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- PROCESSI E FATTI CURIOSI CHE RIGUARDANO I FANTINI -

Le ingurie e il turpiloquio di Francesco Santini e di sua moglie



Siena, via della Fonte
via della Fonte



Adì 24 ottobre 1833
"Il Tribunale Criminale di Siena, veduti gli atti stati compilati in seguito di doglianza presentata sotto il dì 15 del corrente mese dai coniugi Giovan Battista e Carlotta Bartaletti di questa città, condanna i mentionati coniugi Francesco e Settimia Santini in sei ore di sequestro nel Pretorio per ciascheduno per le ingiurie in danno di Carlotta Bartaletti, e per il turpiloquio di cui sono stati imputati, a pagare solidamente a queste guardie di Palazzo Lire una, soldi tre, denari quattro per diritto di citazione loro dovuto e nelle spese degli Atti che tassa in lire tre".

Questo dunque il verdetto della Corte che prendeva atto di una querela sporta da Carlotta Bartaletti, che a suo dire, venne gravemente offesa dai coniugi Santini. Tutto nacque per una gelosia, riferita ad un paio di orecchini indossati dalla giovane figlia del Gobbo Saragiolo. Inizialmente furono coinvolte in un'accesa e colorita discussione soltanto le due donne e solo in seguito intervenne il Santini che si trovava casualmente a passare da quelle parti, durante il vivace alterco.
Così il Santini riferisce al Tribunale:

"Lunedì di questa settimana ossia il 14 del corrente, circa le cinque pomeridiane, passando io a cavallo per la spiaggia del Frosini² dove ho la stalla, e quando fui nella piazzetta che porta lo stesso nome, e dove ho la casa, sentendo litigare la mia moglie Settimia con una donna del vicinato che la chiamano la moglie del Grinse, ma che ignoro il nome, e il casato, gli dissi quando l'ha da far finita, se un altra volta mi ci intoppo io va a finir male, e lei allora ricominciò a farmi le corregge colla bocca, e mi soggiunse: vallo a pigliare in culo, Io gli risposi: te ci andrai sudiciona che ci sei avvezza, e per due volte dissi per Dio si ha da far finita, e non vi seguì altro perchè io rimontai a cavallo, e me ne andai.
Non è vero niente che in quella circostanza trattassi la moglie di Grinse di Troja, di buggerona rotta in culo, e che gli andassi colle mani sul viso in atto di darli, e che essa si liberò serrandosi in casa, come non è vero che io bestemmiassi malamente il nome di Dio mettendolo sotto i piedi, e la prendessi perfino colla Madonna...".

Ma come abbiamo poc'anzi letto, non venne creduto e quindi condannato.

¹ Attraverso lo Stato delle Anime del 1838 si intuisce che la piaggia del Frosini era il vicolo delle Lupaje, toponimo anch'esso scomparso che oggi si può identificare con via della Fonte, nella contrada dell'Onda.


Francesco Santini, fantino di Piazza, vicolo delle Lupaje


Archivio di Stato di Siena - Capitano di Giustizia 823 - n. 5010 - 24 ottobre 1833