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- PROCESSI E FATTI CURIOSI CHE RIGUARDANO I FANTINI -

Le ingiurie di Serafinaccio






Ill.mo Sig. Auditore del Governo

Comparisce alla Corte Criminale Primo Soldani di Siena, macellaro di condizione, ed esibisce la presente reclamazione, che relascia
contro
Serafino Rossi di mestiero domatore di cavalli reperibile nella stalla di Casa Ciai situata nel Casato.
Contenuto del ricorso:
Il dì 17 corrente Aprile 1828 e precisamente alle ore nove notturne il querelante Soldani si ritrovava nella bettola di Angiolo Bandini situata nel rione di Salicotto ad oggetto di rinfrescarsi.
Comparve nella predetta bettola l'accusato Serafino Rossi, onde il Soldani in segno di amichevole convenienza li profferì da bevere.
Il Rossi dunque diresse al soldani la voce e profferì le qui precise parole dichiarate in questi termini
...Da bere te lo voglio dare io, e non (h>ai da campare nemmeno un'ora, io già ti voglio fare la pelle, sarei capace di venirti in casa, e metterti due palle nello stomaco, e se tù non ti cheti ti fò la pelle ora...
Il Soldani voleva in questa circostanza saper il motivo per cui il Rossi faceva simile protestazione, ma il Rossi cominciò a verbalmente ingiuriare il Soldani espressamente dicendoli, che era un borbo, guitto, malnato, e razza di cani.
Il Soldani avendo capito bene, che il Rossi era inclinato di accendere una rissa sapendo purtroppo essere un soggetto capacissimo a mescolarsi in un misfatto, onde per non guastare i fatti suoi, e rovinare la sua famiglia ritrovandosi la consorte, e due figli onde scansò il cattivo incontro, e partì da quel posto, ma ricorre al Tribunale per ottenere giustizia, e nomina in prove giustificative
Antonio Rosi, e Giovanni Armini ambedue di mestiero macellari reperibili in Piazza
Maria La Magnana, e Angiolo Bandini reperibili in Salicotto.

Archivio di Stato di Siena - Governo di Siena 727 - Atti Economici senza risoluzione n.790