La Tartuca trova subito il riscatto dopo l'incredibile sconfitta dell'agosto precedente e si porta a casa il drappellone, scolpito più che dipinto, del chiocciolino Oscar Staccioli.
A dieci anni esatti dall'esordio dà l'addio al Palio il mitico Topolone e si affaccia per la prima volta in piazza un altro cavallo che farà storia, Panezio.
La Tartuca è al centro di tutte le strategie, su Mirabella per le prime due prove c'è Tristezza, poi arriva Aceto ed il fantino siciliano si accasa nel Montone dove c'è l'altro favorito Orbello.
L'inizio del Palio è da brividi per i tartuchini, infatti Aceto cade al canape, insieme a Parti e Vai, dopo aver forzato la mossa.
Si ritorna fra i canapi ed è il vecchio Topolone a scattare primo, seguito dalla Civetta che riesce a prendere subito la testa, partono malissimo Selva e Torre. A San Martino la grigia Musella è ancora al comando, la Tartuca è seconda, cade la Torre che era ultima. Frasca al primo Casato cade facendo un volo pauroso, anche Aceto rischia la stessa fine ma resta miracolosamente in groppa a Mirabella portandola in testa, cade anche l'Oca che era terza.
La Tartuca inizia il secondo giro in testa tallonata dal Montone, il duello fra Aceto e Tristezza si fa subito entusiasmante. La situazione non cambia nulla, ma al terzo giro Tristezza sferra il suo attacco, dopo un violento scambio di nerbate con Aceto, il Montone prende la testa. Ma al terzo San Martino le speranze del Montone vanno in fumo, Orbello si rifiuta di curvare e la Tartuca si trova di nuovo prima, ad insidiare Aceto arriva la Lupa.
Canapino spinge al massimo Pelè che arriva a ridosso di Mirabella, per la Tartuca sembra ripetersi la beffa del Palio precedente, ma l'arrivo in volata premia Aceto che vince il suo quarto Palio.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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