L’incredibile finale di questo Palio ha il suo prologo con due episodi avvenuti nei
giorni delle prove.
L’Oca decide di affidarsi al promettente Peppinello, il quale, però, dopo la prima prova
riesce ad eludere la sorveglianza ocaiola eclissandosi sotto la protezione dei torraioli
con cui si era accordato.
In Fontebranda arriva Bozzolo, il disappunto è notevole, ma tutto scorre liscio fino alla
Provaccia.
Il fantino della Chiocciola, Vincenzo Graziano detto "Solitario", cade da Danubio
infortunandosi seriamente, a poche ore dal Palio la Contrada di San Marco è senza monta.
I dirigenti chiocciolini cercano il giovane Pel di Carota che però è irreperibile: l’unica
strada è chiedere Peppinello alla Torre, che acconsente.
La segnatura dei fantini si tiene con notevole ritardo, gli ocaioli non l’hanno perdonata a
Peppinello che viene esentato a partecipare al Corteo storico per motivi di ordine
pubblico.
Si arriva al Palio in un clima tesissimo, favorite Istrice, Onda, Bruco e Leocorno in cui
si rivede Vittorino reduce dalla squalifica.
Dalla mossa esce prima la Torre, nonostante l’Oca di rincorsa. Quando il gruppo è
all’altezza di Fonte Gaia, nei pressi dei palchi, un figurante dell’Oca sferra un calcio
verso Peppinello che sbilanciatosi cade poco più avanti.
A San Martino la Torre è ancora prima seguita dall’Istrice, dalla Civetta, dall’Onda e
dal Bruco, Tristezza e Giove cadono, mentre Aceto riesce a rimanere in groppa a
Topolone.
Al secondo San Martino ci sono sempre in testa Rondone e Daria, dietro l’Istrice, la
Selva e Danubio scosso in grande rimonta, il Leocorno risalito in terza posizione non
riesce a girare e per Vittorino il Palio finisce.
Sembra fatta per la Torre, ma la beffa è dietro l’angolo, la rimonta di Danubio è
inarrestabile e si concretizza al terzo Casato, con Rondone nettamente sorpreso.
È Chiocciola, ma a fine corsa si diffonde la voce che Danubio non ha corso i tre giri, la
prova fotografica fuga però ogni dubbio gettando nello sconforto i torraioli, beffati da
una serie di coincidenze incredibili.
Nell'Oca grande festa per il figurante che con la sua scorrettezza ha favorito il
"destino".
Peppinello, pur avendo vinto i due Palii del 1964 non può presenziare alle Cene della
Vittoria per timore di ripercussioni ocaiole.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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