UN'EBREA FATTA CRISTIANA
- Domenica 13 settembre 1716 giorno del Santissimo nome di
Maria -
Maria Faustina Chigi Ebrea fatta Cristiana, chiamata
nell'Ebraismo Lia figlia del Già
Giuseppe Gallichi e di Laura Gallichi in età d'anni 23 compiti,
abitante nel Ghetto* di
questa Città, e nel tempo che fu Catecumena nel Palazzo
dell'Illustrissimo Signore Jacomo
Chigi della Cura di S.Stefano, Consigliere di Cesare Doni Ebreo
pari, fatto cristiano
Battezzato in questa città sott'il dì primo di giugno prossimo
passato: doppo essere stata
con gran carità istruita nelle cose di nostra Fede dal Molto
Reverendo Sig. Pier Giovanni
Marchi Paroco di S.Marco; Fù Battezzata con solenne Rito, e con
gran Pompa
dall'Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore Alessandro
Zondadari Arcivescovo di questa
Città 13°*, nella Chiesa delle Molto Reverende Monache delle
Trafisse, dette della
Madonna, e con l'assistenza del Molto Reverendo Signore
Francesco Viticchi Pievano di
questa Chiesa, e dai Preti da lui Chiamati; Quali Religiose con
Generosa Nobiltà
d'adornamenti di chiesa, di musiche, di trombe, maschi*, e
tamburi, e con Splendido regalo
fatto alla detta Neofita, resero assai magnifica la detta
funzione alla quale vi fù
necessaria l'assistenza de soldati per impedire il tumulto del
popolo, che con gran
concorso e intervenne; Commare al detto Battesimo fù la Nobil
Signora Faustina del già
Nobil signore Silvio Gori Consigliere del Nobil Signore
Francesco Chigi. Terminata la
detta Funzione il detto Monsignore Arcivescovo conferì alla
detta Maria Faustina il
S.Sagramento della Cresima; e fù Commare la Nobil Signora
Camilla del Nobil Signore
Antonio Pavolo Franceschi, Consigliere del Nobilsignore
Cavaliere Ranieri Piccolomini;
dipoi il detto Prelato celebrando la S.Messa in Chiesa Inter
Missarurn Solemnia* communicò
la detta Neofita quale assistè a tutte le funzioni suddette con
molta Devozione, Modestia
et Esemplarità.
* GHETTO = Un documento del 1229 ricorda che gli ebrei erano già
presenti a Siena in quel
periodo: svolgevano l'attività di "prestatori" e forse erano i
progenitori di coloro che vennero accusati di essere responsabili dello scoppio
della peste del 1348. Fu
questo l'unico grave atto di intolleranza che i "figli di David"
dovettero subire fino
alla caduta della Repubblica. Con la venuta dei fiorentini, si
ebbe invece subito l'ordine
di radunare tutti gli ebrei: era l'inizio del ghetto. I maschi
dovevano essere
riconoscibili per un berretto giallo e le donne per una fascia
gialla sul braccio destro:
oltre a dover essere sempre a disposizione dell'autorità, era
loro proibito di tenere
banchi di prestito, di avere al proprio servizio domestici
cristiani e di uscire dopo il
calar del sole. Queste restrizioni, imposte da Firenze, vennero
mitigate a Siena, fino al
28 giugno 1799, quando la situazione precipitò per l'avvento
delle bande aretine che
saccheggiarono il ghetto, depredando e uccidendo 19 ebrei,
perchè considerati ricchi,
nemici dei cristiani e, soprattutto, perchè simpatizzanti dei
francesi. Il massacro segnò
l'inizio del declino della comunità di Siena: molti si
allontanarono, passando dalle 500
unità del Settecento alle circa 300 del secolo successivo e per
arrivare al numero di oggi
che è inferiore a cento. Questo ghetto, i cui cancelli si
trovavano all'inizio di via del
Luparello e in via di Salicotto, rimase in funzione, eccetto
che per la parentesi
napoleonica, fino al 1859.
* 13° = Riferito, in questo caso, al 13° Arcivescovo di Siena:
Alessandro Zondadari.
* MASCHI = Spari di mortaletti.
* INTER MISSARUM SOLEMNIA = Nel corso della solennità della
Messa.
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Battesimi di S.Giovanni Battista sotto la Metropolitana
- libro 1022
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