Questa volta alla tratta non mancano soggetti ambiti, la veterana
Salomè va al Drago, le vincitrici di maggio e luglio, Gaia e Gioia, fanno
felici Nicchio ed Aquila, nel Leocorno si ricompone la coppia
Rompighiaccio-Niduzza che ha favorevolmente impressionato a luglio.
Nelle prove da segnalare le ripetute esenzioni di Drago, Onda e
Nicchio, la prova generale e la provaccia vengono corse da sole sette
contrade.
Dalla mossa parte nettamente prima l'Onda, Ciancone con
l'esordiente Bottarella fa sognare il cappotto agli ondaioli. Dietro
l'Onda, l'Oca, il Leocorno, il Drago parte in ritardo subendo ancora una
volta l'ostacolo della Lupa, a conferma dei rapporti molto tesi fra le
due contrade.
Al primo San Martino l'Onda è ancora saldamente al
comando, ma il Leocorno incalza e la rimonta sorprendente del Drago
cessa al primo Casato con la caduta di Amaranto.
Si delinea lo stesso
duello di luglio, Ciancone contro Rompighiaccio, l'esperienza contro la
gioventù, per l'Onda si fa concreta la speranza del cappotto.
Al
secondo Casato, Ciancone ripete la manovra di luglio, lascia aperto un
varco all'interno per poi stringere Rompighiaccio allo steccato. Ma
stavolta il fantino del Leocorno non abbocca, passa dall'esterno, non
commette l'errore che a luglio gli costò carissimo, in poche falcate
Niduzza ha la meglio su Bottarella, mentre nelle retrovie cade
malamente la Giraffa.
Per il Leocorno è il ritorno al successo dopo ben
ventuno anni di attesa. In occasione di questo Palio viene ripristinata,
su iniziativa del Comitato Amici del Palio, la consegna del Masgalano
per la miglior comparsa, per la cronaca il premio va all'Istrice.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
















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