CAPITOLO II - FAMIGLIE DEL '900

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PAOLINI (1908-1912); camporaioli; Poderino; da Castellina in Chianti.
Abitava a Riccieri Fortunato Paolini fu Santi e Carolina Mariottini prima di trasferirsi al Poderino dove entrò il 31 dicembre 1908. Definito camporaiolo proveniva da Castellina in Chianti ed era in età di 58 anni come la moglie Maria Panti presa vedova di Vincenzo Lelli con il di lei figlio Guido di 28 anni. Questi è gia sposato con Vittoria Boschi e ha un figlio di 4 anni, Vincenzo. Convive con loro anche Cesare Maioli di 43 anni. Partirono dopo quattro anni nel 1912 in sette, come erano arrivati, e ritornarono nel Comune di Castellina.




PAPI (1927 - Residenti); mezzadri/operai; Olmicino/Gallozzole/Quercegrossa; dal Poggiolo.
Proveniente dal podere Forcacce del Poggiolo la famiglia dei coloni Papi si insedia all'Olmicino nel marzo del 1927. Fa così ingresso nella nostra comunità e vi si stabilirà definitivamente. Di questa famiglia sappiamo che nella prima metà del Settecento dimorava nella parrocchia di S. Pietro a Vico d’Arbia e che dal ramo principale si svilupparono almeno quattro nuclei che per tutto l'Ottocento mantennero la loro residenza nella parrocchia di S. Regina, occupando diversi poderi. A ridosso del 1870 Luigi di Giacomo emigra a Uopini nel podere Sambuco, per trasferirsi successivamente il primo marzo del 1913 alle Forcacce del Poggiolo. Un podere delle Masse di Siena nel 1923 sarà la successiva tappa di questi mezzadri prima di entrare all'Olmicino di Quercegrossa nel 1927 al posto dei Meli. Sedici anni dopo, nel 1943, il trasferimento alle Gallozzole e al contemporaneo smembramento della famiglia in due tronconi: Vittorio alle Gallozzole e Arturo a Romito di Casa Frassi. Questo in sintesi il cammino di una famiglia della quale però non conosciamo le più remote origini che probabilmente vanno ricercate in quella fascia di territorio di confine fra Siena e Arezzo. Infatti nel 1726 a S. Ansano a Dofana è battezzato Giovanni Battista di Iacomo del già Giuseppe Papi e M. Maddalena Semplici e nel 1728 è battezzato al Bozzone, Giovanni, cui fa seguito nel 1729 il 23 gennaio, Giuseppe, battezzato in S. Giovanni a Siena e a fine anno ancora alla Canonica al Bozzone è battezzato un altro Giovanni, sempre di Iacomo Papi e Maddalena Semplici, che ora abitano nella cura di Vico d’Arbia insieme ad Alessandro fratello di Giacomo al podere Poggio alle Corti. Due, tre anni dopo i Papi, pur restando al podere il Poggio alle Corti dei sigg. Landi, si ritrovano nella parrocchia di S. Regina e in questo popolo dimoreranno per 140 anni.
Papi S. Regina
I successivi due decenni vedono le nascite dei figli di Alessandro e Giacomo e alcune morti infantili tra i quali tre infanti chiamati Francesco, morti di pochi giorni a Giacomo e Maddalena negli anni 1736, 1739 e 1742. Poi nel 1754 muore anche Giacomo all’età di 55 anni e la sua vedova gli sopravvivrà per 13 anni. Al 1767 risale la registrazione più antica dell’intera famiglia dei coloni Papi quando li troviamo comandati da Giuseppe, l'antenato diretto, nato come abbiamo visto nel 1729 e definito mezzaiolo. Egli è capoccio di una famiglia di dieci persone composta oltre che dalla moglie Anna Maria Franci e dai due piccoli figli, dai suoi fratelli Giovanni, coniugato con Margherita Brogi che gli ha dato Bennardino, e Matteo ancora scapolo.
Giacomo - Le Casaccie

La successiva completa documentazione ci porta al 1819 dove, sempre a S. Regina, Giacomo Papi, il figlio del fu Giuseppe, risulta sposato a Barbara Brenci e convive con il cugino Bernardino (1770) di Giovanni con la moglie Assunta Palagi sposata il 15 febbraio 1795 e l'altro fratello Angiolo scapolo di 46 anni. Abitano al podere detto Le Casaccie del nob. Sig. Cavaliere Alfonso Landi. Naturalmente le due coppie di sposi hanno generato alcuni figli e il nucleo familiare si compone ora di dodici unità per aumentare fino al sedici nel 1830 e questa crescita, come spesso accadeva, porterà alla divisione della famiglia, forse attuata poco dopo il 1831 anno di morte di Giacomo. Quest'ultimo e la moglie Barbara misero al mondo otto figli dei quali tre morti di pochi giorni, una Nunziata persa di 2 anni e Agostino, il maggiore, deceduto a 17 anni nel 1812. Degli altri tre sopravvissuti abbiamo Anna Maria sposa nel 1814 un certo Sebastiano Masini di S. Petronilla, Cosimo (1801-1855) e Luigi (1803). Cosimo prese in moglie Luigia Lotti (1811-1854) e di lui si riscontrano sette battesimi con quattro morti infantili e fu il primo ad abbandonare Le Casaccie. Lo ritroveremo dopo la separazione al podere Il Tuorlo dello stesso sig. Landi dove come abbiamo vistò avrà la sua discendenza, ma noi seguiremo le tracce dell'altro fratello Luigi, antenato diretto dei nostri Papi.
Luigi

Nato nel 1803 sposò, forse 30enne, Carolina Lorenzetti che nel 1834 gli partorì il primo dei sette figli battezzato Leopoldo ma sopravvissuto soltanto 2 anni, così come breve vita ebbe Fortunata nata nel 1836. Gli altri, nati successivamente al podere Poggio, furono chiamati Maria (1840), Lodovico (1841), Giuseppe (1846), Cesare (1848) e Giulia (1849). Tra questi non abbiamo notizie di Maria, mentre gli altri li ritroveremo tutti a Uopini e sarà Lodovico il continuatore della stirpe. Nel 1835 Luigi guida sempre la famiglia che comprende anche il cugino Giuseppe, ma non passerà molto tempo che, come il fratello Cosimo, lascerà la vecchia dimora di famiglia per trasferirsi al podere del Poggio degli stessi signori Landi. Circa un decennio più tardi, nel 1849 il quadro della famiglie Papi ci presenta tre distinti nuclei occupare altrettanti poderi, con Cosimo al Tuorlo in cinque persone, Luigi al Poggio con sette persone e Giuseppe il figlio del fu Bernardino, rimasto alle Casaccie, capoccio della più numerosa famiglia composta da undici elementi.
Uopini - Lodovico

Al podere il Poggio, Luigi incrementò la sua piccola famiglia e vi rimase fino ai primi anni Sessanta dell'Ottocento, quando lasciò le terre di S. Regina per trasferirsi a Uopini al podere Sambuco, dove nell'anno 1870 quasi 70enne vive con la moglie Carolina e i figli Giuseppe, Cesare e Lodovico. Quest'ultimo si è gia ammogliato con Faustina Petreni ed è nato il piccolo Eduardo che sarà il capoccio all'Olmicino. L'anno precedente il 13 novembre 1869 è deceduta Giulia di Luigi in età di 22 anni. Ora, il piccolo nucleo sta crescendo e sono sette persone in tutto in quel 1870, ma in seguito sia al podere Forcacce e poi all'Olmicino la famiglia crescerà notevolmente fino e raggiungere i dodici elementi nel 1936. Frattanto l'anziano Luigi muore il 13 febbraio 1876 in età di 76 anni e poco dopo anche Cesare si ammoglia prendendo Cesira Borri (1858) dalla quale avrà il nuovo Luigi, ma che purtroppo sarà destinato a breve vita. Infatti, il 23 luglio del 1880 il bambino dato a balia a una famiglia moriva a 2 anni di vita nel podere Casetta del Bozzone. In quel periodo Cesare subì anche la perdita della moglie Cesira e dopo alcuni anni si risposò con Faustina Bencini e questo matrimonio fruttò Zaira (1891) sposa nel 1912 di Virgilio Manganelli di Uopini e altre tre creature morte tutte di pochi giorni: Bernardino (1888), Armida, (1889) e Arturo (1893).
Odoardo

Dopo la nascita di Edoardo, chiamato “Odoardo”, nel 1868, che era stato preceduto da Giulio nel 1866, morto di due mesi, a Lodovico nacquero ancora Eugenia e Sabbatino. Ma, mentre è sconosciuta la sorte di Eugenia vediamo che il maggiore Odoardo prese moglie a Basciano sposando il 4 febbraio del 1895 Giulia Brogi, figlia di Luigi e Rosa Fontani e sorella di Carlo il futuro bottegaio di Quercegrossa. Da questa unione nascerà nel 1899 Vittorio il nonno di Fabrizio. Egli sarà l'unico maschio di una serie di sei nascite che comprenderanno anche Amelia (1895), Annita, morta il 2 luglio 1898 in età di 5 mesi al Sambuco, Bianca, morta il 3 giugno 1903 all'età di mesi 8 al Sambuco, Vittoria (1904) e Marina (1914). Entrati nel nuovo secolo anche l’altro fratello Sabatino (1873) prese moglie e sposò Rosa Taddei il 4 giugno 1904 a Lornano. Egli fu il padre di Guido (1905) e di Arturo (1909).
Papi

Vittorio Papi, rinomato giardiniere.


Forcacce del Poggiolo
Di altra forza, quindi, è dotata la famiglia il primo marzo del 1913 quando si trasferisce alle Forcacce nella parrocchia del Poggiolo. Lodovico ormai 72enne risulta sempre capoccio e comanda una famiglia di dodici persone più Marina in arrivo, che si basa sui nuclei di Odoardo e Sabatino già vedevo di Rosa Taddei come l'anziano zio Cesare vedovo anche della seconda moglie Faustina. L'altro zio Giuseppe del fu Luigi, rimasto sempre in famiglia, morirà celibe al Poggiolo il 6 novembre 1920 "di 78 anni".
Negli anni di guerra si era spenta anche Faustina Petreni il 25 agosto 1917 "di 72 anni ... è morta improvvisamente nel popolo della parrocchia di Pontignano", mentre sconosciuta è la morte di Lodovico deceduto probabilmente a Siena. Si avvicina intanto quel 1923 che vedrà i Papi lasciare le Forcaccie per uno sconosciuto podere del Comune di Siena dove dimoreranno tre anni precedentemente al loro ingresso all'Olmicino di Quercegrossa datato 1927, ma prima di quella data si registrano i matrimoni di Amelia che si accasò in Siena maritandosi il 10 gennaio 1920 a 25 anni con il bottegaio-trattore Cafiero Libero Trento Pandolfi, e di Vittorio che sposò a Riciano Giuseppa Periccioli di Giovanni il 21 ottobre 1925. L'anno successivo Vittorio e Giuseppa ebbero il loro unico figlio, Enzo, nato a Siena nel settembre 1926, e a questo evento seguì alcuni mesi dopo l'entratura all'Olmicino al posto dei partenti Meli.
Olmicino

La nuova dimora portò Vittoria alla conoscenza di Gino Vienni abitante al Castello e al conseguente matrimonio celebrato a Quercegrossa il 26 settembre 1929. Dalla parte di Odoardo rimase Marina da sistemare essendo ancora in giovane età, ma giunta a 23 anni anch'essa lasciò la famiglia il 28 aprile 1937 per seguire il suo sposo Corrado dei Castagnini di Quercegrossa. Il matrimonio avvenne alla presenza dei testimoni Giuseppe Vienni e Vittorio Papi. Del ramo di Sabbatino invece fu Arturo a prendere moglie nel 1934 mentre Guido detto “Guidone” rimase celibe. Arturo sposò Pia Taddei (1912) del popolo di S. Leonino il 25 novembre 1934 e il 15 gennaio nasceva Marino seguita da Mirella il 16 febbraio 1938 e Franco nel 1940. Nel 1936, prima della nascita dei figli di Arturo, la famiglia si era attestata a nove persone e se si esclude il 10enne Enzo gli altri erano tutti in età adulta con i due fratelli Edoardo e Sabbatino ultrasessantenni. Ma la consolidata unione dei due fratelli e dei loro figli stava per terminare.
Gallozzole

Nel 1943 le loro strade si divisero e Odoardo con Giulia, Vittorio con Giuseppa ed Enzo si trasferirono alle Gallozzole, mentre Sabbatino con figli e nipoti si diresse a Romito di S. Leonino dove purtroppo di lì a poco una tremenda sciagura li colpì. Mirella e Franco, infatti, perirono tragicamente il 23 novembre 1944 vicino alla loro abitazione del Romito "vittime entrambi di un relitto di guerra" e, nonostante i tempi, la tragedia ebbe una grande risonanza emotiva. I due piccoli vennero sepolti nel cimitero di S. Leonino dove ancor oggi riposano. Morì anche Sabbatino poco dopo. Nel 1946 ad Arturo e Pia nasce una bambina, chiamata Mirella come la piccola perduta, alla quale seguì nel 1949 Marcella. Un decennio circa rimane Vittorio alle Gallozzole con la sua piccola famiglia formata dagli anziani genitori, dalla moglie Giuseppa e il figlio Enzo ormai indirizzato ad altra professione.
Papi Dopo la morte del babbo Odoardo il 26 ottobre 1952 e della mamma Giulia nel 1955, Vittorio, abbandonate decisamente le Gallozzole e la mezzadria, torna nella nuova casa di Quercegrossa costruita insieme al cognato Corrado Castagnini e alla sorella Marina. Mentre egli proseguirà il lavoro intrapreso di operaio agricolo e giardiniere, il figlio Enzo si impiegherà stabilmente nell'industria dolciaria Sapori di Siena. Pochi anni dopo inizieranno la costruzione della nuova abitazione a pochi metri dalla precedente dove si trasferiranno nell'anno 1961. Una vita tranquilla e laboriosa quella dei Papi allietata nel frattempo dalla nascita di Fabrizio nel 1958 dopo il matrimonio di Enzo con Giuliana Rustioni celebrato nel 1955. Una famiglia conosciuta e stimata in paese, ed Enzo, la cui prematura morte sopraggiunse il 6 ottobre 1972 all'età di 46 anni, è rimasto nella memoria di tutti. Vittorio Papi raggiunse la venerabile età di 95 anni e il 12 marzo del 1995 si spense serenamente, come la moglie Giuseppa anch'essa 95enne che lo seguì poco tempo dopo.

Enzo Papi e l’autore premiati al tiro a piattello.





PARIGI (1903 - 1912/13); mezzadri; Passeggeri.
Dimorante al podere detto Passeggeri 2° dal marzo 1903 la famiglia di Giuseppe Parigi parte dopo il 1911, anno dell'ultimo accenno della loro presenza. Giuseppe di Serafino era nato a Montevarchi ed aveva 37 anni quando entrò a Passeggeri con la moglie Violante Marconi e i figli Oliva di 9 anni, Attilio di 7 e Gino di 3. Dopo alcuni anni nasceranno Giulio il 28 agosto 1904 battezzato a Vagliagli e Vittorio. Il 16 novembre 1903 era morto lo zio Antonio, vedovo, di 65 anni.




PECCIANTI (1940-1959); mezzadri; Gallozzole/Poggioni; da Basciano.
Peccianti Virgilio fu Giuseppe e Maria Dei, colono, era nato a Marmoraia nel 1892 e aveva preso moglie a S. Colomba in età di 24 anni. La sposina, la ventenne Cecilia Cannucci era, certamente fin dall'infanzia, chiamata "Cice" e quando tornano a Quercia, alle Gallozzole nel 1940, fu per tutti "la Cice", e tale soprannome fu affibbiato talvolta anche alla figlia Marisa. Il luogo di nascita dei due fratelli Sabbatino e Nella a Monteliscai, ci informa che Virgilio, la moglie e il fratello Guido si spostarono in quei luoghi negli anni Venti per approdare successivamente a Basciano, precisamente al Poggio al Sale, dove nasce Marisa nel 1936. Alle Gallozzole, dove emigrano nel 1940, entrano nel podere che fu dei Marradi e già il 24 aprile dello stesso anno la 20enne Livia di Virgilio prende per marito Alfredo Tatini di Casapera. Nel 1937 Guido, zio della Cice, uomo maturo di 35 anni, si era sposato con Caterina, una vedova della stessa età, dei Cancelli che abitavano a Poggiobenichi. A questi due matrimoni si aggiunsero quelli di Sabatino e Nella, celebrati nello stesso giorno a Quercegrossa il 27 settembre 1950 che si unirono a Irma e Giovanni Nannini: matrimoni fra fratelli. Dopo un decennio circa alle Gallozzole, nei primissimi anni Cinquanta i Peccianti si trasferiscono ai Poggioni, podere lasciato dai Nannini: sono cinque persone. Nel 1956 entra in casa la sorella di Caterina, Maria Cancelli col marito Alessandro Berrettini e il nipote Valerio che resteranno fino al 1959. Una famiglia i Peccianti che visse con partecipazione a Quercegrossa e soprattutto la Cice personaggio popolarissimo è rimasta nei ricordi di tutti per la sua affabilità e allegria.
Peccianti La Cice ebbe un importante ruolo in parrocchia al tempo della realizzazione del Circolo ACLI del quale fu la prima gerente (si dice che fosse comunista, poi cambiò idea). Si arrivò così al 1959 quando la Cice per sfuggire ad un mondo ormai finito prese marito e figliole e si trasferì a Prato con l'intento di occuparsi nell'industria tessile allora in piena espansione. Trascinò con sé diverse persone di Quercegrossa "col miraggio del guadagno", come si racconta tuttora, ma i risultati non furono quelli sperati. Muovendosi nella stessa ottica, il fratello Puntino, in società con Ermanno Bucalossi il fratello di don Ottorino, si era dato al commercio negli anni Cinquanta aprendo un negozio di cartoleria con rappresentanza di macchine da scrivere ma ... "durarono due/tre mesi". I vecchi Peccianti, compresi Guido e Caterina, morirono tutti a Prato.
La Cice, a destra, con le amiche Albertina Travagli e Piera Rossi.




PELACANI (1958-1968); possidenti; Gallozzole.
Acquistarono le Gallozzole verso il 1958 dal Ruffoli e vi rimasero per circa un decennio. Proprietari dell'ultima ora non devono aver tratto grande profitto dall'agricoltura e non compresero un ambiente in piena crisi. Si rammenta la signora, sempre elegantissima e imbellettata, di passaggio a Quercegrossa con la sua berlina.




PERUGINI (1940 ca. - 1953/55); braccianti; Passeggeri.
Poche notizie per questi pigionali di Passeggeri che in un non ben preciso anno intorno al Quaranta prendono possesso dell'abitazione che era stata del Rossi e poi del Fanetti. Ultima data indicativa a Passeggeri il 1947 quando nasce Antonio figlio di Sabatino detto “il Biondo” ed Elide Bruttini sposi a Pievasciata nel 1938. Sabatino fu senz'altro un operaio agricolo del Sarrocchi e di lui si registra anche la nascita della figlia Lucia nel 1942 dopo il primogenito Alberto battezzato a Siena nel 1939 e nato all'Ospedale. Sconosciuta la data di partenza.





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