del Bruco.
Gli echi di quel Palio non si sono spenti ancor oggi; infatti i protagonisti di quella intensa giornata raccontano volentieri, con dovizio di particolari, cosa accadde. Sono orgogliosi di essere stati comprimari di quegli avvenimenti; alcuni conservano gelosamente un brandello di quel Drappellone, e lo fanno vedere solo a pochi intimi a testimonianza che "quel giorno" c'erano pure loro.

Testi tratti da "Il Mangia" n°32 del 2 luglio 1972, ricerche e scritti del sig. Mauro Marzucchi, foto dei drappelloni da "Pallium"