USCENDO DA PORTA PISPINI pagina 7
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- "Adì 28 Maggio 1718. Francesca figlia del fu Alessandro Salvetti, e moglie di Francesco Michi nell'Osteria volgarmente detta il Silenzio del Magnifico Francesco Mastacchi di questa cura di S.Eugenia di circa quaranta anni rese l'anima a Dio..." (AAS, Siena S.Eugenia 962, n.264). - I furti negli alberghi erano pittosto frequenti, favoriti dalla stanchezza dei viandanti reduci da faticosi spostamenti, effettuati talvolta con condizioni climatiche avverse. Le vittime potevano essere indistintamente uomini o donne, vive o defunte, come quando "Maria Domenica del fù Giovanni Rocchi della città di Prato è stata inquisita in questo tribunale a doglianza di Francesco
Bettini, parente del fù Domenico Valentini stato famiglio al Bargello di questa Compagnia, perchè coll'occasione che la medesima si trovava in questa città in compagnia del suddetto Valentini coabitando col medesimo nella
Locanda di Giacomo Doccini (oste nell'osteria del Silenzio fuori Porta Pispini) per assisterlo nella di lui infermità, mediante la quale passò
all'altra vita il dì sette settembre prossimo passato (1747), senza aver disposto delle cose sue, essa Maria Domenica avendolo trovato morto in letto, si facesse lecito levare dalle scarpe del medesimo un paro di fibbie d'argento di peso oncie otto, e denari nove, e di
valuta lire cinquanta, siccome di levare ancora dall'orecchio del cadavere di detto Valentini un paro d'orecchioli d'oro di peso tre denari, e di valuta lire quattro, e mezzo, e tutto rubbasse, e s'appropriasse in danno de legittimi eredi di detto Valentini; e partendosi indi
a poco da questa città, se ne andasse a Prato sua Patria, dove fù arrestata, e condotta nelle carceri di quel Tribunale, per esserli state trovate in casa dette fibbie, e orecchioli..." (ASS, Capitano di Giustizia, causa 43, pag.161, 4 gennaio 1748)
- "Ventuno Dicembre 1758. Santi Somigli Oste nella Cura di
S.Regina presso a questa Città
passò a miglior vita il dì suddetto alle cinque e ½ della
mattina, in una Casa del Nobil
Sig. Andreocci posta sopra a Postierla, in età d'anni cinquanta
in circa ..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1114,
n.323).
- "Cosimo di Simone mezzaiolo di messer Alessandro Sozzini nel Comune di Vico d’Arbia luogo detto l’Osteria si sotterrò il dì 27 di agosto 1595" (AAS, S.Pietro a Vico d'Arbia 2479, c.s.n.).
- "Adì 14 febbraio 1798. Passò all'altra vita in età d'Anni
cinquanta sei a ore nove della
mattina del sopradetto giorno Giuseppe Brandani abitante a
Taverne d'Arbia
nell'Osteria..." (AAS, S.Paolo a Presciano 1950, c.44, n.91) - Questo Brandani si
trova menzionato nel libro
dei referti del Capitano di Giustizia, a seguito di un episodio
che lo vide protagonista,
se pur in maniera marginale. Nonostante il fatto rivesta una
modesta importanza, è
ugualmente interessante per la puntigliosa e minuziosa
descrizione dell'accaduto: "Adì 4
Dicembre 1793. Donato Bichi Contadino del Conservatorio
S.Maria Maddalena di Siena al
Podere dell'Abbadia in queste Masse nella Cura di Val di Pugna
rappresenta, che in questa
mattina circa le ore otto trovandosi a lavorare in un Campo di
detto Podere, ha veduto
passare nel Corso del Fiume Bozzone un Uomo Incognito avente
avanti a se un Manzo arante,
e vecchio, che lo faceva caminare frettolosamente a forza di
Bastonate. A questa Figura ha
sospettato che il Bove suddetto fosse rubato, ed in conseguenza
con un Bastone alla mano
si è fatto avanti all'Uomo suddetto nella Strada delle Taverne
di Arbia, quale
attraversava per andare verso la Pieve Asciata. L'ha subbito
interrogato in che modo
avesse detto Bove, ed esso ha risposto di averlo comprato da un
Contadino senza volere
indicare il luogo, ed il tempo della Compra, ed il nome del
Venditore, per il che il
Referente è entrato a sospetto maggiore che il Bove fosse
rubato, quantunque gli abbia
supposto, di avere pernottato a Bonconvento. Mostrando di non
credere per vero il suddetto
discarico, l'ha ricercato del suo nome, e Patria, ed egli ha
replicato d'essere un tal
Francesco, ovvero Luigi come gli pare del Casato Bucci
dell'Abbadia a Coltibuono Uomo dei
Monaci Valombrosani a detta Abbadia. Sentendo ciò l'Esponente
ha soggiunto all'Uomo
suddetto, che non credeva avesse Comprato quel Bove per Scudi
diciotto, come ha supposto,
e che essendo Esso dell'Abbadia di Coltibuono fosse venuto a
Siena col Bove, chi gli
averebbe pagato il tempo, e le spese che perdeva. Costui allora
ricusando di portarsi in
Siena ha lasciato il Bove all'Esponente, e con passo piuttosto
Frettoloso si è diretto
alla volta della Pieve Asciata senza sapere dove sia andato. In
seguito detto Referente
preso in consegna detto Bove l'ha fatto vedere ad Agostino
Ciacci Contadino a Fonte Becci,
ed a Francesco Pavolini suo Pigionale, col di cui soccorso l'ha
condotto, e lasciato nel
Pubblico Stabulario dell'Osteria delle Taverne di Arbia presso
Giuseppe Brandani Oste,
acciò lo ritenga a disposizione della Corte. Al fatto accennato
in poca distanza, è stato
presente il suddetto Ciacci. Il Detentore di detto Bove era un
Uomo di giusta Statura, di
vita sottile, e viso asciutto, con poca barba, capelli neri, e
dell'età di circa anni 31,
vestito di una Carniera di rescetta, o peluzzo verde, calzoni
dello stesso panno, corpetto
turchino ma lacero, calze bianche di lana, scarpe di Vacchetta
con i treccioli, e Cappello
in Capo di Feltro nero uso, ed appuntato, e con i guanti nelle
mani di pelo come di gatto
usi assai. Il Bove poi arrestato nel suddetto Stabulario è
magro, e scosso, di giusta
Corporatura, di Circa anni 13 in 14 del valore di circa Scudi
quattordici, di pelame
Morello, e con un Corno più basso, avente nel Collo dei segni
indicanti offese cagionate
nell'aver lavorato, legato con una fune usa in buono stato di
due pezzi uniti a treccia
della lunghezza di quattro o cinque pasa circa. Rappresenta in
ultimo che il suddetto
Detentore dopo aver supposto d'aver comprato detto Bove da un
Contadino, ha detto di
averlo comprato in Maremma senza render conto da chi, e con che
qualità di Moneta. (ASS,
Capitano di Giustizia 558, c.150v)
- "Adì 3 Maggio 1725. Fabio figlio parvulo di Giuseppe Corsi
Oste all'Olivello detto di
Mezza strada per andare a Sciano venuto in questa Città per
curarsi rese lo spirito in una
Casa posta nell'Abbadia nuova Cura di S.Mauritio..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1111,
c.97r, n.523).
- "Anno Domini 1734 = Die 21 Augusti, Disgratia seguita nella
persona di Francesco
Cortecci mezzaiolo al Riluogo [torrente che inizia da
Montarioso e confluisce nell'Arbia
presso Borgovecchio] de Padri di San Martino di questa Cura di
Vignano Vedovo lasciato per
la morte di Aurelia sua moglie stata qual morì il 5 Aprile 1726
sepolta in Vignano come
apparisce al libro de morti, qual Francesco suddetto nel andare
al Mercato in Sciano
[Asciano], e nel ritornarne volle cavalcare un Cavallo, impennò
e lo buttò in terra e li
tirò un paro di calci, e lo colse mortalmente nel pettignone
[pube] campò un giorno indi
rese lo Spirito nel osteria detta Mezza via.. " (AAS, S.Agnese a Vignano 2499,
c.151r, n.733). - Questo
curioso nome le derivava perchè si trovava proprio a metà
strada tra Siena e Asciano.
- "Adì 4 Maggio 1724. Giovanni del già Michele Chelozzi Oste di
Torrita venuto infermo in
questa Città per curarsi si posò in una Casa della venerabile
Compagnia di S.Giovanni
Battista delle Masse posta nel vicolo che dal Casato passa a
Mercato Vecchio [piazza del
mercato] Cura di S.Salvatore..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1111, c.s.n.).
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