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- IL SONETTO DI BEPPE PALLINI -



I cocci

I

Dopo guerra l’incarichi importanti,
siccome avevan vinto l’elezioni,
venivano assegnati ai capoccioni
e più di rado anche ai simpatizzanti,

eran costoro i nuovi padroni,
non più neri, ma rossi e benestanti,
come una volta, in tempi non distanti,
i cosidetti, allora, fascistoni.

Da du’ anni i padroni so’ cambiati,
ma c’è crisi economica mondiale,
c’è questo virus che ci ha contagiati

parecchie cose, insomma, vanno male
e un è per vole’ fare de’ confronti,
ma è meno facile fa’ tornà i conti.

II

Col contributo de la Fondazione,
a fa’ quadrà ‘l bilancio comunale
gli riusciva all’Amministrazione,
ma la Banca l’hanno ridotta male,

te pensa un poco la combinazione,
i compagnucci propio, tale e quale,
quelli che ci hanno anche la presunzione
di fare all’altri, dopo, la morale.

Dice bene un proverbio indovinato,
chi rompe paga e i cocci sono suoi,
ma qui a Siena chi ha rotto un ha pagato

e i cocci l’ha De Mossi fra le mani,
forse lui li riattacca prima o poi,
ma no di certo dall’oggi al domani.

P.S. A oggi so’ du’ anni ch’è insediato,
stiamo a vedere e speriamo bene,
qualche cosina hanno realizzato,
ma d’illudesi troppo non conviene.


25 giugno 2020