Il contrabbando di carne di Francesco Bianchini

I Pispini da Santa Chiara
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Contro Francesco di Agostino Bianchini di Siena, di anni 28 con moglie e tre figli, detto Campanino, strascino e barrocciajo,
perchè si facesse lecito introdurre verosimilmente nella notte dal 14 al 15
gennajo perduto 1838 dall'esterno all'interno di questa città, scalandone le mura in prossimità
dell'antico convento di Santa Chiara, senza il pagamento dei diritti doganali, una quantità di carne macellata,
quale nella successiva mattina del 15 detto gli si fosse trovata in casa, illegalmente assicurata venisse presentata in Corte, ivi
fosse al netto riscontrata del peso di libbre 360.
(Il tribunale) condanna l'inquisito Francesco Bianchini come convinto della frodata gabella obiettatagli nel libello fiscale nella pena della
perdita della carne, nel sestuplo della gabella relativa di introduzione e nelle spese processuali che tassa in Fiorini ventuno e centesimi sedici.
Archivio di Stato di Siena - Repertorio atti criminali 7/56/131 - 29 gennaio 1838

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