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- LA PISTA -
tratto da "Barberi - Il cavallo nel Palio" di Rudi Tulini

L'anello perimetrale della Piazza del Campo, normalmente lastricato di pietra serena, viene ricoperto da uno strato di terra composta da una miscela di tufo e sabbia. Lo spessore di questo strato, pur variando in diversi punti, risulta essere mediamente di 15 cm. circa. La compattezza desiderata viene raggiunta con l’uso di compressori. Innaffiandola poi periodicamente si raggiunge lo scopo di non far asciugare troppo la terra, che si mantiene elastica e compatta. Tutto sommato è comunque un terreno “duro” rispetto ai normali terreni d’ippodromo.

come si usava mettere la terra in Piazza


La lunghezza del percorso nella sua linea mediana è di 339 metri e, visto che la gara si svolge su tre giri, i cavalli compiono una corsa teorica di 1017 metri. In base ai tempi e alle statistiche effettuate sui palii del dopoguerra, su questo terreno le corse “veloci” equivalgono al tempo totale di 1’14" - 1’15", le corse “lente” al di sopra del tempo totale di 1'20".
I bordi esterni e interni del percorso vengono limitati da apposite transenne che in certi punti portano a restringere la larghezza naturale della pista per dar posto ai palchi. Imbottiture di protezione vengono poste in posizioni adeguate.
La planimetria (analizzata in dettaglio nel prospetto che segue è riferita al percorso senza terra) è stata distinta in quattro zone, ognuna delle quali offre caratteristiche diverse.

Planimetria della Piazza del Campo di Siena


La "A" è assimilabile nella forma ad una porzione di cerchio; è pianeggiante nella sua lunghezza e con una lieve pendenza verso l’interno.
La "B" comprende la curva di S.Martino che col suo margine interno compie un angolo di 95°. La prima parte di questa zona è in leggera discesa e si trova inclinata trasversalmente per un dislivello di 90 centimetri tra i suoi bordi. La seconda parte si trova invece in netta discesa (dell'8%), e nella sezione trasversa si ha un dislivello di oltre un metro.
L’area "C" corrisponde ad un tratto rettilineo e vi si trovano la fine della discesa precedente e l’inizio della salita del Casato, separati da un tratto pianeggiante.
La "D" comprende la curva del Casato a 92°. Prima di questa si compie una salita che si accentua negli ultimi 15 metri assumendo una pendenza del 10,5%. Il tratto superiore continua ancora in leggerissima salita per divenire poi pianeggiante riunendosi al tratto "A".
Sulla base di una dettagliata ricostruzione degli incidenti ai cavalli avvenuti su questo tracciato negli ultimi venti anni di Palio, si evince che gli incidenti sono avvenuti in misura maggiore a S.Martino (57% dei casi) rispetto al Casato (37%o dei casi).
Ma mentre nella curva di S.Martino sono avvenuti sia al primo giro (45%) che al secondo (55%), nella curva del Casato sono avvenuti in grande maggioranza (70%) al primo giro.
Se ne deduce:
1) che il rischio è maggiore alla curva di S.Martino;
2) che la curva del Casato è rischiosa più che altro in rapporto agli "intruppamenti", di norma nel primo giro, mentre quella di S.Martino, oltre al fattore "intruppamenti", è rischiosa per le caratteristiche della pendenza.
Questo fattore di rischio peculiare della curva di S.Martino si manifesta quindi sia al primo che al secondo giro, che sono i più rapidi.