- L'ULTIMA BUFALATA -
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Gabbriello di N. venuto di Maremma essendo Buttaro per governar la Bufala
della Contrada della Ciocciola, mori il detto giorno in casa di Mastro Domenico
Corbellaio, e perchè era pioggia grandissima
![]()
Come per il Palio moderno, anche per le Bufalate, prima della corsa
c'era un corteo. Terminata la sfilata delle Comparse, i pungolatori* dovevano
presentarsi ai Giudici con le loro Bufale per la segnatura, dopodichè gli
animali venivano condotti davanti al canape: al segno del trombettiere le bufale
dovevano essere lanciate per i tre giri della corsa, che si svolgeva seguendo la
direzione opposta a quella di oggi. La partenza avveniva in prossimità del
vicolo dei Borsellai, ma nel 1650 sappiamo che la mossa fu data dirimpetto al
vicolo di S.Paolo, dove era sempre l'arrivo. Avanti e dietro la bufala,
cavalcata dal "buttero", potevano andare soltanto i deputati con i loro pungoli e
nessun altro. La corsa probabilmente procedeva caoticamente e poteva accadere
che la bufala retrocedesse, si impuntasse o saltasse fuori dallo steccato che
delimitava la piazza: allora entravano in gioco i pungolatori a rimettere
l'animale nella giusta direzione, lottando con la bestia recalcitrante. Grazie
alla cronaca di Guglielmo Palmieri, sappiamo che giovedì 3 novembre 1650, alle
ore 11½ del mattino, iniziò quella che sarebbe stata l'ultima bufalata della
storia di Siena, organizzata in onore del Granduca Ferdinando II, che vi
assistette insieme ai suoi familiari. Vi parteciparono le contrade: della Lupa,
dell'Oca, del Drago, della Chiocciola, della Torre e dell'Onda. "Terminata la
Comparsa di tutte le accennate Contrade, ciascuna si ritirò al suo Palco, che
fabbricato avevano intorno alla Piazza. Si diede subito ordine all'immissione
delle Bufale, ed al tocco della Tromba in tre volte si lasciò il
canape, e corsero, e restò vittoriosa, quella della Chiocciola. Il Palio era di
broccato d'oro, di valuta di circa 140 scudi con fodera di taffetà* doppio nero
e bianca, insegna della Balzana, colle armi* in taffetà della Serenissima Gran
Duchessa, e del Gran Duca." ![]() La bufalata del novembre 1650 ![]() ![]() Archivio di Stato di Siena - Patrimonio Resti 958 - 11 dicembre 1650 Rimane da sottolineare che già in un precedente documento di Curia, si faceva cenno di una morte avvenuta per i postumi di un incidente occorso durante la bufalata del 15 agosto 1632. ![]() (Archivio Arcivescovile di Siena, defunti di S.Giovanni Battista sotto la Metropolitana, libro 1091, c.s.n.) Adì 2 di Novembre 1632 Martedì**. Martio di Uranio d'Anni 24 essendo caduto fino il dì 15 Agosto prossimo
passato in occasione del Corso del Palio con le bufale; et andato allo Spedale si risanò alquanto
stando così mezzo convalescente, il dì Primo detto nelle quattro hore di notte* gli venne un'Accidente;
fù domandato il Curato quale subbito senza perder tempo alcuno andato, lo trovò morto; riferirno
quelli di casa che l'ultimo d'ottobre prossimo Passato s'era confessato
e Communicato. Fù sepolto il suo corpo nella Chiesa di S.Giovannino essendogli fatta la carità d'ogni cosa.
Abitava al Laterino. ![]() Secondo un altro elenco, le Bufalate sarebbero state così vinte: 5 dalla Torre
(1601 1602 1621 1635 1640); 4 dall'Onda (1599 1609 1623 1630); 3 dal Bruco (1605 1620 1621) e dal
Nicchio (1612 1632 1638); 2 dall'Aquila (1610 1622), dalla Chiocciola (1625 1650), dalla
Civetta (1619 1647), dalla Lupa (1599 1631), dal Montone (1637 1645), dall'Oca (1618 1639),
dalla Pantera (1644 1646) e dalla Selva (1634 1643); e uno per ciascuno dalla Giraffa (1629),
dall'Istrice (1649), dalla Tartuca (1617) e dalla Vipera (1648). Non appare
mai vittorioso il Drago e al Leocorno talvolta viene attribuita quella del 1611, che probabilmente non venne assegnata da ciò che appare nel bando del 1612. La bufalta del 1599 se l'attribuiscono sia la Lupa che l'Onda e lo stesso dicasi per quella del 1621 con Torre e Bruco. Curiosamente anche questo elenco non menziona la corsa svoltasi il 15 agosto 1632. |