Questo Palio segna in maniera tangibile l'avvento di una nuova generazione di fantini, infatti a contenderselo sono tre dei quattro debuttanti presenti fra i canapi. Scartati Rimini e Panezio, l'unico cavallo presente ad aver già vinto è Quebel che tocca alla Tartuca. Per il resto si dice un gran bene di Saputello, Urbino e Utrillo, tutti soggetti velocissimi.
Le prove sono piuttosto movimentate, nella prima Valente, nella Chiocciola, aggredisce in maniera violenta Canapino che cade, la squalifica è immediata, in San Marco arriva il giovane sardo Tremoto.
Nella Prova Generale si infortunano Spillo nella Torre e Liscio nella Lupa, a sostituirli Primula Rossa e Galletto che non hanno corso nemmeno una prova.
Il nuovo Mossiere Carlo Palmieri ha il suo bel da fare, la mossa è molto confusa. Dopo circa trenta minuti di attesa partono in testa Selva e Onda, il Drago cade dopo pochi metri.
A San Martino Ercolino gira larghissimo, Bastiano e Urbino prendono il largo, dietro i due debuttanti sardi Tremoto e Cianchino, giovane allievo di Ciancone. Al secondo San Martino la Chiocciola si avvicina alla Selva, ma Tremoto cade, resta solo il Montone a insidiare Bastiano, mentre dalle retrovie sbuca staccatissima la Tartuca.
Il vantaggio della Selva è rassicurante, Bastiano controlla da veterano il ritorno di Cianchino e si impone al suo esordio in Piazza del Campo.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

















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