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- LE PROVE DEL PALIO DEL 2 LUGLIO 1907 -
pagina curata da Carmelo Lauretta e Alberto Fiorini



In neretto chi vinse la prova; l'ordine delle dieci Contrade segue quello dell'estrazione, ossia è riferito alla prima prova.



Il Palio fu vinto dalla Giraffa (vedi la scheda relativa)


I cavalli migliori – scrive il Griccioli - toccarono alla Civetta, alla Giraffa, al Nicchio e all’Istrice; discreti erano i cavalli andati in sorte all’Aquila, alla Torre, al Bruco e alla Chiocciola; cattivi quelli avuti dal Drago e dal Montone.
Durante le prove alcuni fantini furono protagonisti di vari incidenti e di alcune scorrettezze.
Nel corso della prima prova il fantino del Nicchio Angelo Montechiari, caduto nell’affrontare per la seconda volta la discesa di S.Martino, si procurò una lacerazione dei legamenti del piede destro. Il cavallo del Nicchio si dimostrò un soggetto difficile, perché, durante la terza prova, dopo aver fatto cadere il fantino, corse scosso intralciando la corsa di altre Contrade.
Durante la mossa della prova serale del 30 giugno il fantino della Contrada di Val di Montone Ernesto Felli tentò di forzare la partenza, ma batté nel canape e cadde ritardando così l’esecuzione della mossa. Fu sospeso dal correre le prove fino alla mattina della provaccia.
Anche il fantino dell’Aquila Alfonso Menichetti detto Nappa provocò disordini durante la mossa della prova generale, per cui il Comune lo sospese dal prendere parte alla provaccia. La Nobile Contrada dell’Aquila fece ricorso, dando la colpa dell’accaduto al nervosismo del cavallo; il ricorso fu accolto.
Non fu preso invece nessun provvedimento contro il fantino della Chiocciola Ulisse Betti, che – secondo una denuncia del Priore dell’Aquila Francesco Bandini Piccolomini (f.f. di Capitano) - si era presentato a correre munito di uno scudiscio. Per fortuna, quando i fantini, dopo l’invalidamento della mossa, furono fatti tornare nel Cortile del Podestà; una guardia municipale se ne accorse e glielo tolse.
Resta da dire che il Capitano della Contrada della Torre Amedeo Forni, dopo le prime due prove, fece domanda al Comune per chiedere ai sensi del secondo comma dell’art. 49 del nuovo Regolamento del Palio di poter far galoppare la propria cavalla in Piazza durante le ore notturne. Il permesso fu concesso con rescritto dell’assessore Bettino Marchetti dalle ore 4 alle ore 5 della mattina del 1° e del 2 di luglio.

1a PROVA - A questa prova assisteva un pubblico numerosissimo; il centro della Piazza era gremito in gran parte di campagnoli che avevano lasciati i propri lavori essendo giorno festivo. I palchi e le terrazze, le finestre tutte erano gremite di spettatori. La corsa riuscì oltremodo emozionante, avendo tutti i fantini messo uno speciale impegno nel fare figurare i cavalli che montavano e lo svolgersi variato della corsa fu tale da provocare al termine di questa i commenti più animati dei contradaioli riguardo la bravura dei fantini ed alla forza dei cavalli. Dal canape partiva prima l’Aquila seguita a breve distanza dal Nicchio e quindi dalle altre. A S.Martino alla 2a girata cadde di quarto il cavallo del Nicchio, mentre lottava per passare l’Aquila che era sempre prima. Alla 3a girata di faccia alla Fonte Gaja l’Aquila veniva passata dalla Civetta che non più raggiunta da alcuno vinse la prova, seconda fu l’Aquila, terza a gran distanza la Chiocciola. Alla 1a girata, al principio della scesa di S.Martino, il cavallo dell’Istrice per la foga con cui veniva andò a battere nei materassi, ed il fantino cadde senza però farsi alcun male. Il cavallo del Nicchio, che come ho detto cadde di quarto alla 2a girata a S.Martino, si rialzò subito e seguitò la corsa; ed il fantino Montechiari, appena furono passati tutti i cavalli, fu raccolto dalle guardie daziarie Bruni e Picchioni e dalla guardia municipale Andreucci, i quali insieme alla Pubblica Assistenza lo trasportarono a braccia dietro i materassi prodigandogli subito le cure del caso. Appena fu terminata la prova il Montechiari fu trasportato allo Spedale dove dal medico di turno Dott. Fortunato Corsini gli fu riscontrata una forte contusione al collo del piede destro con ematoma e lacerazione dei legamenti articolari, giudicandolo guaribile in 20 giorni e trattenendolo allo Spedale. A questa prova non corse la Giraffa, essendosi il cavallo infortunato nelle prove

2a PROVA - Questa prova fu vinta dal Nicchio. Nessun spiacevole incidente venne a turbare lo svolgersi della corsa; solamente in fondo alla scesa di S.Martino il cavallo della Torre, che correva velocemente, si piegò colle gambe anteriori facendo uscire di sella il fantino che scese e bravamente rimontò subito seguitando la corsa.

3a PROVA - Anche questa prova riuscì piena d’attrattiva tanto per il modo come si svolse, quanto per lo stupendo spettacolo che presentava il “Campo”, rigurgitante di spettatori. I carabinieri, e guardie municipali e quelle di città ebbero un bel da fare prima di avere sgomberata la pista, e quando fu dato il segnale dell’uscita dei fantini dalla Corte del Podestà erano quasi le 19,30. I primi cavalli che entrarono al canape dettero segno di una insolita vivacità, ed il mossiere dovette più volte redarguire i fantini affinché conservassero i propri posti. Quello del Montone cadde insieme al cavallo avendo questo battuto col petto nel canape che era ancora tirato. Fu ordinato allora che i fantini scendessero a terra, e di nuovo venne fatta la chiamata al canape. La partenza fu splendida ed un gruppo di 5 o 6 cavalli si trovò a voltare nello stesso momento a S.Martino. Il fantino dell’Istrice, che era nel gruppo di testa colla Civetta e col Nicchio, cadde insieme al cavallo senza prodursi alcun male e subito si rialzò cercando di togliere dal mezzo della pista il cavallo che ivi era rimasto, ma non gli fu possibile, onde quando al giro seguente sopraggiunsero gli altri cavalli egli cercò di porsi in salvo lasciando libero il proprio. Il cavallo del Nicchio seguito alle spalle dalla Civetta mancò poco non inciampasse in quello dell’Istrice, se non fosse stato il fantino della Civetta che con una mossa rapida evitò l’ostacolo dando una spinta al cavallo dell’Istrice che s’appressò ai materassi, dove fu preso per la briglia e messo da parte. Dopo una lotta accanita fra la Civetta e il Nicchio, e fra Torre, Bruco e Drago, la prova fu vinta dalla Civetta.

4a PROVA - Questa prova non fu scevra d’incidenti per fortuna di poca entità. Il cavallo del Montone, appena fu entrato al canape, per la fretta di partire dette una pettata in questo facendo cadere il fantino. I fantini furono fatti scendere da cavallo e quindi data nuovamente la mossa. Prima a partire fu la Giraffa che dopo pochi passi si fermò. Alla seconda girata a S.Martino il fantino del Nicchio, essendosi il cavallo piegato sulle gambe anteriori, corse il rischio di cadere, ma afferrato il cavallo per il collo poté rimettersi in sella e seguitare la corsa. Il cavallo e il fantino dell’Istrice caddero alla prima girata a S.Martino. La prova fu vinta dal Bruco.

PROVA GENERALE - L’Aquila chiamata al canape, appena entrata dette una falcata, ma il fantino poté trattenere il cavallo e non cadere. Il mossiere dette l’ordine “a terra”, ma l’Istrice, la Torre e la Giraffa o che non sentissero tale ordine, o che sperassero che il canape sarebbe stato abbassato, entrarono di carriera e caddero. La mossa venne data nuovamente, ma l’Istrice non corse, perché il fantino nella caduta si era fatto un poco male.

PROVACCIA - Priva di qualunque interesse, come sempre, si svolse questa prova che fu vinta dal Drago. Corsero gli stessi fantini che per il Palio, ad eccezione dell’Istrice dove corse Alduino Emidi detto Zaraballe, e dell’Aquila dove corse Amerigo Menichetti.