In neretto chi vinse la prova; l'ordine delle dieci Contrade segue quello dell'estrazione, ossia è riferito alla prima prova.

Il Palio fu vinto dalla Chiocciola (vedi la scheda relativa)
I migliori toccarono all’Oca (quello vincitore nel luglio nella Pantera), alla Chiocciola (toccato nel luglio alla Tartuca), alla Tartuca (Fiorello, vincitore nell’agosto 1925 nella Chiocciola) e all’Istrice (Norge, toccato nel luglio all’Oca). Erano discreti quelli della Civetta (Girardengo, toccato nel luglio all’Onda), dell’Aquila (Lupetta, toccata nel luglio alla Chiocciola) e al Nicchio (toccato nel luglio alla Lupa). Erano cattivi quelli della Lupa, Torre e Pantera.
1a PROVA – Davanti a numeroso pubblico ebbe luogo questa prova.
Dal canape partivano prime Civetta, Aquila e Tartuca, seguite dall’Oca e quindi dagli altri in gruppo. A S.Martino cadeva il fantino della Tartuca che, già passata l’Aquila, stava per passare ancora la Civetta. Rimanevano prima Civetta, poi Aquila, e Oca. Al principio della salita del Casato l’Oca passò l’Aquila avvicinandosi alla Civetta, che per tutto il resto della corsa poté mantenersi prima per quanto l’Oca cercasse continuamente di passarla, specialmente al 3° giro sotto Casa Sansedoni.
Fra gli altri si ebbe pochissima gara.
Alla vincita arrivarono: Civetta, Oca, Aquila.
2a PROVA – Dal canape partivano insieme Aquila e Oca, seguite dagli altri in gruppo. A S.Martino voltava 1a l’Aquila seguita alle spalle dall’Oca, che durante i primi due giri tentò più volte, ma inutilmente, di passarla. Al 3° giro l’Oca trattenne il cavallo, e prima di voltare a S.Martino fu passata dall’Istrice. Alla vincita arrivarono: Aquila, Istrice, Oca. La Lupa cadde al 3 giro a S.Martino e la Tartuca si fermò durante il 1° giro, essendoglisi azzoppato il cavallo.
3a PROVA – Nel pomeriggio di questo giorno (14 Agosto) ebbe luogo la consueta offerta del cero alla Madonna del Voto.
Poco dopo le 17, il corteo, muovendo dalla chiesa di S, Giorgio, si recò al Duomo sfilando per le vie Ricasoli, Trento, Città, Piazza Postierla e Capitano.
Dopo le 19 ebbe luogo la prova. Dal canape partivano insieme Chiocciola, Oca e Aquila; quindi gli altri in gruppo. L’Oca, stretta fra le altre due, rimaneva terza, mentre prima entrava la Chiocciola e seconda l’Aquila. La Chiocciola, allargandosi per parare l’Aquila che era di fuori, dava modo all’Oca di passare prima, sotto Casa Chigi. Si ebbe allora una bellissima gara, data dalla Chiocciola, che fece continui sforzi per passare l’Oca, e che vi riuscì – fra gli urli di tutta la Piazza – solo al principio del 3° giro.
Alla vincita arrivarono: Chiocciola, Oca, Aquila.
La Tartuca non corse avendo il cavallo zoppo.
4a PROVA – Dal canape partiva prima la Torre, ma subito fu passata dalla Civetta e dall’Aquila. La Civetta, allargandosi verso i palchi per parare l’Aquila, dette agio all’Oca – partita quarta – di prendere lo steccato e voltare prima a S.Martino. Per tutto il resto della corsa la Civetta fece ogni sforzo per raggiungere l’Oca, ma inutilmente. Gli altri, ad eccezione del Nicchio, trattennero i loro cavalli; ed alla vincita arrivarono: Oca, Civetta, Aquila.
Non corse la Tartuca avendo il cavallo zoppo.
PROVA GENERALE – Avanti la prova fu come di consueto estratta la tombola concessa al Magistrato delle Contrade a beneficio del fondo per il rinnuovamento degli storici costumi delle Contrade col premio di £ 800 per la tombola, e £ 200 per la cinquina. Il Campo era gremitissimo di pubblico, e presentava un magnifico colpo d’occhio.
La prova riuscì orribile, perché invece di una corsa si ebbe soltanto un piccolo galoppo di 9 cavalli; la Tartuca non corse avendo ancora il cavallo zoppo.
L’Aquila, partita prima dal canape, sempre si mantenne tale; 2° fu a distanza l’Istrice. L’esito di questa prova suscitò la generale e giustissima indignazione del pubblico.
PROVACCIA – Senza alcun interesse, come al consueto, si svolse questa prova, che fu vinta dal Nicchio.
I fantini della Torre e dell’Oca scesero da cavallo appena calato il canape; quello della Pantera, dove corse Armando Chiantini detto Grappino fece lo stesso prima di arrivare a S.Martino.




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