È dell'artista spagnolo Manolo Valdés il drappellone che andrà alla Contrada vincitrice del Palio dell'Assunta 2005.
Il Palio di Valdés propone una Madonna dai capelli neri, staccandosi dalla tradizione iconografica, raffigurata con il volto di madre adolescente. I colori sono nelle tonalità care alla mano dell'artista: monocroma, accesa e brillante. Dominano il blu, il rosa e il rosso. Pennellate piene su un fondo ocra, che rende l'opera ancora più immobile, ferma nell'atto della preghiera, simile ad un'immagine bloccata, ad una foto. I cavalli ai piedi della Madonna, dello stesso colore della veste, sono gli unici soggetti che riescono a dare l'idea del movimento: colti nello sforzo della corsa, sembrano uscire dal contesto in cui sono stati immobilizzati, per rendersi protagonisti dell'evento. L'opera ha riproposto un tema vicino a Valdés, tra i più importanti pittori e scultori spagnoli contemporanei, promotore di un'arte come “pretesto”. E il pretesto è la volontà di attingere dal passato, dalla tradizione di Matisse o di Picasso, per operare nuove variazioni sul tema.
Le opere di Valdés, in mostra con il titolo “Il perenne retaggio dell'arte” nei Magazzini del Sale del Palazzo Comunale, rappresentano un vero e proprio cammino sulle tracce dei grandi maestri.
L'esposizione, giunta in Toscana con l'intenzione di dare un assaggio del genio del pittore/scultore spagnolo, è una testimonianza immediata e inesauribile di una vita dedicata alla creatività.
Valdés, nato a Valencia nel 1942, vive e lavora a New York dal 1987. La sua prima personale nel 1962 alla Galleria Nebli di Madrid. Nel 1964 con Joan A. Toledo e Rafael Solbes costituisce il gruppo Equipo Crònica, un contributo particolare alla storia della Pop Art, inteso ad una visione critica della “cronica de la realidad”, nel senso del réportage sociale, che avrà vita fino alla morte di Solbes avvenuta nel 1981. Nel 1985 riceve il Premio Nacional de Bellas Artes España e, nel 1987, il premio Alfonso Roig.
Artista di livello internazionale è presente al Museo Guggenheim di Bilbao nel 2002.


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