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- LE PROVE DEL PALIO DEL 16 AGOSTO 1930 -
pagina curata da Carmelo Lauretta e Alberto Fiorini



In neretto chi vinse la prova; l'ordine delle dieci Contrade segue quello dell'estrazione, ossia è riferito alla prima prova.


Il Palio fu vinto dalla Tartuca (vedi la scheda relativa)


1a PROVA – Dal canape partivano primi: Torre, Bruco, Aquila, e così voltavano a S.Martino; venivano quindi gli altri in gruppo. A S.Martino cadde la Chiocciola, ed il cavallo rimase scosso per la pista. Fra Torre e Bruco si accese subito una bellissima gara che durò per tutti e tre i giri. A S.Martino al 2° giro cadde il fantino dell’Oca. Al 3° giro i due cavalli scorrazzanti per la pista fecero quasi fermare l’Aquila, che era sempre terza, mentre cadde il fantino del Drago che era quarto. Alla vincita arrivarono: Torre, Bruco, Aquila.

2a PROVA – Un bel gruppo formato da Nicchio, Pantera, Bruco, Oca e Drago partì primo dal canape. Durante il primo giro il Bruco cercò ma inutilmente di passare il Nicchio, e prima di voltare a S.Martino (2° giro) il Bruco e la Pantera trattennero i cavalli. Allora raggiunsero il Nicchio – sempre primo – Tartuca, Oca e Drago, e per tutto il resto della corsa si ebbe fra questi quattro una bellissima gara, riuscendo però al Nicchio di mantenersi sempre primo. Alla vincita arrivarono tutti insieme, ma in modo da potersi distinguere senza dubbio il vincitore, per quanto per la sola testa del cavallo. Arrivarono cioè: Nicchio, Oca, Tartuca, Drago. La Chiocciola rimase ferma al canape e cominciò a correre solo quando gli altri avevano già fatto un giro, quindi fu considerata fuori gara. La Lupa non corse avendo il cavallo zoppo.
Nel pomeriggio del giorno 14 ebbe luogo la tradizionale offerta del cero alla Madonna del Voto. Il corteo mosse dalla chiesa di S.Giorgio alle ore 16, mentre dall’alto della Torre del Mangia il Campanone suonava a distesa. Il corteo era aperto da un manipolo di avanguardisti della Legione “Lupa”, venivano poi le bandiere della città appartenenti all’antico Stato Senese ed i popoli delle parrocchie del suburbio e quindi divise per Terzi le Parrocchie di Città, ognuna recante copiosa offerta di cera. Un picchetto di pompieri in alta uniforme precedeva le rappresentanze ufficiali ed i musici di palazzo che durante il tragitto suonavano il caratteristico inno comunale; il gonfalone del Magistrato delle Contrade ed il Palio erano seguiti dal Rettore del Magistrato Conte Guido Chigi Saracini e dai Priori delle 17 Contrade (quasi al completo); il gonfalone del Comune era seguito dal Podestà Conte Fabio Bargagli Petrucci, dai consultori municipali, dai membri della Giunta Esecutiva dell’Azione Cattolica, dal Principe Chigi di Roma, da varii Podestà dei Comuni della Diocesi. Infine sull’apposito carro trainato da quattro bellissimi bovi veniva il cero votivo riccamente dipinto. Lungo il percorso era numerosissimo il pubblico. Giunto in Piazza del Duomo, il corteo entrò nella Cattedrale, dove fu ricevuto da Mons. Arcivescovo, dal Clero Metropolitano, dal Rettore dell’Opera del Duomo Grand’Uff. Avv. Viviani, e dalle altre autorità cittadine ivi convenute con a capo il Prefetto. Al canto delle Litanie e dell’Inno “Ave Maris Stella”, l’offerta di cera fu deposta nella Cappella del Voto, e la tradizionale caratteristica cerimonia ebbe termine.

3a PROVA – Circa le ore 19 fu corsa la 3a prova, che riuscì bellissima. Dal canape partiva prima l’Aquila, ma ben presto avendo trattenuto il cavallo veniva passata dalla Torre, e quindi da un gruppo formato da Pantera, Oca, Nicchio, Tartuca e Drago. L’Oca alla salita del Casato raggiunse la Torre, che riusciva a passare dopo la voltata; e fra gli urli immensi della folla le due Contrade furono prime ora l’una ed ora l’altra. Al principio del terzo giro la Torre trattenne il cavallo ed allora per tutto il restante della corsa la lotta fu tre Oca e Tartuca; lotta accanita e bellissima. Alla vincita arrivarono: Oca, Tartuca, Nicchio. La Pantera cadde al 1° giro a S.Martino ed il cavallo poco dopo si fermò. Non corsero Lupa e Chiocciola; la prima per avere il cavallo zoppo, e la seconda per indisposizione del cavallo.

4a PROVA – Dal canape partiva prima l’Aquila, passata subito da Torre, Oca e Nicchio, venivano quindi gli altri in gruppo. A S.Martino l’Aquila, voltata 4a, spingeva il cavallo a tutta velocità, e al Casato voltava prima. Bellissima fu allora la gara da questo punto fino a S.Martino fra Aquila (1a) e Torre (2a). A S.Martino la Torre tratteneva il cavallo, mentre prima voltava l’Aquila e 2° il Bruco. Alla salita del Casato l’Aquila tratteneva il cavallo ed allora passava primo il Bruco che tale si mantenne per tutto il resto della corsa fino a Casa D’Elci dove fu passato dall’Oca. Mentre al 2° giro era prima l’Aquila e 2a Torre, gli altri seguivano tutti in gruppo e a brevissima distanza. Alla vincita arrivarono: Oca, Bruco, Nicchio. Corsero gli stessi fantini che per la prova precedente. Non corsero per gli stessi motivi della prova precedente Lupa e Chiocciola.

PROVA GENERALE – Davanti ad un enorme concorso di pubblico si svolse questa prova, che riuscì priva di qualunque interesse. Dopo un poco di gara al 1° giro fra Aquila e Torre, entrò prima l’Oca che tale si mantenne senza alcun contrasto per tutto il resto della corsa. Alla vincita arrivarono: Oca, Tartuca, Nicchio. Per indisposizione dei respettivi cavalli non corsero: Lupa, Chiocciola e Drago.

PROVACCIA – Dal canape partiva prima l’Aquila seguita dall’Oca, quindi dagli altri in gruppo. Durante il 1° giro si ebbe un poco di gara fra le prime due, poi entrambe trattennero i cavalli. Entrò allora prima la Tartuca, che tale si mantenne per tutta la corsa e vinse la prova. Non corsero Lupa e Drago.