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2 luglio 1664
mercoledì
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- prima di iniziare la lettura, si consiglia di leggere l'introduzione -
Palio riconosciuto dal Comune alla Civetta che se lo attribuisce sposando il racconto di Girolamo Macchi, all'epoca sedicenne, secondo il quale "dato che fù la Mossa, cascò il fantino della Lupa e il Cavallo [che] era il primo attese a correre e si mantenne primo; e perché quello della Civetta era secondo, dal Ser.mo Principe Mattias fù ordenato darsi [il premio] a questa Contrada, perché il Palio fù resoluto lo venca il Fantino e no il cavallo"1.
Se questa cronaca fosse stata fedele alla realtà, si sarebbe verificato un fatto anomalo non previsto dalle norme, che ancora non stabilivano che per vincere era sufficiente il solo cavallo.
Nel caso preso in esame, il Principe che si era eretto anche a Giudice della Vincita, avrebbe fatto propria una desueta norma dei Palii alla lunga che non consideravano vincente il cavallo il cui fantino fosse caduto durante la corsa.
Questa interpretazione provocò a distanza di quasi due secoli, le ire di Flaminio Rossi2 che ebbe a definire "imbecille" il Principe Mattias, "giacché un buon senso vince il cavallo e non il fantino"3.
Il fantino vittorioso sarebbe stato Bacchino, al secolo Domenico del fu Lorenzo Bacchini4, da non confondere con Pietro Bacchini, pure lui soprannominato Bacchino, che corse in Piazza con poco successo, dal 1791 al 1798.
Anche un manoscritto della Biblioteca Comunale, che fornisce una cronaca a dir poco fantasiosa, secondo la quale ci sarebbero stati ben 21 partecipanti, conferma l'inesatta versione del Macchi, aggiungendo che la Lupa sarebbe caduta alla "terza girata alla voltata di S.Martino"5, dando così spunto ad altri estensori.
In assenza di delibere delle Contrade che erano intenzionate a partecipare, rimane saldamente in piedi l’ipotesi che questa carriera non sia mai stata disputata.
NOTE:
[1] ASS, Girolamo Macchi, memorie, vol. III, ms, D 109, ms, c. 409v
[2] Flaminio Rossi passò alla cronaca per un episodio di morte apparente che, suo malgrado, lo 5 luglio dal vide protagonista. "Il Libero Cittadino" in un trafiletto del 2 agosto 1868, in polemica con il Municipio e la conduzione delle camere mortuarie della città, citava a esempio proprio questo triste avvenimento accaduto nel settembre 1855: "Tutti a Siena rammentano del povero Dott. Flaminio Rossi, trovato la mattina tutto laceratosi e con la faccia stravolta sulla soglia della porta”.
[3] BCS, F.Rossi, Le Contrade della Città di Siena, Vol. I, A VI 43, ms, p. 379
[4] AAS, Stati delle Anime di S.Matteo ai Tufi 2815, anno 1683, c.s.n.
[5] BCS, A.VI.47, Relazione delle Rappresentanze, Spettacoli e Comparse fatte dalle Contrade ecc., anonimo, ms, p.99
 ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE


RIEPILOGO VITTORIE DAL 1633 AL 1691
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