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- SIENA IN PIANTA -
Le antiche piante della città a cura di Giordano Bruno Barbarulli

CARTE DI SIENA IN LINGUA TEDESCA STAMPATE FRA IL 1885 E IL 1890


Così come i due rilievi francesi anche queste due piccole piante tedesche - stampate fra il 1885 e il 1890 e quasi identiche fra loro - mostrano nel loro complesso nuove ed interessanti indicazioni sulla città verso la fine del XIX secolo.
Rappresentano inoltre un importante passo in avanti nella tecnica cartografica: la colorazione rosa, l’indicazione della scala di rappresentazione (1:14000), la cura del dettaglio anche in assenza di una legenda e la minore approssimazione (pur con qualche inesattezza) rispetto alle precedenti, ne fanno infatti le due prime piante “moderne” a disposizione del turista. Appare infatti subito evidente come nella prima siano nuovamente indicati, dopo molti anni, i tre alberghi più importanti della città e nella seconda invece il percorso del “tram a cavalli” o “omnibus”, in tedesco Pferdebahn, che va da Piazza del Duomo alla nuova Stazione ferroviaria. Siena risulta inoltre ricca di palazzi signorili da visitare.
Per gli alberghi, al già noto Aquila nera (b) (v. Carta di Siena posteriore al 1851) si aggiungono il nuovo Grand Albergo (a), cioè il famoso Grand Hotel de Sienne (poi Hotel Royal) derivato dalla trasformazione del Palazzo Zondadari nel 1875, posto alla confluenza di Via Camollia con Via Cavour, e l’antichissimo Scala (c), ossia l’Albergo e Ristorante La Scala, tra il Ponte di Diacceto e il Vicolo delle Carrozze ben visibile in pianta.
Il servizio di trasporto con cavalli fu istituito nel 1870 con una prima tratta da Piazza S. Pellegrino (poi Indipendenza) al Borgo fuori Porta Camollia e venne ampliato, da un lato fino a Costafabbri e Costalpino e dall’altro alla Stazione Ferroviaria, proprio nel 1886.
Alcuni tratti di strada, come per esempio la Via di S. Lorenzo (poi Garibaldi), erano a sterro. Sono davvero molti i Palazzi indicati (e quindi ritenuti importanti) che ormai prevalgono per numero su chiese, porte, istituzioni e luoghi pubblici. A quelli consueti si aggiungono infatti: Pal. Venturi Gallerani in Via delle Cerchia, Casa Bambagini (progettata dal Fastastici nel 1840) erroneamente posta nella zona di Castelvecchio, ma che si trova invece anch’essa in Via delle Cerchia, Pal. Pecci e Pal. Piccolomini che uniti costituiscono il Palazzo del Capitano, Pal. Nerucci in Via di Città (già sede della Banca d’Italia), Pal. Bindi Serg.(ardi) non ben indicato nelle due piante, ma corrispondente all’attuale Palazzo Casini Rinuccini in Via dei Pellegrini, ed il Pal. Reale in P.zza del Duomo.
Compare infine un secondo Pal. Tolomei, indicato in continuità con quello Buonsignori lungo la V. S. Pietro, ma si tratta in sostanza del Palazzo Brigidi o Palazzo della Pia che la leggenda indica come abitazione della famosa Pia de’ Tolomei. Il Pal. Pollini, già segnalato in altre piante, è collocato sul lato sbagliato di V. Peruzzi. Fu questo il nuovo nome attribuito all’epoca al Piano dei Mantellini o del Carmine in onore dell’architetto progettista dello stesso Palazzo della famiglia Celsi Pollini. Una nota a parte va fatta per il Pal. Spannocchi con (Post), nella seconda pianta rispetto alla prima, dove invece il servizio postale è ancora indicato nel Pal. del Governo davanti alla Loggia del Papa. Sebbene non compaia lo spazio di Piazza Salimbeni alla data dei rilievi esso era già configurato come una piazza con la statua di Sallustio Bandini (1882) sulla quale dominava il Palazzo Spannocchi di proprietà del Monte dei Paschi, con la facciata dell’Arch. Partini (1879), che all’interno ospitava già dal 1881 l’Ufficio Postale in quello che ora è il salone della Filiale a piano terra.
Anche un gran numero di strade sono segnalate con il loro nome. In senso orario si inizia con la Str. nuova di Campansi (e chiesa) e con la Via di S. Lorenzo (poi Garibaldi), che prende nome dalla omonima Porta, e si prosegue (nella seconda pianta) con Via Vallerozzi che conduce a Porta Ovile, al di là della quale è indicata la strada per l’Osservanza. La nuova Via dei Rossi si accompagna con l’indicazione (nella seconda pianta) di S. Pietro Ovile. Centralmente è indicata la lunga Via Cavour, l’arteria principale che, iniziando dalla Costarella, confluisce a nord nella Via Camollia e a sud-ovest nella Via di Città. Nuove sono anche le indicazioni di Via del Re (risorgimentale, in seguito Cecco Angiolieri) e di Via della Staffa che nella seconda pianta si stabilizza in Via Bandini, a ricordo dell’illustre senese. Nella loro prossimità compare per la prima volta l’importante indicazione di Universitat con S. Vigilio.
L’altra arteria centrale (dalla Croce del Travaglio al Ponte di Romana) in ambedue le piante assume i nomi risorgimentali ora di Via Garibaldi, ora di V. Ricasoli. Nuove anche quasi tutte le indicazioni della parte sud della città fra le quali spiccano la V. di Salicotto, la Costa di S. Agata, V. S. Pietro con P.zza di Postierla e Via Stalloreggi; è indicata, sebbene in luogo errato, la Madonna del Corvo.
Al centro si arricchiscono di indicazioni le zone del Duomo (dove resta ancora situato il Giard. Botanico) e del Campo; ad ovest compaiono V. Benincasa e V. Caluzza (Galluzza), mentre più a nord La Lizza, ampliata nel 1872 e dotata di una strada che conduce al “Pallone”, ha sul lato destro indicato il Teatro (seconda pianta), il famoso Montemaggi costruito nel 1861; nei pressi sono indicate anche V. Gazzani e V. Romitorio. Allo spazio che ormai si configura come una piazza, vicino a S. M. delle Nevi, si giunge da S. Domenico tramite una strada diritta (poi Via del Paradiso) e tramite una strada proveniente da nord che costeggia la Lizza con il nome di V. lunga.