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Ultimo atto della dittatura di Uberta, la cavalla di Ettore Fontani conquista il suo
quinto successo, quarto consecutivo, ripetendosi per l’Istrice, contrada del suo primo
trionfo, eguagliando il record di Febo che riusci nella stessa impresa fra il 1896 ed il
1897.
Nelle prove poco da segnalare, nella prima Tristezza cade da Uberta, ma i dirigenti
dell’Istrice gli confermano la fiducia, Canapino, sostituito da Giove nel Drago, trova
spazio all’ultimo momento nella Civetta scalzando Bozzolo.
Mossa perfetta per Andrea Fagnani, parte primo l’Istrice seguito da Drago, Oca e Nicchio.
Al primo San Martino l’Istrice incrementa il suo vantaggio, il Nicchio è secondo, nelle
retrovie cadono Leocorno e Civetta.
Nel corso del secondo giro si fa sotto il Drago, ma Giove al Casato entra troppo deciso
battendo nel colonnino, il Palio non ha più storia, per l’Istrice è una marcia trionfale che
sancisce il terzo trionfo in soli cinque anni.
Da segnalare nel dopo-Palio un vivace alterco fra Giove e Rondone dovuto all’ostacolo
portato dal fantino del Leocorno a quello del Drago durante la mossa ed in corsa.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

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