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Per comodità dei nostri lettori demmo
subito succintamente la notizia della vittoria della contrada dell'Onda nei palio di ieri.
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Fummo profeti quando l'altro giorno dicemmo che il palio di sabato scorso ci avrebbe procurate delle sorprese; infatti esso fu vinto dalla contrada della Tartuca, mentre tutte le previsioni sembravano a lei ostili. Ecco come si svolse la corsa. Alla mossa, bellissima, scapparono primi i cavalli delle contrade Leocorno e Civetta che cominciarono subito a nerbarsi vicendevolmente; degli altri cavalli migliori, scapparono quarti e quinti la Torre e la Lupa, quest'ultima trattenuta indietro dalla Torre con poderose nerbate al fantino ed al cavallo. Subito dietro a loro veniva la Tartuca, la quale, prima della voltata di S.Martino era riuscita a passare terza, giovandosi della lotta ingaggiatasi fra Torre e Lupa. Alla voltata del Casato il cavallo del Leocorno che si nerbava sempre con la Civetta, inciampava nelle gambe del cavallo di questa, e andava a cadere a pochi passi di distanza presso i palchi, mentre la Tartuca, cogliendo il destro che la Civetta per questo incidente aveva dovuto rallentare la corsa, passò prima e si mantenne tale sino alla vincita. La Lupa e la Torre giunsero alla vincita sempre unite e sempre nerbandosi a più non posso. Descrivere la gioia dei Tartuchini per questa inattesa, o per lo meno assai contrastata vittoria, è cosa da non ridirsi. Il loro fantino, in mezzo ad un numeroso gruppo di carabinieri, venne accompagnato fino alla sede della contrada, fra la più grande allegria di quei bravi popolani. Venne subito aperta ed illuminata la chiesa, come pure le stanze della contrada, dove numerosissimi visitatori si recarono ad ammirare la collezione dei palii già vinti dalla contrada e che ammontano a 35. Fra questi venne subito trovato quello vinto nell' agosto del 18O2. Così nel centenario preciso di quella vittoria, la Tartuca per combinazione ne ha vinto un'altro. Il palio del 1802 venne subito fissato ad un'asta e trasportato in giro per i rioni della contrada, insieme a quello di quest'anno. La via Tommaso Pendola, la principale della contrada della Tartuca, venne illuminata con bracciali, mentre i popolani offrivano del buon vino a tutti i visitatori che affollavano la via e la chiesa. Venne anche chiamata una fanfara cittadina che rallegrò gli abitanti del rione fino a tarda ora, suonando allegri ballabili, mentre i giovani ed anche qualche vecchio, ballavano sulla pubblica via. Ieri la comparsa della contrada, con il fantino, il cavallo ed una musica cittadina, fece il giro della città per salutare i protettori e le contrade amiche in segno di giubilo. |
La prova di sabato fu vinta dalla contrada del Montone, il cui cavallo scappato terzo passò ben presto le due contrade che aveva avanti, Torre e Civetta, mantenendosi quindi primo fino alla vincita. Il cavallo dell'Oca che aveva già raggiunto il cavallo del Montone quando questi era ancora terzo, cadde al materazzi di S. Martino. Il fantino della Torre cadde alla voltata del Casato, ma, rimontato prestamente a cavallo, riprese la corsa giungendo terzo alla vincita. La prova d'ieri mattina, detta la provaccia, fu molto combattuta fra le contrade Istrice e Civetta, due delle poche che realmente corressero, sorpassate all'ultimo giro dal cavallo dell'Oca che fece una volata alla salita del Casato rimanendo vincitore della prova. Alle ore 16,30, quando la pista di piazza V. E. venne resa libera, cominciò lo sfilamento del corteo, che, malgrado fosse ristretto alle sole dieci contrade partecipanti alla corsa, riuscì abbastanza imponente ed ordinatissimo. I congressisti della Dante Alighieri, riuniti nel palco dei Casino degli Uniti applaudirono calorosamente al passaggio del Gonfalone di Siena, applausi che si ripeterono al passaggio della comparsa della contrada dell'Oca, la quale come ognuno sa porta i colori della bandiera nazionale, ed al passaggio dello storico Carroccio. Terminato lo sfilamento del corteo e portato il palio nel palco dei giudici venne dato il segnale della corsa. Alla mossa il cavallo della Chiocciola rimase fuori dei primo canape, mentre tutti aspettavano che vi entrasse di galoppo, come sempre fanno gli ultimi chiamati. Tuttavia nel palco dei giudici venne issata la bandiera bianca e così la mossa venne dichiarata buona e continuò la corsa. Scappò subito primo il Montone seguito dalla Pantera, dalla Torre, dall'Istrice, dal Nicchio e dall'Oca. Quest'ultima che aveva un cavallo che per la salita del Casato sembrava volasse, si era notevolmente avvantaggiata; ma giunta ad cosiddetto Chiasso del Bargello, subito dopo la salita del Casato, si trovò stretta contro i palchi dalle contrade che la precedevano e cadde. Le caduta dell'Oca giovò al Montone per allontanarsi maggiormente dai cavalli della Torre, della Pantera e del Nicchio che la seguivano, e giunse primo alla vincita, in mezzo agli applausi ed alle grida di tutta la piazza. Il bellissimo Palio che porta in mezzo in testa di Dante Alighieri al naturale, maestrevolmente dipinta dall'egregio Loli-Piccolomini, venne così consegnato ai rappresentanti della contrada del Montone, mentre tutte le contrade partecipanti alla corsa, ed anche alcune di quelle che non corsero, come l'Aquila, il Drago, la Lupa e la Selva, spiegarono le bandiere per salutare la contrada vincitrice. Nel rione della contrada del Montone, presso porta Romana, venne subito fatta una illuminazione, sia nella via principale come nella chiesa, mentre i popolani, rallegrati da una musica cittadina, improvvisarono delle danze, offrendo con la loro abituale cortesia da bevere agli innumerievoli visitatori. Fra questi si notarono moltissimi congressisti con le loro signore, che rimasero lietamente meravigliati e soddisfatti dall'entusiasmo e dalla cortese ospitalità dei nostri popolani. La festa del Montone si protrasse sino alle 23, ora in cui, con la musica alla testa, quei popolani si recarono a far visita a quelli della contrada della Torre, che offrirono uno squisito rinfresco.
Intervennero alcuni agenti di P.S. che riuscirono a ristabilire il buon ordine.
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