In neretto chi vinse la prova; l'ordine delle dieci Contrade segue quello dell'estrazione, ossia è riferito alla prima prova.

Il Palio fu vinto dall'Oca (vedi la scheda relativa)
I migliori cavalli toccarono al Nicchio (nuovo), alla Pantera (toccato nel luglio al Montone), all’Aquila (toccato nel luglio alla Giraffa), all’Oca (toccato nel luglio alla Selva). Erano discreti quello dell’Onda (lo stesso che questa Contrada aveva avuto nel luglio) e del Drago (toccato nel luglio alla Torre). Erano cattivi quello della Torre (la vecchia Lina, vincitrice per l’ultima volta nel 1931 nell’Aquila), della Chiocciola e del Bruco. Il peggiore di tutti toccò alla Tartuca.
La Torre – scrive lo Zazzeroni – ebbe un cavallo zoppo di proprietà del Cav. Ettore Fontani, mangino di Fontebranda. Anziché far subito buon viso alla cattiva fortuna, il barberesco Savelli, si rifiutò di ritirare il cavallo che rimase nel Cortile del Podestà, mentre un gruppo di Torraioli andò a protestare dal Podestà, credendo di poter ottenere chissà che cosa. Dopo diverse ore, però, i Torraioli dovettero ritirare l’animale portarlo in Contrada.
1a PROVA – La sera del 13 Agosto fu corsa la prima prova davanti ad un folto pubblico, che gremiva la piazza, i palchi, le ringhiere, etc.
Non corse la Torre, avendo il cavallo zoppo; i fantini furono chiamati fra i canapi nell’ordine con cui le comparse entrano in piazza nel corteo precedente il Palio, e ciò secondo un’usanza praticata da tantissimi anni.
Data la mossa, prima a partire fu l’Oca seguita alle spalle dall’Aquila, quindi dalle altre in gruppo. Non si ebbe una gran gara, perché l’Aquila al 2° giro tratteneva il cavallo e lasciava che la Pantera passasse liberamente seconda. Questa seguì per tutto il resto della corsa l’Oca alle spalle, ma non riuscì a passarla, specialmente perché all’ultimo giro alla voltata del Casato il cavallo dette giù con il posteriore.
Al 2° giro alla voltata del Casato, il cavallo del Bruco urtò in quello della Tartuca e cadde, mentre il fantino di quest’ultima, scavallato per l’incidente, riuscì a rimontare a cavallo e a seguitare la corsa. Alla vincita arrivarono: Oca, Pantera, Drago.
2a PROVA – La mossa fu pessima, perché il Nicchio chiamato nono entrò di corsa, ed il mossiere per evitare disgrazie abbassò il canape, mentre la Chiocciola era ancora fuori dei canapi.
Partì prima l’Oca e tale si mantenne per il 1° giro, ma dopo trattenne il cavallo ed allora passò prima la Pantera, che al principio del 3° trattenne a sua volta il cavallo e fu passata dal Nicchio e dal Drago. Il fantino del Bruco cadde al 2° giro a S.Martino ed il cavallo scosso continuò la corsa. Al principio del 3° giro cadde pure il fantino dell’Onda, dopo essere stato semi-scavallato per quasi un giro, attaccato al collo ed ai crini del cavallo. Alla vincita arrivarono: Nicchio, Drago, Pantera e il cavallo scosso del Bruco.
La Torre non corse per lo stesso motivo della prova precedente.
L’OFFERTA DEL CERO – La tradizionale offerta del cero alla Madonna del Voto, effettuatasi secondo il consueto il 14 Agosto non poteva riuscire più imponente.
Verso le ore 16 le strade che doveva percorrere il corteo erano già affollatissime. Moltissime finestre erano adorne di arazzi, le Contrade avevano esposto le loro bandiere, così la città assumeva l’aspetto delle grandi occasioni, facendo comprendere come Siena, nonostante la sosta di sessant’anni, riviva ogni anno, e così fino dal 1924, la sua tradizione sette volte secolare.
Il corteo partiva dalla Chiesa di S.Giorgio circa le ore 17, aperto dai Vigili del Fuoco, seguivano le bandiere delle terre soggette all’antico Stato senese. Quindi: Parrocchie della Campagna e della Città, ognuna recante la loro offerta di cera. Trombetti di Palazzo. Il Palio, i Paggi Maggiori delle 17 Contrade, il Portainsegna del Magistrato delle Contrade, i labari dei Terzieri, i Priori delle 17 Contrade, i gonfaloni dei Comuni: Sovicille, Monteroni, Castelnuovo Berardenga e Monteriggioni, seguiti dai respettivi Podestà, il Gonfalone del Comune di Siena, accompagnato dal Podestà Conte Fabio Bargagli Petrucci e da vari consultori.
Seguivano in gruppo le varie autorità cittadine, ed infine, trainato da quattro bellissimi bovi, il carro recante il cero votivo.
Il corteo, dopo avere percorso fra due file fitte di popolo le vie: Pantaneto, Banchi di Sotto, Città e del Capitano, raggiungeva la Cattedrale, dove, sulla porta maggiore, si trovava l’Arcivescovo con il Capitolo Metropolitano in abito corale ed il Rettore dell’Opera del Duomo. Quindi, dopo celebrata una funzione nella Cappella del Voto e collocato il cero in apposito candeliere, la cerimonia aveva termine.
3a PROVA – Dopo la cerimonia del cero veniva corsa la 3a prova. Prima a partire fu l’Aquila, seguita da Bruco e Nicchio, quindi dagli altri in gruppo, eccettuata l’Oca che rimase ferma al canape e partì quando gli altri erano alla Fonte, e la Torre, il cui fantino scese da cavallo appena calato il canape. L’Aquila acquistò subito terreno, e prima a distanza si mantenne per due giri. Al principio del 3° giro trattenne il cavallo e fu passata dal Nicchio, che vinse la prova, seguito a breve distanza dall’Onda e Pantera.
Il fantino della Torre, Pompeo Furlanich, per essere sceso da cavallo appena data la mossa, fu fu squalificato e con il medesimo provvedimento fu diffidato il Capitano della Contrada.
4a PROVA – Calato il canape partivano prime unite Aquila, Chiocciola e Nicchio, quindi le altre in gruppo. A S.Martino voltava prima l’Aquila e seondo il Nicchio, e così si mantenevano per tutto il 1° giro. Al principio del 2° giro ambedue trattennero il cavallo ed allora passò prima l’Onda, che tale si mantenne fino al 3° giro alla pianata, dove fu passata dalla Pantera. Alla vincita arrivarono: Pantera, Onda, Drago.
PROVA GENERALE – Avanti la prova fu estratta la consueta tombola a beneficio del Magistrato delle Contrade. Bellissimo era il colpo d’occhio, che offriva il Campo gremito di pubblico.
Non corse il Drago per avere il cavallo zoppo, che sarebbe dovuto entrare settimo; e come pure non corse la Tartuca, non avendoci fantino, che sarebbe entrata ultima.
Dal canape partì primo il Nicchio seguito alle spalle dall’Aquila, che prima di S.Martino passò la competitrice. Alla pianata l’Aquila trattenne il cavallo e allora fu primo nuovamente il Nicchio, seguiva l’Onda che al principio del 2° giro fu passata dalla Pantera. Durante gli altri due giri si ebbe una bella gara, perché la Pantera continuamente cercò di passare il Nicchio, ma inutilmente. Alla vincita arrivarono: Nicchio, Pantera, Onda.
PROVACCIA –
La corsa fu come al solito priva di qualunque interesse, tanto che vinse la Tartuca, che aveva il peggiore cavallo di tutti.
Corsero gli stessi fantini che per il Palio. Non corse il Drago per la zoppaggine del cavallo.




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