PORCIATTI CESARE (1904-1937); mezzadri; Gaggiola/Passeggeri/Castagnoli;
da Castellina in Chianti. La storia dei Porciatti nel popolo di Quercegrossa iniziò il 3 marzo 1904 al podere di Gaggiola ed ebbe la durata di un trentennio prima di vederli partire negli anni Trenta. Provenienti dal Comune di Castellina in Chianti, nel 1904 Cesare (1863) è il capoccio di una consistente e giovane famiglia composta di quindici elementi dei quali dieci di età inferiore ai 15 anni ai quali si aggiungeranno ben presto, a Gaggiola, suo figlio Guido nato il 14 ottobre 1905 e Ginetta il 4 luglio del 1905, figlia del fratello Angelo (1865). Era sempre in vita l'anziana Carolina Cortigiani moglie e vedova di Agostino Porciatti, il babbo dei due fratelli che costituivano la famiglia; Carolina morirà a Gaggiola il 2 gennaio 1910, un mese prima della morte del piccolo Livio, ultimo nato di Cesare, dell'età di un anno. Le due nuore, Gioconda Rugi, moglie di Cesare, e Anna Salvestrini, sposa di Angelo, come abbiamo visto, metteranno al mondo una bella nidiata di figli prima di lasciare questo mondo rispettivamente nel 1922 e nel 1928 a Castagnoli. Si registrano tra i nati figli di Cesare, il nuovo Agostino, Narcisa, Carlo, Giovanni, Sestilio, Vittorio, Ottavio e Guido. Erano invece di Angelo, Cesarina, Italia, Gino, Ginetta e Armida del 1909. A tanti figli corrisposero molti eventi, anche dolorosi, nella famiglia Porciatti, ma prima di ricordare i più significativi tracciamo il percorso compiuto fino al 1937. Da Gaggiola il successivo passo fu diretto verso Castagnoli di Passeggeri, probabilmente nel 1914/15, e dove vi si trasferirono tredici persone che trovarono i Barbucci nel secondo podere. Nel 1921 si era sposato Sestilio con Virginia degli Anichini coloni a Gaggiola e in questa famiglia deve essersi accasato se nel 1926 vi si registra la morte di Albana la figlia di Sestilio Porciatti. Ma, seppur diminuita notevolmente di numero a causa dei decessi e dei matrimoni, la divisione della numerosa famiglia era inevitabile e avverrà in un imprecisato anno prima del 1927. Infatti, al censimento del 1931 Vittorio del fu Cesare abita all'Alberino di Passeggeri, e sono sette persone, mentre lo zio Angelo è iscritto a Castagnoli 2° con cinque persone. Non passeranno due anni che nel 1933 Vittorio si allontanerà per emigrare nel Comune di Monteriggioni così come farà Angelo nel 1937. La prima triste vicenda da ricordare, e che colpì duramente la famiglia, fu la perdita subita nella Prima guerra mondiale di Agostino, Carlo e Giovanni, i tre figli di Cesare che non fecero ritorno casa. A questo si aggiunse la morte del 25enne Ottavio a Passeggeri avvenuta il 20 giugno 1927 due mesi dopo la scomparsa dello stesso Cesare. Anche a Castagnoli l'anziano Angelo subì un grave lutto con la perdita dell'unico figlio Gino morto improvvisamente il 14 dicembre 1935 all'età di 33 anni. Gino si era sposato con Amelia Dragoni e lasciò orfano il piccolo Mario nato nel 1925. Dopo la sua morte la vedova Amelia partì col figlio e probabilmente fece ritorno nella sua famiglia. A Castagnoli restarono, ma per poco, Angelo con la figlia Italia e suo marito Pellegrino Barbucci, sposato il 21 aprile del 1923, e due nipotini Renato e Anna. Anche le altre sorelle di Italia si erano tutte sistemate fra il 1921 e il 1930: Cesarina aveva sposato un Giannetti di Basciano nel 1921; Armida si era maritata con Venanzio dei Cancelli di Poggiobenichi il 24 novembre 1929 e Ginetta fece poca strada perché sposo Livio Florindi di Castagnoli, due mesi dopo la sorella, il 12 gennaio 1930. Il primo matrimonio a Quercegrossa di una donna Porciatti era stato quello di Narcisa la ventenne figlia di Cesare che il 29 aprile 1911 si era maritata a Gaggiola con Carlo Gambassi di Bellavista. Vittorio invece aveva sposato intorno al 1926/27 Nella Melani e il 18 dicembre 1927 veniva battezzata a Vagliagli la piccola Silvana. Anche l'ultimo figlio di Cesare, Guido, prese moglie e sposò Violante Minucci nel 1930 a Pievasciata e da questo matrimonio nacquero Cesare ed Enzo i quali, come già accennato, furono i nipoti che rientrarono a Quercegrossa negli anni Settanta dopo la morte del padre avvenuta nel 1977 a Vagliagli dove vivevano da tempo. PORCIATTI MICHELE (1914-1927); camporaioli; Quercegrossa. Di Michele Porciatti camporaiolo del prete di Quercegrossa non abbiamo molti dati anagrafici. Sostituì nel 1914 i Bandini tornati al Castello e nella pigione della parrocchia vi rimase per tredici anni fino al gennaio 1927 quando lasciò ai Bernardeschi per tornare al Poggiolo. Nel 1927 questo piccolo nucleo era composto da quattro persone: Michele, la moglie Zaira Verrocchetti e i figli Moderato e Olga. Anche Michele con la famiglia, oltre che lavorare la terra della parrocchia, serviva il curato e per le necessità liturgiche e come il precedente o il successivo camporaiolo anche lui fece da testimone a ben ventinove matrimoni. Certamente in paese, proprio per il suo incarico, deve essere stato un personaggio conosciuto da tutti ma, nonostante ciò, non ci sono rimaste altre notizie. Non c'era nessuna parentela con gli altri Porciatti del Novecento. PRATELLESI (1939-1962); fattori/possidenti; Castello. Con l’acquisto del Castello nel 1939 Odoardo fu Raffaello Pratellesi si insediò a Quercegrossa e vi rimase fino alla morte avvenuta nel 1954. Cinquantenne, essendo nato nel 1887 a Cappiano di Incisa Valdarno non si era mai sposato ma conviveva da tempo con Vittoria Puccioni la vedova di Giuseppe Salvatori detta da tutti "la Fattoressa" e considerata a pieno titolo come la padrona. Perito agrario diplomato a Firenze, Odoardo, detto "il Rosso" dal colore dei capelli, possedeva anche un'altra tenuta di famiglia a Montalbuccio ed era un vero signore a Quercegrossa: riservato, passeggiava col suo bastone con passo serioso. Colpito da paralisi rimase seminfermo negli ultimi otto anni di vita e alla sua morte nel 1954 la proprietà passò per intero al fratello Pietro, già comproprietario, che da quella data si stabilì al Castello con la moglie Marietta Sorbi. Pietro era avanti negli anni avendone 66 e visse a Quercegrossa fino alla morte sopraggiunta il 10 ottobre 1962 per un male incurabile dopo che era stato accolto in casa della cognata Noemi a Siena per facilitare le cure e le visite specialistiche e qui curato amorevolmente per un mese fino alla fine. Di lui fattore si rammenta la sua presenza a Fungaia nel 1915 e nel 1920 come sotto fattore. Da lì prese servizio l’anno successivo nella fattoria di Solaia e vi rimase fino al suo trasferimento a Quercegrossa. Durante la guerra prese in moglie Marietta nel 1942 a Monteliscai, con viaggio di nozze a Firenze. Si erano conosciuti a Monaciano dove Marietta si recava, ospite della sorella, moglie del fattore. Di Pietro merita di essere ricordata la sua onestà verso i proprietari ebrei della fattoria che, fuggiti a Londra, recuperarono poi i beni che Pietro aveva continuato a gestire per loro mantenendoli produttivi. Inoltre, nonostante la presenza del comando tedesco a Solaia, vi ospitò numerose famiglie ebree, anche di Roma, forse amici dei proprietari. A Quercegrossa si dimostrò più aperto del fratello e più partecipe alla vita di paese. Viaggiava con un mosquito e il suo fare era amichevole con tutti. Aveva ereditato il 50% del Castello ed era usufruttuario dell'altra metà per le sorelle Argia e Brunetta, inoltre era il fattore delle Gallozzole. Con la sua scomparsa il Castello passò alla moglie che lo tenne fino al 1965, quando lo vendé a Morana. La Fattoressa Vittoria, rimasta sempre in casa Pratellesi, venne liquidata con due milioni. Marietta Sorbi era nata nel 1921 e morì a Siena il 20 marzo del 1975.
PRATELLI (1900-1901); casieri; Petroio. Giovanni Pratelli è presente nella villa di Petroio al censimento del 1901. Probabilmente è il casiere ma non ci sono altri dati se non la sua partenza in quello stesso 1901 sostituito dai Filippini. |