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- LE PROVE DEL PALIO DEL 16 AGOSTO 1922 -
pagina curata da Carmelo Lauretta e Alberto Fiorini



In neretto chi vinse la prova; l'ordine delle dieci Contrade segue quello dell'estrazione, ossia è riferito alla prima prova.


Il Palio fu vinto dal Bruco (vedi la scheda relativa)


I migliori cavalli toccarono al Bruco (Fanfara, toccato nel luglio al Montone), alla Chiocciola (nel luglio alla Pantera), alla Giraffa (nel luglio all'Istrice), al Leocorno (nel luglio alla Selva). Erano discreti quelli della Civetta (toccato nel luglio alla Tartuca), della Torre (nuovo), del Nicchio (nuovo), dell'Istrice (nel luglio all'Oca); cattivi toccarono alla Lupa (nel luglio all'Aquila) e alla Tartuca (nuovo).
Le prove si svolsero tutte con regolarità, anche se vi furono incidenti e proteste abbastanza singolari. Durante la prima prova si ferì il fantino Giulio Cerpi detto Testina (Tartuca), il quale riportò la frattura al malleolo del piede destro e non poté più partecipare alle prove. Montò per il Palio, ma fu esonerato dal partecipare al corteo storico. Durante l’ultima prova rimase ferito leggermente anche il fantino della Lupa, Angelo Serio detto Pirulino, per cui anche questa Contrada ritenne opportuno di chiedere la dispensa del proprio fantino dal montare il soprallasso durante il corteo. Il cavallo della Contrada dell’Istrice, infortunatosi nel corso della prova disputata la mattina del 15 agosto, fu esonerato dal correre la prova generale e la provaccia. In seguito all’infortunio patito dall’animale il fantino Arturo Bocci detto Rancani, si fermò prima di concludere la prova. Per questo motivo fu sospeso dalle corse con un provvedimento dell’autorità municipale; tuttavia fu riammesso per correre il Palio, partecipandovi regolarmente. Sempre nel corso della quarta prova, tutti quanti i fantini dettero vita ad una corsa priva di qualsiasi interesse, suscitando le proteste del pubblico. In seguito a ciò, il Sindaco inviò ai Capitani delle dieci Contrade una lettera di biasimo.
I Capitani, a loro volta, presentarono al Sindaco un esposto per lamentare atti incivili e violenti effettuati durante le prove da alcuni elementi del pubblico. Nella lettera i Capitani non precisarono perché una parte del pubblico cercò di turbare ed impedire la tradizionale libertà delle Contrade in corsa, ma minacciarono di ritirare ciascuno la propria Contrada dal Palio nel caso in cui gli atti violenti ed incivili si fossero ripetuti.

1a PROVA – Dal canape partiva prima Giraffa, seconda Chiocciola, terza Tartuca, quindi gli altri in gruppo. A S.Martino cadde il fantino della Tartuca ed entrava terzo il Bruco, il quale al principio del 2° giro spingeva il cavallo e raggiunta la Chiocciola stava per passarla, quando a S.Martino cadde il fantino. Per il resto della corsa i posti rimasero invariati, ma all’ultimo giro la Civetta spinse il cavallo, e pochi passi avanti la vincita riuscì a passare la Chiocciola, in modo che al bandierino arrivarono nell’ordine seguente: Giraffa, Civetta, Chiocciola. I cavalli della Tartuca e del Bruco si fermarono dopo la caduta dei respettivi fantini. Il fantino Cerpi (Tartuca) nella caduta riportò la frattura del malleolo esterno del piede destro, onde fu ricoverato allo Spedale, ove stette fino al giorno del Palio.

2a PROVA – Fu questa una prova di scarso interesse avendovi preso parte attiva soltanto la Torre; e al principio del 3° giro un poco la Chiocciola e la Civetta. Alla vincita arrivarono: Leocorno, Torre, Chiocciola, Civetta. A S.Martino caddero al 1° giro il fantino del Nicchio, e al 2° quello della Tartuca; i cavalli scossi si fermarono subito. 3a PROVA – Dal canape partiva prima la Chiocciola seguita dagli altri in gruppo. Benché nessun fantino avesse spinto il proprio cavallo, al principio del 2° giro la Giraffa dopo una breve gara passava la Chiocciola, mentre la Civetta, partita tra gli ultimi, cercava di prendere i primi posti ed al principio del 3° giro entrava terza, ma giunta a S.Martino cadeva il fantino e la cavalla seguitava scossa la corsa. Alla vincita arrivarono: Giraffa, Chiocciola, la cavalla scossa della Civetta.

4a PROVA – Il Nicchio, chiamato 2° fra i canapi, appena entrato cercava di saltare il canape anteriore, onde il mossiere, per evitare disgrazie, l’abbassava ed il cavallo fece a galoppo un giro senza che il fantino riuscisse a fermarlo. Chiamati nuovamente fra i canapi, il cavallo del Nicchio stette relativamente fermo in modo che la mossa riuscì assai bene. I fantini partirono in gruppo, del quale prese subito la testa il Bruco, seguito dalla Torre. Al principio del 2° giro tutti trattennero i cavalli, mentre entrava prima la Giraffa e seconda la Civetta. La prova non ebbe più alcun interesse, suscitando le generali proteste del pubblico. Vinse la Giraffa. Il fantino del Nicchio cadde al 3° giro a S.Martino; l’Istrice si fermò al 2° giro al Casato essendosi azzoppato il cavallo.
Durante la prova della mattina del 15 agosto – come abbiamo accennato – il fantino dell’Istrice, Arturo Bocci detto Rancani, dovette scendere da cavallo al secondo giro, perché si era accorto che il proprio cavallo era rimasto infortunato ad una zampa. I dirigenti municipali addetti alla Festa, probabilmente infuriati per lo spettacolo indecoroso offerto dai fantini, i quali durante la prova non si erano minimamente impegnati, non essendo a conoscenza della zoppia dell’animale, interpretarono il comportamento del fantino della Contrada dell’Istrice come un atto arbitrario e, riunitisi subito dopo la corsa in Palazzo Pubblico, decisero l’immediata squalifica del Bocci dalle corse dell’anno.

PROVA GENERALE – Avanti la prova fu dal Palco dei Giudici estratta la consueta tombola, con premio di £ 800 per la tombola e £ 200 per la cinquina, a beneficio dell’Associazione di Pubblica Assistenza e del Regio Orfanotrofio.
Molto interessante riuscì questa prova per la bella gara che vi seguì durante i primi due giri. Dal canape partì prima la Torre, che tale poté mantenersi fino alla pianata al 2° giro, dove fu passata dal Leocorno e poco dopo dalla Giraffa. Al principio del 3° giro la Civetta raggiunse la Torre, e forse l’avrebbe passata se sotto Casa Sansedoni il fantino non avesse trattenuto la cavalla. Alla vincita arrivarono: Leocorno, Giraffa, Torre, Civetta. L’Istrice non corse avendo il cavallo zoppo.

PROVACCIA – Priva di qualunque interesse fu, come al solito, questa prova, che fu vinta dal Nicchio. Corsero gli stessi fantini che per il Palio, ad eccezione della Tartuca, ove corse Carlo Magnelli. L’Istrice anche a questa prova non prese parte.



Il Popolo di Siena, 19 agosto 1922