
Grandi favorite del Palio sono il Leocorno con Randellone e Giacca e la Chiocciola, con Cispa che monta per la quarta volta di fila Margiacchina.
Buone possibilità anche per la Civetta con Memmo sul veloce Fiorello e per l'Oca con Picino e Lina, già protagonisti insieme nel Palio precedente.
L'Oca è decisa a vincere ed inizia subito il consueto lavoro "diplomatico" del "Sor" Ettore Fontani, "capitano ombra" di Fontebranda. Già dalla mossa si capisce che il lavoro dell'Oca avrà buoni frutti. La sorte affianca Leocorno e Civetta, Randellone, venduto all'Oca, capisce che il cavallo della Civetta è svelto ad uscire dai canapi e non da tregua a Memmo. Nelle posizioni verso il verrocchio Cispa e Testina, al suo ventinovesimo ed ultimo Palio, fanno di tutto per creare spazio a Picino, in particolare ostacolando Titino nella Torre.
Al momento opportuno Picino forza la mossa, i canapi vanno giù e l'Oca va via con un netto vantaggio. Nel frattempo, Randellone impedisce alla Civetta di partire trattenendo per le briglie Fiorello e nerbando Memmo.
Anche la Chiocciola con Margiacchina sparisce subito dalla lotta, restando sempre nella pancia del gruppo. Picino, conosce bene le potenzialità della Lina, controlla agevolmente la corsa, la carriera non ha assolutamente storia.
Randellone, dopo aver frenato la Civetta, porta a spasso per la pista la fortissima Giacca, mantenendosi sempre in ultima posizione.
Angelo Meloni conquista la quarta vittoria per l'Oca, alla sua quattordicesima ed ultima presenza col giubbetto di Fontebranda.
Molto più vivaci della carriera sono le polemiche dei giorni successivi e le conseguenti squalifiche che colpiscono quattro fantini.
Edoardo Furi detto "Randellone" viene squalificato a vita per il suo ostacolo alla Civetta, di questo fantino resteranno nella storia più le sue scorrettezze che l'unica vittoria ottenuta nell'agosto 1923.
Angelo Meloni detto "Picino" viene squalificato per quattro Palli per aver forzato la mossa, nemmeno il ricorso presentato al Re serve a far ridurre la severa sanzione inflitta dal Comune.
Ottorino Luschi detto "Cispa" viene squalificato per due Palii e smette di correre dopo
diciannove presenze e sei vittorie.
Squalifica per due Palii anche per Settimio Borgianni detto "Titino", fantino della Torre.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)











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