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- LE PROVE DEL PALIO DEL 2 LUGLIO 1929 -
pagina curata da Carmelo Lauretta e Alberto Fiorini



In neretto chi vinse la prova; l'ordine delle dieci Contrade segue quello dell'estrazione, ossia è riferito alla prima prova.



Il Palio fu vinto dal Leocorno (vedi la scheda relativa)


I migliori toccarono al Leocorno (vincitore nel settembre u.s.), alla Pantera (vincitrice nell’agosto u.s.), all’Aquila e alla Lupa. Venivano quindi quelli dell’Istrice (toccato nel settembre u.s. alla Lupa), del Nicchio (vincitrice nell’Oca nel luglio 1928) e del Bruco. Per quanto difficoltoso, era pure mediocre quello del Drago. Erano cattivi quelli toccati alla Torre e alla Giraffa.

1a PROVA – Davanti a un numerosissimo pubblico, e dopo l’estrazione della consueta tombola a beneficio del fondo permanente per il rinnuovamento degli storici costumi delle Contrade, ebbe luogo questa prova che riuscì senza alcun interesse, perché come i cavalli partirono dal canape, così – si può dire – arrivarono alla vincita. Solo fra il 1° e il 2° giro si ebbe un poca di gara fra Aquila, Nicchio e Giraffa. Alla vincita arrivarono: Pantera, Leocorno, Aquila. Il fantino del Drago cadde al primo giro a S.Martino, ed il cavallo subito si fermò.

2a PROVA – Il Leocorno partì primo dal canape, sempre si mantenne tale e vinse senza alcun contrasto la prova. Se la gara mancò per il primo posto, si ebbe però durante i 3 giri molto contrasto fra i secondi, e cioè: Lupa, Bruco, Aquila, Giraffa e Istrice. Il fantino dell’Aquila cadde al 1° giro a S.Martino, ed il cavallo subito si fermò. Alla vincita arrivarono: Leocorno, Bruco, Lupa, Giraffa.

3a PROVA – Dal canape partì primo il Leocorno, che sempre si mantenne tale nonostante i continui sforzi fatti dalla Pantera per raggiungerlo. Fra gli altri non si ebbe alcuna gara. Alla vincita arrivarono: Leocorno, Pantera. Il Drago cadde a S.Martino al 1° giro. La mossa fu data due volte perché il fantino dell’Istrice spinse innanzi tempo il cavallo, ed il mossiere, onde evitare disgrazie, fece scattare il canape, dando però subito il segnale di falsa partenza. In seguito a ciò il fantino Baldini detto Bovino fu dal Podestà sospeso dal prendere parte al Palio del 2 Luglio 1929. Le mosse delle restanti prove e quella del Palio furono affidate alla guardia municipale Gino Sampieri, che, per aver assolto il proprio compito in modo soddisfacente, il 29 luglio 1929 ricevette un encomio dall’amministrazione comunale ed il compenso di £ 100.

4a PROVA – Dal canape partivano primi Nicchio ed Aquila. Voltati a S.Martino, l’Aquila tratteneva il cavallo, ed allora entrava secondo il Bruco, il cui fantino cadde alla voltata del casato. Il Nicchio allora rimase primo per tutto il resto della corsa, sempre seguito molto da vicino dal cavallo scosso del Bruco. Alla vincita arrivarono: Nicchio, il cavallo scosso del Bruco, Leocorno. Non corse l’Istrice non avendo cercato un fantino, sperando che fosse al Bovino condonata la punizione inflittagli dall’autorità comunale.

PROVA GENERALE – Un numerosissimo pubblico assisté a questa prova, che doveva segnare nella storia del Palio un doloroso incidente, infatti morì il cavallo della Nobile Contrada dell’Aquila, colpito da paralisi cardiaca poco dopo la partenza. Caduto il canape, un gruppo compatto, composto da Bruco, Torre, Nicchio, Aquila e Leocorno, si lanciava subito nella pista distanziando gli altri di diversi colonnini. Giunti sotto Casa Sansedoni cadeva il cavallo dell’Aquila, rimanendo inerte al suolo. Dopo la voltata di S.Martino il Bruco prendeva il primo posto seguito dal Leocorno, il cui fantino cadeva al 1° giro al Casato; il cavallo scosso avanti a S.Martino passava il Bruco e mantenendosi primo per tutto il resto della corsa vinceva la prova, mentre 2° arrivava il Bruco, poi la Pantera, e il Nicchio. L’essere il cavallo dell’Aquila rimasto disteso in mezzo alla pista unitamente al fantino, fece discendere dai palchi molte persone per tirare da parte il primo e soccorrere il secondo. Ciò fu causa che alcuni fantini si fermassero, in modo che alla vincita arrivarono quattro soltanto. L’Istrice non corse per la stessa ragione accampata per la 4a prova. Il fantino dell'Aquila detto Sgonfio fu trasportato immediatamente allo Spedale, dove fu ricoverato a causa delle gravi ferite riportate alla faccia e sintomi di commozione celebrale, con prognosi riservata. Il cavallo, potutosi rizzare, venne condotto alla stalla della Contrada da numerosi popolani appartenenti a tutte le Contrade. Visitato dal veterinario comunale Dott. Pasquale Pietroni gli fu riscontrata la frattura della cassa cranica, tanto che la sera alle 22,20 spirava. Sulla causa di questa caduta varie furono le ipotesi; i sanitari ritennero che piuttosto di un inciampone si trattasse di una mancanza (una specie di sincope) capitata improvvisamente al cavallo: certo è che la morte avvenne esclusivamente per la frattura della cassa cranica. Questo doloroso incidente capitato ad una Contrada che da 23 anni non vinceva il Palio, e che questa volta era fra le più quotate per raggiungere l’agognata vittoria, destò in tutta la cittadinanza un vero rincrescimento Terminata la corsa una rappresentanza municipale, preceduta dai tamburini di palazzo, recò il Palio alla Collegiata di Provenzano. Sulla porta del tempio erano a ricevere le autorità municipali l’intero Capitolo in abito corale, ed il Rettore dell’Opera Comm. Prof. Alamiro Ragoni, unitamente al Consiglio d’Amministrazione. Il Palio era opera pregevolissima del pittore Vittorio Giunti. Con i fondamentali caratteri araldici del Palio il Giunti fissò in una spigliata e signorile composizione di putti che elevano e coronano in un trionfale inno la Madonna di Provenzano l’espressione più pura della tradizionale festa che ha avuto ed ha il potere di mantenere inalterata attraverso i secoli la sincera commozione in quanti hanno la fortuna di assistervi con continua ansietà o per il godimento di un’estetica gioia.

PROVACCIA – Dopo una discreta gara durante il 1° giro, questa prova si svolse come al solito senza alcun interesse. Corsero gli stesi fantini che per il Palio; ma la prova si ridusse a sole 8 Contrade. mancarono l’Aquila per la morte del cavallo, e l’Istrice perché il fantino Sgonfio, uscito alle ore 8 dallo Spedale, non fu in grado di montare a cavallo. Vinse il Drago.

Sulla morte del cavallo dell’Aquila il veterinario Dott. Pasquale Pietroni fece avere al Podestà il seguente rapporto:
Comune di Siena Servizio Zooiatrico
Siena, lì 1 Luglio 1929
Oggetto: Cavallo della Contrada dell’Aquila, morto per paralisi cardiaca.
All’Ill.mo Sig. Podestà di Siena

Informo V.S. che nella prova di questa sera il cavallo della Contrada dell’Aquila è stato colto da paralisi cardiaca ed è stramazzato al suolo, essendo escluso che abbia inciampato in qualche ostacolo fisso o mobile nel tratto più grande della pista. Sollevato dai numerosi accorsi è stato sospinto fino alla scuderia della Contrada, ove, appena giunto è caduto in uno stato di completa paralisi, con sospensione del ritmo respiratorio e con gravi artimie cardiache. Somministratogli dell’adrenalina ed altri rimedi, e applicati impacchi freddi alla testa, si è ripristinato il ritmo respiratorio, e si è regolarizzato il rimpo cardiaco, col ripristino del battito delle palpebre, per la durata di circa un’ora e mezzo. Ma cessata l’azione effimera del rimedio, dopo tre ore dall’accaduto, alle ore 10,30, l’animale è morto.

Il Veterinario Capo - Dott. Pietrosi