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28 maggio 1950
VALDIMONTONE

PALIO STRAORDINARIO DEDICATO AL 5° CENTENARIO DELLA CANONIZZAZIONE DI S.BERNARDINO


L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei cavalli, su quelli dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine

Orafo PANTERA Ranco
Salomè LUPA Tripolino
Lola DRAGO Bazza
Gaia VALDIMONTONE Ganascia
Fato OCA Boccaccia
Popa ISTRICE Biondo
Stellina AQUILA Il Terribile
Ribolla LEOCORNO Zanna
Miranda ONDA Ciancone
Marco Polo I NICCHIO Tirone

MOSSIERE: Guido Guidarini






CAPITANO: Alfredo Pianigiani
PRIORE: Cesare Roggi
MANGINI: Giovanni Margiacchi - Renato Bindi
BARBARESCO: Guido Buracchi

La contrada non vinceva dal 2 luglio 1946
Il fantino non vinceva dal 16 agosto 1947




Il decimo Palio straordinario del novecento è ricordato tuttora come una delle carriere più coinvolgenti ed emozionanti della storia. La favorita d'obbligo è l'Istrice che con la collaudata coppia Biondo-Popa sogna di tornare al successo dopo quindici anni. La Lupa non resta a guardare, prima tesse un piano anti-Istrice coinvolgendo anche altre consorelle, poi cerca la monta adatta per Salomè, optando per Tripolino dopo aver provato anche il giovane Mezzetto ed Amaranto. Alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi fra i canapi c'è anche il Montone, nonostante l'esordiente Gaia sia zoppa già dalla prima prova. Dal canape escono in gruppo compatto Onda, Leocorno e Nicchio che girano in quest'ordine a San Martino ed al primo passaggio alla mossa dove rinviene fortissimo l'Istrice. Ciancone è deciso nell'ostacolo al Biondo, lo nerba ripetutamente riuscendo a rompere il ritmo incalzante della Popa. Ne approfitta il Nicchio che passa in testa, tallonato prima dall'Aquila poi dal Leocorno che però cadono entrambe. Sembra che il Nicchio possa farcela, ma Marco Poli I è stremato ed al terzo San Martino sbucano, quasi all'improvviso Lupa e Montone che proseguono appaiati verso l'ultimo Casato. Si accende un duello stupendo fra i due fantini protagonisti degli anni trenta, Ganascia sceglie di cadere giocando un'ultima carta disperata visto che Gaia è sfinita. Nella caduta Ganascia trascina con sé anche Tripolino, Salomè smette di correre, la zoppa Gaia vince scossa precedendo Ribolla nel Leocorno e l'Istrice la cui rimonta è frenata dagli altri scossi. Per Ganascia, festeggiatissimo dai montonaioli, è l'ottavo ed ultimo trionfo, conquistato con un capolavoro di astuzia. Per Tripolino il malinconico addio al Palio, dopo i fasti degli anni trenta nel dopoguerra solo delusioni, con il rivale Ganascia che resterà l'unico fantino ad aver vinto il Palio prima e dopo la guerra. Da segnalare l'avvento in questo Palio dell'attuale meccanismo che assegna i posti al canape, ideato dall'artigiano senese Luigi Sprugnoli, che garantisce l'assoluta segretezza dell'ordine d'ingresso.

(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

STUDIO LUCE





















LE CADUTE DEI FANTINI








NUMERO UNICO

















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