La presenza del Palio nella vita di Siena è quasi millenaria. Fin dal 1200, si ha testimonianza di una corsa di cavalli, documenti anteriori al XII secolo ci ricordano di un Palio di San Bonifazio, che era il santo titolare dell’antica Cattedrale, che prima della fondazione del Duomo attuale, dedicato alla Vergine Maria, sorgeva in Castelvecchio.
Nel corso del medioevo e durante il rinascimento si organizzavano molte corse; nobili signori, notabili, cittadini senesi ed anche forestieri portavano i loro migliori cavalli per i giochi, che si svolgevano per onorare le feste di santi o per celebrare la ricorrenza di speciali eventi.
Questa corsa era collegata con la cerimonia dell’offerta del cero e dei censi all’Assunta, rito a carattere religioso, mentre il palio era una manifestazione popolare di festa; nei documenti più antichi si trovano solo memorie di questa offerta, mentre quelli relativi alla carriera iniziano più tardi. Questo palio fu detto “alla lunga”.
Di esso esistono antichi documenti e venne ufficialmente inserito nello statuto comunale nel 1310 come festa nel giorno dell’Assunta. Il drappellone era di stoffa preziosa, foderato di pelli di vaio e vi erano disegnati gli stemmi dei governanti della città. Nel secolo successivo, per far bella figura con i famosi personaggi dell’epoca il tessuto divenne ancora più prezioso. Nonostante la peste fu corso anche nel 1348 e nel 1349.
Furono successivamente stabilite nel 1366 alcune norme di comportamento per rendere la corsa più sicura. Tra il 1408 ed il 1460 alcuni Papi, Imperatori, assistettero al palio alla lunga nel loro passaggio dalla nostra città. Nel 1476 ci fu una nuova epidemia di peste, ma questo Palio fu corso ugualmente.
L’ultimo regolamento porta la data del 1529. La storia ci ricorda pure di una sommossa, in seguito ad un arresto dopo la corsa del 15 agosto 1691. In occasione di un palio alla lunga svoltosi il 15 maggio 1767 l’Accademia dei Rozzi aveva fatto preparare un carro, su cui era posta una bandiera di broccato d’oro per il cavallo vincitore. A partire dal 1389, la partenza della corsa aveva luogo presso l’osteria del Pavone, davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli in Valli, oggi Chiesa della Compagnia, questa scelta risultò poi pericolosa in quanto alcuni cavalli deviavano verso Certosa e pertanto la mossa fu definitivamente spostata di fronte alla Chiesa del Monastero di Santa Maria degli Angeli detta successivamente del Santuccio.
I cavalli venivano montati da giovani fantini vestiti con le livree, uniformi colorate indossate dai subalterni delle grandi famiglie signorili, successivamente vennero fatti correre scossi, con un pennacchio, una coccarda o una piccola gualdrappa che ne identificava l’appartenenza.
Il corteo formato dai Nobili e dalle autorità sfilava lungo il percorso fino al luogo della partenza ubicato nello slargo davanti al Santuccio, dove anche allora, veniva sorteggiato il posto alla mossa. Si poteva scegliere se far partire i cavalli a campo libero oppure inserendoli in speciali gabbie.
A partire dal 20 agosto 1747, per circa un secolo, il popolo del Montone fece correre per un secolo moltissime carriere di cavalli alla lunga, dal convento delle Monache del Santuccio fino alla Torre Bardi in Postierla. La partecipazione variava da tre a dieci barberi ed il premio che era inizialmente di lire 20 arrivò a lire 40 negli anni dopo il 1820, e dal 20 Agosto 1826 si aggiunse anche un drappellone. La sera del 16 agosto 1833, (il Palio alla tonda si corse il 18), fu fatto correre dalla Comunità Civica un palio alla lunga sotto nome della Contrada di Valdimontone con sette cavalli, con il premio di lire 100, di cui lire 40 del Montone, lire 60 della Comunità.
Documenti ci tramandano di un palio alla lunga del 19 agosto 1838, corso con cinque cavalli alle ore ventitre, che in quell’epoca corrispondeva secondo il sistema ad ore italiche ad un’ora prima del tramonto.
Va ricordato che fino al 1793 correvano ogni razza di cavalli, successivamente venne proibito di far correre i cavalli di razza inglese e il cavallo berbero purosangue arabo.
Negli anni, il più importante palio alla lunga divenne quello in cui si festeggiava e si onorava la Madonna Regina Advocata Senensium patrona di Siena e veniva corso regolarmente fino alla metà del 1800, il pomeriggio del giorno 15 agosto festa dell’Assunzione di Maria.
Lungo il percorso, gli sbocchi e gli incroci con strade secondarie venivano coperti da tende o teloni, il tragitto si snodava per le strade di via Romana, Pantaneto, Banchi di Sotto, via di Città, Piazza Postierla, via del Capitano fino al Duomo attuale. L’arrivo probabilmente era dove oggi e ancora possibile vedere, sul selciato stradale, dopo circa venti metri dall’entrata nella piazza, una linea in pietra bianca di circa sette metri di lunghezza chiamata “rigolo”.
Anticamente faceva da confine tra le competenze della compagnia laicale di S. Caterina della Notte e quella dei canonici del Duomo, territorio della Chiesa. Il premio per il vincitore consisteva in un drappo di broccato di stoffa pregiata dal nome latino “ Pallium” che avrebbe dato poi il nome alla corsa ed alla festa e veniva esposto sulla colonna di granito con la lupa, situata nell’angolo destro, sul sagrato davanti alla Cattedrale.
Questo palio fu sospeso con una deliberazione del Magistrato nel 1861 con l’avvento dell’Unità d’Italia poiché la passione dei senesi era tutta rivolta alle carriere che le Contrade fin dal seicento correvano “alla tonda”.
Dopo essere stato abolito, in quanto le autorità locali avevano destinato le somme per la corsa ad altre utili spese, molti tentativi per ripristinarlo furono fatti sia dai capitani, sia da rappresentanti della borghesia di Siena, disposti perfino ad accollarsi tutti gli oneri.
La società delle Feste tornò a far disputare il palio alla lunga con i cavalli scossi nel 1871, 1873 e 1874, ma per le onerose spese e per gravi incidenti ai cavalli, questa corsa non fu più fattibile.
Il Comune di Siena tolse definitivamente il palio alla lunga nell’adunanza di consiglio del 30 luglio 1874, ratificata poi definitivamente dalla Giunta Municipale il 3 agosto del solito anno. Ancora oggi a testimonianza di questo singolare Palio, nell’antico Borgo delle Maddalena, in fondo alla via di Valdimontone, all’incrocio con via Roma, è visibile sul lastricato stradale la pietra serena rettangolare dove veniva montato il verrocchio per la partenza e che oggi resiste, grazie ad un intervento ufficiale del Comitato Amici del Palio, quando alla fine degli anni 1940 fu rifatta la lastricatura della strada.
Da ricordare che fino al momento della trasformazione del Monastero di Santa Maria degli Angeli ad istituto scolastico Giovanni Caselli, avvenuto a metà degli anni trenta, erano visibili le due campanelle di ferro, che per tanti secoli erano servite come attacco per mettere in tiro il canape. Sarebbe sicuramente importante e di rilevante interesse vedere apposta una lapide, con la scritta “Partenza del Palio alla Lunga” per portare a conoscenza e tramandare a tutti la testimonianza di questo luogo, e che servisse come memoria storica di un evento della passata storia della nostra festa.