
- IL SONETTO DI BEPPE PALLINI -
Giocare a pamèla
Era cosa comune qui in città,
sul lastricato liscio, ben spianato,
di vicoli, di piazze o giù al mercato,
vedere dei ragazzi li a giocà,
provandosi accaniti ad atterrà
con un diecione, meglio se piombato,
- quello d'Umberto era ‘l più ricercato -
quattro cartucce messe a riquadrà,
con sopra figurine, anche soldini.
Eran cartucce vòte, già sparate,
era il gioco a pamèla, caro nini,
che pe’ ragazzi era una gran passione,
ci si passava le mezze giornate
e dopo, a casa, qualche scapaccione.
Nota: Era chiamata “diecione” la grossa moneta di rame da 10 centesimi di Vittorio Emanuele II o di Umberto I, ormai fuori corso. A volte ci si faceva praticare da un fabbro un foro al centro, poi riempito di piombo per renderla più pesante.
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