CAPITOLO II - FAMIGLIE DEL '900

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PIERINI (1899-1902); mezzadri; Castagnoli.
Soltanto tre anni a Passeggeri dal 3 marzo 1899 al 3 marzo 1902 poi la definitiva partenza per il 23enne Andrea Pierini, il maggiore di sette fratelli. Orfano di padre e capoccio di una famiglia che comprendeva anche la mamma Maria Bozzi di 51 anni e lo zio Romualdo di 67 anni. I fratelli portavano i nomi di Natale, Cesare, Gaetano, Pia, Angela e Adolfo. L’unica nota anagrafica che li riguardi è il matrimonio della sorella Pia di 19 anni con Giuseppe Burroni del Casalino nel gennaio 1899.




PIERUCCI (1932/33 - 1944); mezzadri; Sornano.
Sconosciuta la data di arrivo a Sornano dove la famiglia di Sabatino Pierucci dimorò fino al marzo 1944. Con certezza si può stabilire che vennero dopo il 1932, forse da Pievasciata, e risultano presenti nel 1936 con otto persone. Poi nient'altro. Il capofamiglia è Sabatino di Antonio coniugato con Assunta Peruzzi. Cinque figli di cui due battezzati a Pievasciata nel 1926 e 1930. La mamma di Sabatino, Giuseppa Rossi, morirà a Sornano nel 1939.




PISTOLESI (1942 - Residenti); mezzadri/operai; Castello/Casalino/Casanuova/Quercegrossa; da Monteroni.
Nei piani assolati di S. Martino in Grania del podere Bottai due coppie di bovi tirano con forza il grosso coltro che affonda facile nel terreno cretoso. Davanti li guida con la fune in mano Maria, la figliola di Narciso Pistolesi. Alla fine della presa staccano i bovi, Narciso gira il voltaorecchio e lei, entrando fra le due bestie, riattacca la catena che li collega. Non è né facile né semplice far spostare quei grossi animali, accade anche di ricevere qualche spintone che la fa sobbalzare, mentre le loro code in continuo movimento la colpiscono negli occhi. Il bollore e la fatica col passare delle ore diventano insopportabili: è esausta. Guarda avanti e sente l'ansare dei bovi alle spalle, serva di un destino al quale non si sfugge; silenziosamente si mette a piangere, senza farsi vedere. Maria è una ragazzina di 13 anni, ma in quel grande podere della tenuta di S. Fabiano c'e bisogno di tutti, grandi e piccini. Sono tredici persone in famiglia divise in due distinti nuclei: c'è Narciso con Pasquina Bravi, la moglie sposata il 25 aprile del 1920 a Monteroni che gli ha dato tre figli: Altero (9 novembre 1922), Rolando (16 settembre 1925) e Maria (2 aprile 1928), e il nipote Eugenio del defunto fratello Angelo con ben sei figli. Singolare la successione delle nascite di questi ultimi: dal 1926 al 1931 ebbe tre maschi poi si ferma per cinque anni e dal 1936 nascono tre femmine. Ma i lavoro nei campi è duro e i giovani Pistolesi vi lavorano tutti. Ma un giorno, come conseguenza, Maria e sua cugina sono preda di alte febbri che insistono nel tempo. "Pensavano e hanno paura della tubercolosi, ma il dottore si piccava "levategli le tonsille!". La famiglia decide di lasciare il podere troppo grande: "Si rovinano questi ragazzi", e si mettono a cercare: “Il mi' babbo va al mercato de' capocci in piazza d'Indipendenza a Siena dove vi era il ritrovo di capocci, fattori, padroni e contadini. Lo zio Quinto Bravi faceva il sensale come il Guarducci e c'era anche il Pratellesi padrone del Castello che essendo anche fattore alle Gallozzole si faceva accompagnare a Siena da Vittorio Papi”. Finisce che attraverso queste conoscenze tornano al Castello in un podere molto più piccolo e adeguato alla modesta famiglia. Era il febbraio 1942 e lasciano la loro terra che li ha visti per secoli contadini migrare da un podere all'altro. Erano sempre stati una grande famiglia i Pistolesi e al podere Trojola di Monsindoli dove abitano nel 1884 sono diciotto persone in famiglia con il capoccio Silvio del fu Antonio e della fu Agnese Fabiani, sposato con Serafina Silvestri il 18 aprile 1860 a Recenza, che convive con i fratelli Luigi, Bernardino, Emilio e numerosi figli e nipoti. Bernardino, il nonno di Altero e Rolando, è coniugato dal 1871 circa con Maria Civai ed ha tre figli Angelo, Niccolò e Agostino, ma quest’ultimi due sono destinati a morire entro breve tempo.
Lucignano
Successivamente al Castellino del signor Bruchi in quel di Lucignano nel 1901 sono diciannove persone suddivise in tre nuclei dei figli del fu Antonio: Silvio il capoccio, Luigi e Bernardino. Quest'ultimo, in età di 60 anni, con la moglie Maria Civai e i figli Angelo di 27 anni, Narciso di 7, essendo nato il 2 gennaio 1884, e Narcisa di 10, contribuisce da par suo al prosperare della famiglia. La moglie Maria Civai morirà in manicomio nel 1928 per una forte depressione avviata anni prima quando una grave disgrazia colpì la famiglia nel 1894 con la morte della figlia Cesira affogata nell’Arbia: "La mattina andava alla Messa e a un passaggio sull'Arbia in piena c'era una panca con tanto di attacchi in ferro. Cesira era impaurita non passava. Un omino gli disse: "Ti aiuto io” e gli allungo l'ombrello: “Prendilo, attaccati ...”. Ma Cesira perse l'equilibrio e affogo nell'acqua melmosa". In casa Pistolesi si ricordano anche i diversi morti causati dall'influenza spagnola del 1918.
Cuna - Monteroni - Grania
In data imprecisata, ma senz'altro dopo il '20, Bernardino aveva lasciato il ceppo familiare e lo ritroviamo nel 1929 al podere S. Luigi nella parrocchia di Cuna con Narciso ormai capoccio, con la moglie, tre figli e il nipote Eugenio. Da qui si spostano al podere Collandino di Monteroni per rimanervi fino al 1938 quando cambiano per i Bottai di S. Martino in Grania: sono tredici persone in tutto. Belli i ricordi di Maria a S. Martino: "A Grania c'era la festa la terza di settembre con don Santi ... poi la messa festiva ... la bicicletta da donna tutta per me e ... s’era giovani". Infine nel 1942, Quercegrossa. La partenza per queste nuove zone comportò il distacco dalla famiglia di Eugenio. Il 20 gennaio 1942 Alterò, richiamato, parti per il fronte orientale e due giorni dopo i Pistolesi si trasferirono al podere del Castello III di Quercegrossa. Altero lo vedrà al suo ritorno nel 1945. Nel 1946, quindi, vivono al Castello, Narciso, Pasquina e i tre figlioli che sono già in età per formare la propria famiglia tantochè nel 1950, il 5 ottobre, Altero sposò a Quercegrossa Iolanda Fabiani della Casanuova.

Pistolesi al Casalino. Da sinistra: suora parente di famiglia, Pasquina, Maria, Piero Rossi, Narciso, Rolando, Iolanda e Altero.

Tre mesi dopo le nozze, la famiglia Pistolesi si spostò al podere del Casalino di proprietà Bindi dove entrarono nel gennaio 1951. Qui, in quel medesimo anno, prese marito Maria e tornò a Quercegrossa in casa di Piero Rossi, il 24 settembre. L'ultimo matrimonio fu quello di Rolando con Albertina Fabiani, cugina di Iolanda, a Quercegrossa il 27 settembre del 1961. Siamo negli anni che segnano la fine della mezzadria con il podere che rende sempre meno tanto da costringere Altero a fare l'operaio al Castellare. Poi il Bindi vende il podere al Cimarrosti e non rimase altro da fare che andarsene. Tornano a San Rocco, tutta la famiglia, e lavorano sempre la terra, ma come salariati, erano, come si dice, a "conto diretto". Era proprietario il padrone dell'Excelsior e Rolando in questo hotel vi andava tutti i giorni a prendere gli avanzi alimentari per il grande allevamento di polli che tenevano. Avevano anche tanta terra. Ma Rolando sente nostalgia di Quercegrossa e nel 1967 rientrano alla Casanuova lasciata dai Testi e rinnovano il rapporto di mezzadria col Festa. Ma col passare del tempo questo rapporto si trasforma e si ritrovano salariati pur abitando sempre nel podere, anch'esso ormai impoverito dalla divisione delle terre tra i proprietari con alcuni campi in affitto a Gardina. Ma, nonostante tutto, la permanenza alla Casanuova avrà lunga durata e qui vedranno la morte Narciso il 18 luglio del 1980, di 86 anni, e Pasquina il 3 marzo 1991 alla bella età di 92 anni. Alla Casanuova nacquero anche Fiorenzo di Altero e Fabrizio e Patrizia di Rolando. Poi dopo venti anni si trasferirono a Quercegrossa nella loro propria abitazione dove Altero si è spento recentemente il 21 settembre 2003.
Bravi
Pasquina Bravi, del 1899, era una donna perbene e buona e visse in casa Pistolesi dal 1920 al 1981. I suoi si trovavano da tempo nella Val'Arbia e in certi periodi a stretto contato con i Pistolesi. Erano contadini dei Bagnai e nel 1901 comandava la famiglia Domenico del fu Giovanni con i figli Giuseppe e Pietro. Il fratello Giulio completava la famiglia di dieci persone. Giulio nato a Quinciano nel 1863 da Giovanni e Rosa Sampieri coniugato con Cesira Ciatti (1866) ebbe diversi figli attribuendo ad alcuni di loro il nome della numerazione progressiva: Mario (1895), Giulia (1897), Pasquina (1899), Quinto (1900), Rosa (1900, morta), Sestilio (1902), Settimia, Gino (1906), Novilia (1907) e Cesare (1913) con solo due morti infantili. Pasquina lasciò la famiglia nei dintorni di Monteroni dove nel 1935 morirono la mamma Cesira e il fratello Gino. Il babbo Giulio se ne andò nel 1947.

La numerosa famiglia Bravi con Pasquina, la quarta da sinistra. Seduti, i due genitori.

Pasquina Bravi da signorina






POLITI (1911-1917); mezzadri; Castello.
Dalle Masse di Siena il 20 aprile 1911 la famiglia Politi fece entratura al Castello al posto dei Landi. Angelo del fu Giuseppe coniugato con Candida Lenzini aveva 48 anni quando arrivò e 53 quando vi morì cinque anni dopo il 17 novembre 1916. Erano dieci persone e probabilmente partirono alla morte di Angelo, sostituiti dai Dei. La fanciulla Maria Politi di Angelo si maritò a Quercegrossa con Giuseppe Granai di S. Petronilla il 12 giugno 1915, e lasciato il Castello tornò a Siena. E’ l’unico ricordo di questa famiglia.




POLVANI (1948/49 - 1955/56); guardia; Passeggeri.
Guardia di Passeggeri Oreste Polvani deve essere arrivato poco prima del Cinquanta con la sua piccola famiglia di quattro persone. Non ci sono rimasti dati importanti. Lui era della provincia di Arezzo e battezzato a Frassineto nel 1916. Sposato a Monteriggioni nel 1944 con Asia Neri ebbe due figli Enzo e Giuliano. Lasciarono Passeggeri dopo una breve permanenza di sette/otto anni.




PORCIANI (1923-1931); fattori; Castellare; da Poggibonsi.
Porciani L'agente di beni o fattore Alfredo Porciani arrivò al Castellare nel dicembre 1923. Solo, proveniente da Poggibonsi ma nativo di Cecina, nel giro di due anni si era già sistemato sposando in Quercegrossa il 23 luglio 1925 Isolina Fabbri, la vedova di Lorenzo Mori. Dopo un po' di tempo vissuto al Castellare, il 19 settembre del 1931 i due coniugi lasciavano Quercegrossa per sempre, diretti a Bucciano di Siena dove avrebbero trascorso la loro lunga vita.


Il fattore Porciani a destra, e Isolina nel 1940.










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