Quercegrossa (Ricordi e memorie)
CAPITOLO I - LUOGHI E PODERI
(POGGIONI)
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POGGIONI
Nella foto: il podere costruito da Giotto in posizione amena, si nasconde alla vista protetto da numerose piante. Veduta dal Casalino.
"Sul finire del 1943 lavorai ai Poggioni dove stanno iniziando il nuovo podere. Fanno lo sterro tutto con piccone e pala e carrette per trasportare la terra". "Giotto era padrone dei Poggioni e fu lui che costruì il Podere dei Poggioni io, il Barucci Vico, uno di Vagliagli si costruisce il podere. Prima si spianò il poggio, ossia si levò una fetta di collina, poi la casa di pietra". Le testimonianze di Silvano e Spartaco ci presentano la nascita del nuovo podere fatto costruire da Giotto Fontana, fornaciaio e possidente di Quercegrossa. Le sue terre, che si estendevano sulla valle della Staggia nelle due coste, e una parte sopra i Selvolini, erano dominate da quel poggetto a quota 332 dove sorgerà il nuovo fabbricato. Un’antica strada di campo portava a un preesistente capanno agricolo e le terre di pertinenza dei Poggioni, forse una decina di ettari, confinavano col Mulino, le Gallozzole e la Casanuova. Nel 1946 il podere è terminato e vi torna la prima famiglia di mezzadri, i Peccianti. Dopo di loro i Nannini e i Bernazzi che ne chiudono la breve storia colonica nel 1963. Il podere, che intanto era passato di proprietà , rimase disabitato e come ultima nota, nel 1970 vi si tenne una non ben definita festa nazionale del MSI, il partito della destra italiana. Dopodiché, alcuni anni dopo, divenne abitazione privata.
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