Per la seconda volta nel secolo il Palio si corre in nove.
Il cavallo dell’Onda, montato da Grattapassere, s’infortuna alla seconda prova dopo un accidentale scontro con la Pantera.
Tuttavia la partecipazione dell’Onda rimane incerta fino alla segnatura dei fantini, dove viene presentato Domenico Leoni detto “Moro”, ma alla fine i dirigenti ondaioli decidono di non correre.
Un’altra contrada esce malconcia dalla prove, l’Oca, con Margiacchina e Picino, arriva al Palio con poche speranze.
Favorite d’obbligo sono Nicchio e Tartuca, con due accoppiate collaudate e già vittoriose, Cispa e Fanfara, Randellane e Lola.
Bubbolo vivacizza un po’ le prove, monta nella Chiocciola, nel Nicchio e nell’Istrice, restando a piedi per il Palio.
Poco prima della carriera Cispa viene minacciato dai nicchiaioli, memori della figuraccia fatta dal fantino l’anno prededente nella Civetta su Fanfara.
La paura di ritorsioni mette le ali al fantino del Nicchio che esce dalla mossa con grande vantaggio, seguono Tartuca, Chiocciola, Istrice ed Oca.
Cispa e Fanfara restano sempre in testa, la Tartuca non riesce quasi mai ad insidiare il Nicchio.
Le posizioni restano invariate per tutta la carriera, il Nicchio vince, precedendo la Tartuca e l’Oca, sempre fra i primi nonostante le precarie condizioni fisiche di Margiacchina.
Per Cispa e Fanfara è la terza vittoria su quattro carriere corse insieme.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)











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