LE   PERCOSSE   SUBITE   DA   GASPARA   PASSALACQUA
Archivio Arcivescovile di Siena - Cause Civili 5119 n.34



Il 22 luglio 1805 Gaspara Passalacqua moglie di Giovacchino Carlucci, originario di Firenze e vinaio in Siena, espone al Tribunale Ecclesiastico di Siena che "continuamente nel giorno è malissimo trattata dal detto di lei marito con parole ingiuriose minacciandola di ammazzarla, onde è possibile che possa seco convivere senza pericolo della propria vita, per cui la medesima intenda da quello separarsi già che il pericolo è continuo...",
Il Carlucci replicò che "trattasi di pure ingiurie per le quali se dovesse farsi eseguire una separazione fra i medesimi pochi sarebbero quei coniugati, che potessero convivere insieme" ...e che egli non ha mai "ardito percuoterla col minimo colpo" ...e "trattasi di puri pettegolezzi accaduti tra moglie e marito".
Grazie agli sforzi delle autorità ecclesiatice, vi fu una promessa del Carlucci che portò ad una breve riconciliazione della coppia.
Appena due mesi dopo, il 17 settembre, il Tribunale fu costretto a riaprire il fascicolo della separazione, poichè il Carlucci "negli ultimi della scorsa settimana per due volte tentò di percuoterla" costringendo la Gaspara a fuggire "ed esso vedendogli riuscito vano l'attentato, gli portò via tutte le gioje, quattordici para di calze, e d'altra roba"... "ma tornato questa mattina ha preteso di ritornar seco, ed essa vedendo, che invece di moderarsi, anzi peggiora nel sistema, onde bramando di evitare qualunque pericolo"... fu costretta a scappare di nuovo.
Dopo questi ultimi fatti, il Carlucci venne condannato ad obbedire di ben comportarsi con la propria moglie, cosa che però non deve essere accaduta poichè alcuni anni dopo, troviamo di nuovo la Gaspara costretta a rivolgersi al Tribunale Eclesiastico per reiterati soprusi da lei subiti. vedi




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