OSSERVAZIONE SUL COMPUTO DELLE ORE
- Adì 19 febbraio 1758 -
Francesco Mari marito di Barbara Mari e capofamiglia mezzaiolo
a podere La Casa
dell'Illustre e Nobile Sig. Giovanni Maria Petrucci
Commendatore della cappella e Antica
Cura di Monselvoli Chiesa data in raccomandigia* a questa di
Presciano, passò da questa
all'eterna vita nel suddetto giorno, alle ore* 6½ della sera
al tramontare o pure alle ore
1½ d'Italia, giorno di Domenica, a cui fui chiamato la sera del
17 di detto mese essendo
sorpreso da accidenti e mali incogniti e da febbre, la quale
non mise* potersi confessare.
Doppo riebbe breve tempo la favella e confessossi con l'aiuto
del Sacerdote e gran pena,
le fu cavato sangue, e poco rimessole essendo la febbre, e
replicatogli gli accidenti
senza potersi comunicare, munito però del Sacramento
dell'Estrema Unzione, passò come
sopra si è detto all'altra vita, ed il 20 del mese fu esposto
nella retrosta* Chiesa
annessa di Monselvoli, ove cantato il Notturno, la S.Messa, e
l'Esequie, fu poi trasferito
nella sepoltura della Compagnia della Piissima Vergine, eretta
nella Chiesa di Leonina,
accompagnato da Me sacerdote Giovan Domenico Santini suo
Parroco, della detta Compagnia, e
dell'altra di S.Ansano fu alla metà della Strada. E in fede.
Giovanni Domenico Santini Economo
* RACCOMANDIGIA = Raccomandazione, reggenza.
* ORE = Sin dai tempi antichi, in tutta Italia si usava contare
le ore, usando come
parametro la durata della luce diurna. Tutto dipendeva dal
momento in cui tramontava il
sole, che segnava l'ultima ora, che era volgarmente chiamata
"le ventiquattro". Quella
successiva prendeva il nome di "ora di notte" o semplicemente
"l'un ora" e diveniva quindi
la prima della nuova giornata, che principiava così alla "un
ora di notte" e aveva termine
alle "ventiquattro". Questa maniera di segnare il tempo, era
detta "all'italiana" ed aveva
il grande difetto che le "ventiquattro" non erano stabili e
fisse in tutti i mesi
dell'anno. Infatti si spostavano a seconda delle variazioni del
giro solare nelle diverse
stagioni: dal più lungo durante i giorni prossimi al solstizio
d'estate, al più breve al
principio dell'inverno; con accorciamenti e allungamenti della
giornata, astronomicamente
determinati da periodi di circa 10 giorni, generalmente
riportati in un'apposita tabella
all'interno del calendario stesso. Per quanto tutti vi fossero
abituati e perciò non si
sentisse la necessità di un qualsiasi cambiamento, si veniva a
creare una certa confusione
specialmente nei rapporti con le altre nazioni dove vigeva un
diverso sistema. La Francia
ad esempio aveva adottato l'uso di dividere le ore della
giornata in due periodi: dalla
mezzanotte al mezzogiorno e viceversa, distinguendo le ore in
antimeridiane e pomeridiane:
ciò veniva chiamato "contare le ore alle francese". Fu il
Granduca Francesco II di Lorena,
che poco dopo la sua salita al trono, agli inizi del 1738, emanò
con vero senso di
modernità, un editto che decretava che in tutta la Toscana
fosse abolito entro sei mesi il
vecchio sistema e si dovesse sostituirlo, con quello più
razionale usato oltr'alpe.
Pertanto il 30 marzo 1738 gli orologi pubblici, dopo tanti
secoli, cominciarono a battere
le ore in due riprese e con un massimo di 12 rintocchi
ciascuna. Il primo orologio così
regolato fu quello del Palazzo Pitti a Firenze.
* MISE = Permise.
* RETROSTA = Anzidetta.
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Defunti di S.Paolo a Presciano
- libro 1949
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