Questo Palio è l'ultimo capolavoro di Beppe Gentili detto "Ciancone", uno dei migliori fantini di questo secolo.
Il "professore" di Manziana ritiene Sambrina il miglior cavallo ed è consapevole che questa può essere la sua ultima occasione per vincere, visto che ha già cinquantadue anni.
La tratta, ancora una volta ricca, pone in primo piano l'Istrice, che dopo un anno ritrova Arianna.
Alla Chiocciola tocca Topolone che ha di nuovo cambiato nome, dopo Eucalipto ed Ettore il cavallo viene presentato come Dragone essendo di proprietà della Società di Camporegio.
Proprio la Contrada di San Marco è però costretta a cambiare monta, perdendo così molte possibilità di vittoria.
Alla quarta prova Canapetta cade al canape e s'infortuna seriamente, dopo aver provato Parti e vai la Chiocciola sceglie Capretto, un giovane sardo di cui si dice un gran bene, che però a malapena conosce i colori delle Contrade.
La mossa esalta le grandi doti di Ciancone che parte benissimo e mette tutti in fila, l'Istrice è in ritardo.
Dietro al vecchio maestro ci sono i due esordienti Capretto e Pizzighetto, a San Martino cade il Bruco, nelle retrovie grandi nerbate fra Nicchio e Montone. Al secondo Casato, con Ciancone sicuro in testa, Ercole, come al solito, non curva, Pizzighetto "cade in piedi" e fa in tempo a risalire a cavallo (? primo Casato ?).
L'Onda ha la vittoria in tasca, al secondo posto passa l'Istrice approfittando delle nerbate fra Chiocciola e Tartuca.
Una vittoria molto significativa con Ciancone che ripaga alla grande l'Onda che nel 1966 gli aveva ridato fiducia dopo l'esilio imposto dall'Oca per i fatti del 1961. Per il Gentili è il nono trionfo, il secondo nell'Onda dopo quello del 1950, una dimostrazione di classe e determinazione che rimane ancora negli annali del Palio.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)