 |
16 agosto 1996
BRUCO
|
L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei cavalli, su quelli dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine
* Fantino esordiente
1 Non corse per l'infortunio del cavallo durante la 2ª prova (cfr.)
MOSSIERE: Amos Cisi 

CAPITANO: Riccardo Pagni
RETTORE: Mauro Finetti
MANGINI: Giovanni Falciani - Fiorenzo Pecchi
BARBARESCO: Simone Manganelli
La contrada non vinceva dal 2 luglio 1955
Il fantino non vinceva dal 2 luglio 1995
** Era lo stesso cavallo che l'anno precedente aveva vinto per il Leocorno con il nome di Bella Speranza.

Dopo quarantuno anni, quindicimilaventun giorni, cinquantadue Palii corsi, ventitre fantini montati e quarantotto cavalli, il Bruco torna alla vittoria salutato dall'applauso di tutta la Piazza.
La tratta alimenta le speranze dei brucaioli che esultano per Rose Rosa, alias Bella Speranza, su cui monta il ristabilito Cianchino.
Altre favorite sono l'Oca, che ripresenta Trecciolino e Quarnero e punta decisa al cappotto, l'Aquila col rientrante Oriolu montato dal suo proprietario ed allenatore Massimino.
Oltre alla forza del cavallo altri fattori giocano a favore del Bruco, la presenza di tre coppie di rivali in Piazza, nessun'altra Contrada in piazza è a digiuno da più di dieci anni tranne la Chiocciola.
Proprio la Contrada di San Marco è costretta a rinunciare al Palio per infortunio al barbero Musetto alla seconda prova.
Infine è importante il ruolo dell'Oca, che come alternativa al cappotto ha l'allettante prospettiva di far prendere la cuffia alla Torre.
Nelle prove oltre all'incidente a Musetto, si registra l'infortunio di Pistillo nell'Onda che viene sostituito da Andrea, libero dopo la forzata rinuncia della Chiocciola. La Pantera dopo aver provato Truciolo monta Spirito e sembra orientata a ostacolare duramente l'Aquila, già nelle prove c'è qualche scintilla, la tensione fra le due rivali è altissima.
Per Amos Cisi, al suo dodicesimo ed ultimo Palio, il compito è molto difficile, a creare problemi non sono Nicchio e Montone, affiancate al primo e al secondo posto, ma Pantera ed Aquila.
Spirito non vuole saperne di stare al suo posto, cerca sempre il contatto con Massimino, due mosse vengono annullate.
Dopo qualche problema per il cavallo dell'Onda il terzo allineamento è decisivo. Quando Il Pesse si decide ad entrare Spirito trattiene Massimino per il giubbetto, entrambe le Contrade restano ferme, si corre praticamente in sette.
Partono prime Montone, Onda e Tartuca, dall'esterno rinviene fortissima la Lupa che gira prima a San Martino.
Dietro Il Pesse si fa luce il Montone, mentre il Bruco in recupero supera l'Onda.
|
| |
Al secondo San Martino, Lupa e Montone sono quasi appaiate, l'equilibrio si spezza al Casato dove Il Pesse batte nel colonnino mandando Clemente nei palchi.
Cianchino è lesto ad approfittarne e porta Bella Speranza al comando, con il Montone cadono anche Oca e Onda.
Il sogno del Bruco sta per realizzarsi, dietro c'è Il Pesse che tenta un vano recupero che si spegne all'ultimo Casato con la drammatica e fatale caduta di Solstizio d'Estate.
È Bruco dopo quarantuno anni, tocca a Cianchino ripagare la fiducia della Contrada che l'aveva lanciato, scene di gioia incontenibile si sprecano sul tufo.
A San Martino le bandiere della Torre salutano la vittoria dell'alleata, in un suggestivo intreccio di colori e passione.
Proprio la Torre diventa la "nonna" del Palio, curiosamente era accaduto già nel 1934, quando la cuffia fu ceduta alla Contrada di Salicotto dalla Civetta a secco da quarantuno anni, proprio come il Bruco in cui ora impazza la sospirata festa.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
|






















|
|
|