Vittoria annunciata e netta per la Pantera, nel Palio in cui le attenzioni della vigilia s'incentrano sull'acquisizione dei diritti televisivi da parte di un'emittente privata a scapito della RAI che aveva sempre avuto l'esclusiva.
Le prove evidenziano un grande equilibrio, anche se Uberto, nella Pantera con Massimino, dovrebbe essere in grado di fare la differenza. Fanno ben sperare Etrusco, per la terza volta nel Montone, il grigio Zucchero nella Selva e infine Oriolu nell'Aquila, in cui si rivede Aceto dopo un anno di squalifica.
La mossa è abbastanza difficile per la vicinanza di Montone e Nicchio, Cittino non molla Il Pesse, mentre Bastiano non vuol saperne di entrare nonostante i richiami del Mossiere.
Dopo quaranta minuti d'attesa, quattro allineamenti e una mossa annullata, il fantino dell'Istrice si decide a entrare.
Partono in testa Bruco e Pantera, il Nicchio ostacola il Montone che casca dopo pochi metri, la Selva parte malissimo ed è già tagliata fuori.
A San Martino cade l'Istrice, fra Bruco e Pantera s'inserisce il Nicchio, ma al Casato Trecciolino e Cittino cadono e Massimino e Uberto prendono la testa per non mollarla più.
Al secondo giro cadono Chiocciola e Selva, con Mistero che s'infortuna gravemente.
A cavallo restano solo Aceto e Cianchino, bloccati da un gruppo compatto di scossi che proteggono la cavalcata vittoriosa della Pantera.
Massimino torna al successo dopo sei anni, travolgendo un panterino festante il cui pauroso volo non ha per fortuna conseguenze.
Uberto con questa vittoria da l'addio al Palio.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
















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