Novantotto
I
Oramai so’ davvero un pezzo avanti,
so’ campato parecchio, mi contento,
non so quanto rimanga a me davanti,
ma non lontano credo sia l’avvento
de la Comare Secca. Ce n’ho tanti
di pensieri pel capo, ma mi sento
sereno e quieto, senza gran rimpianti,
dell’Aldilà certo non mi spavento.
Si deve mori’ tutti, la sentenza
vale da sempre, è un fatto stabilito,
e attendo vigile e senza temenza
che Atropo tetra, le forbici al dito,
al gomitolo mio dell’esistenza
recida il filo e tutto sia finito.
II
So’ novantotto, c’è poco da fa’,
bisogna che mi faccia una ragione,
anche io comincio ad invecchià:
nel capo ci ho una certa confusione,
la memoria s’è messa a vacillà,
è difficile la concentrazione.
I vecchi amici so’ tutti di là
e presto ci sarà la riunione,
si spengerà la luce ed al risveglio
mi troverò nel mezzo a tanta gente,
dove m’aspetto che si starà meglio
perché di certo non mancherà niente
e in quel posto saremo tutti uguali,
col camicione e forse un paio d’ali.
P.S. Però un ho furia, a di’ la verità,
di vede' quel che c’è nell'Aldilà.
Vedi i sonetti nn. 1200, 1130 e 1083
11 aprile 2023
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