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- PROCESSI E FATTI CURIOSI CHE RIGUARDANO I FANTINI -

L'incauto acquisto di Gistri Mugnaio e di Brecchino






Questo processo, svoltosi nel febbraio del 1800, vide coinvolti a vario titolo, alcuni giovani che in seguito diverranno personaggi più o meno di spicco del Palio di Siena:

Francesco Sucini (Borsone e non Polpettino come è giunto ai giorni nostri), Antonio Morandi (Gistri Mugnaio), Filippo Rossi (Vecchia) e Giuseppe Brecchi (Brecchino).


Pochi giorni dopo le vicende del "Viva Maria", la notte del 4 luglio 1799, la bottega dell'ebrea Perla vedova Cipriani, posta in Pantaneto, subì un furto di "panni da vestire, biancheria e degli argenti", da parte di un gruppo di ladri che vi entrarono dopo aver praticato un foro nella parete.
Fra gli autori vi era il lanino Francesco Sucini detto Borsone che nei giorni seguenti al misfatto vendè a Antonio Morandi mugnaio abitante fuori della Porta Pispini e a Giuseppe Brecchi mugnaio al Bozzone, alcune stoffe illecitamente trafugate.
In veste di testimone, venne interrogato pure Filippo Rossi, che asserì di lavorare al Mulino dei Due Ponti insieme a Filippo Felloni, che era fratello di Tommaso, meglio conosciuto come Biggéri.
Questo soprannome pare andasse di gran moda a quell'epoca, tanto che un altro protagonista di questa vicenda, anch'egli indagato per incauto acquisto, ne vantava uno identico: Lorenzo Nardi, giovane "piuttosto piccolo di giusta grassezza, di carnagione piuttosto bruna, di barba nera, capelli simili legati a coda", che oltretutto potrebbe essere divenuto pure lui un fantino di Piazza.
Infatti, il Sergardi nel suo manoscritto, indica tal Nardi che avrebbe disputato il Palio del luglio 1795 nel Drago, a dispetto di altri autori che concordano che a partecipare a quella carriera vi fosse stato Giovanni Pescini detto Pesce.
Ma la figura del Nardi, calzolaio ai Pispini, ci colpisce anche per quell'altro aspetto sopra accennato, che riguarda il soprannome: veniva chiamato Biggéri come il famoso Tommaso Felloni, che a quella data aveva già vinto 5 volte.




Archivio di Stato di Siena - Capitano di Giustiza 287 - n.115