In neretto chi vinse la prova; l'ordine delle dieci Contrade segue quello dell'estrazione, ossia è riferito alla prima prova.

Il Palio fu vinto dalla Lupa (vedi la scheda relativa)
Il sorteggio fece sì che i migliori cavalli fossero aggiudicati alla Civetta, che ebbe Fanfara, la cavallina baia vincitrice di entrambi i Palii dell'anno avanti, alla Lupa e alla Torre. Erano mediocri quelli andati in sorte a Chiocciola, Giraffa; Leocorno e Aquila; toccarono cattivi al Drago, all'Onda e al Bruco.
La sera del 29 giugno ebbe luogo la prima prova con l’incidente del cavallo del Leocorno (che causò la caduta anche di altre due Contrade) ed il ferimento del fantino. Il cavallo del Leocorno fu esentato dal prendere parte alla seconda ed alla terza prova.
1a PROVA - La Civetta, approfittando di essere stata chiamata ultima fra i canapi, partiva nettamente prima dalla mossa, seguita dagli altri in gruppo. A S.Martino voltavano prima Civetta, 2° Leocorno, 3a Lupa, 4a Giraffa, e così si mantennero per tutto il resto della prova. Al 3° giro a S.Martino cadde il cavallo del Leocorno e sopra di esso Lupa e Giraffa. Alla vincita arrivarono: Civetta, Chiocciola, Aquila.
Il fantino del Leocorno fu subito trasportato allo Spedale dove dal Dott. Mancini gli furono riscontrate varie ferite alla faccia e lo spezzamento dei denti incisivi inferiori. Gli furono dati vari punti di sutura e fu trattenuto allo spedale.
2a PROVA – Priva di qualunque interesse si svolse questa prova, perché i migliori cavalli furono tenuti dai rispettivi fantini, e perché come partirono dalla mossa così arrivarono alla vincita, e cioè: Chiocciola, Giraffa, Drago. In seguito alla caduta fatta nella prova precedente, non corse il Leocorno.
3a PROVA – Non avendo preso parte attiva alla corsa i migliori cavalli, si ebbe una discreta gara fra i cavalli di minor forza, cioè Chiocciola, Bruco, Onda e Drago. Alla partenza cadde il fantino della Giraffa, ed il cavallo continuò la corsa scosso. La Chiocciola, partita prima, sempre si mantenne tale. Il Bruco cadde a S.Martino al 3° giro, mentre era secondo.
Alla vincita arrivarono: : Chiocciola, Onda, Drago. Non corse il Leocorno.
Il fantino del Bruco nella caduta batté fortemente il petto, rimanendo immobile nella pista. Trasportato allo Spedale, il Dott. Redi riscontrò che il Leoni era colpito da choc traumatico ed aveva riportato varie escoriazioni al polso destro ed escoriazioni con ecchimosi alla regione temporale e alla spalla sinistra. Fu trattenuto allo Spedale, da dove uscì dopo qualche giorno.
4a PROVA – Dal canape partiva prima la Chiocciola, subito passata dalla Civetta; venivano poi l’Onda e la Lupa, quindi gli altri in gruppo. Al 2° giro a S.Martino cadeva il fantino dell’Onda, mentre era terzo; dopo questa caduta la Lupa che era quarta si avvicinava alla Chiocciola e a Casa Chigi al 3° giro la passava stringendola ai cancellati. Il fantino della Chiocciola batteva nell’asta del bandierino che è alla voltata di S.Martino e cadeva. La Lupa entrata seconda cercava per tutto il resto della corsa di raggiungere la Civetta, senza però riuscirvi.
Alla vincita arrivarono: : Civetta, Lupa e il cavallo scosso della Chiocciola.
Il fantino della Chiocciola, Fulmine, trasportato allo Spedale vi fu trattenuto, avendo riportata nella percossa contro l’asta del bandierino una ferita alla testa. Uscì, per quanto non completamente guarito, dopo vari giorni.
PROVA GENERALE – Per quanto la Civetta, che aveva il migliore cavallo, non prendesse parte attiva alla corsa, pure questa prova fu assai interessante per la continua gara che vi fu fra Lupa e Chiocciola, che durante i 3 giri furono primi or l’una or l’altra. All’ultimo giro era prima la Chiocciola, ma pochi passi avanti la vincita la Lupa passava prima, vincendo la prova.
Il fantino dell’Aquila scese da cavallo appena calato il canape.
PROVACCIA – Durante il primo giro si ebbe un poca di gara fra Chiocciola e Civetta, quindi tutti trattennero i cavalli, e questa prova fu come sempre priva d’interesse. Vinse la Civetta.
Corsero gli stessi fantini che per il Palio, ad eccezione dell’Aquila, ove corse Lorenzo Fabbri detto Pappìo, il quale scese da cavallo appena calato il canape.




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