ORETTI (1897-1913) - (1937 - d. f.); commercianti; pensionati; Quercegrossa;
(da S. Giovanni a Cerreto) - (da Siena). "Il nostro appaltino", cita testualmente don Rigatti parlando di Giuseppe Oretti in una lettera del 1898. Infatti, fin dal 3 gennaio 1897 gli Oretti hanno rilevato la bottega e vivono a pigione nella case Ticci, sopra lo spaccio che allora si trovava nell'angolo a sinistra del fabbricato. La gestione della rivendita si prolungherà fino al novembre 1908 con la rinuncia e il trasferimento nel Palazzaccio. Giuseppe (12 febbraio 1861), proveniva da Catignano e aveva con sé la moglie Amabile dei Tracchini dell'Olmicino, incinta di otto mesi, e due nipotine, Silvia di 10 anni e Maria di 4, figlie del fratello Carlo, padre di una numerosa prole. Quest'ultime fecero ritorno nella propria abitazione quando lo zio lasciò la bottega e rimasero insieme alle altre sorelle Pia, Livia e Armida, le rammentate belle cugine di S. Giovanni a Cerreto. Amabile e Giuseppe erano senza figli, avendo perso Pergentina, una bambina morta il 28 agosto 1893 di 5 mesi, ma Amabile era in attesa e un mese dopo il loro arrivo a Quercegrossa diede alla luce un bel maschietto il 3 febbraio al quale fu posto il nome di Angiolo, come il nonno. La successiva maternità portò il 19 aprile 1900 "nella casa detta Rivendita" un altro maschio battezzato Dante, Giovanni, Geremia, colui che sarà per tutti "Il Moro". Altri due parti ebbe Amabile, ma i nati non sopravvissero: Pergentina (Severina) nata il 12 e morta il 16 ottobre 1902 al Palagio, dove era stata data a balia, e Gino nato morto il 15 marzo 1906 e sepolto privatamente dal babbo a Petroio.
Mentre i ragazzi crescevano, Giuseppe con la moglie e Silvia mandava avanti la bottega e si ricorda che "trafficava in pecore" arrabattandosi come mediatore, ma sembra che abbia svolto le sue mansioni di venditore, aiutato anche dal fratello Giulio, senza tanto entusiasmo tanto ché nel 1908, come abbiamo visto, lasciò la bottega e la casa Ticci e si trasferì al Palazzaccio, mentre le nipoti facevano ritorno a casa. Ora, è definito "pigionale" e sarà poi "salariato" nel 1913 quando venne registrata la sua partenza da Quercegrossa diretto agli Orbatelli.
![]() I coloni Oretti fanno la loro comparsa nella parrocchia di S. Giovanni a Cerreto ai primi dell'Ottocento e si ignora la loro provenienza. Nel 1810 la prima registrazione presenta una famiglia di tredici persone che vive nel podere La Querce del Sig. Marcello Sergardi sotto la guida dell'anziano Antonio del fu Iacopo in età di 70 anni con la moglie Celeste Orbani o Pagni. La sua famiglia, tutta di figli maschi e adulti: Giuseppe di 40 anni, l'unico sposato e figlio della prima moglie di Antonio, Eleonora Selvolini; Giovanni Battista di 30 anni; Iacopo di 28 e Raffaele di 26. E’ capoccio in pratica il figlio maggiore Giuseppe coniugato con M. Orsola del fu Santi Baldi che sta allevando un bella nidiata di sei figli dai due ai tredici anni con una sola femmina chiamata Annunziata. Dai suoi figli Simone e Luigi si svilupperanno i due ceppi importanti che affolleranno S. Giovanni a Cerreto di Oretti in misura quasi eccezionale. Lo stesso Giuseppe non ha ancora terminato di accrescere la famiglia e metterà al mondo Michele, Celeste e Francesco. Intanto il patriarca Antonio morirà nel 1820. Luigi Dei nove figli di Giuseppe si ricordano Vincenzo che troveremo bottegaio a Siena nel 1852 in S. Pietro alle Scale; Annunziata sposa a Giovanni Petri; Celeste (1815-1888) moglie di Luigi Ferri; Simone (1797-1883) marito di Assunta Bruttini che gli darà ben dodici figli e infine Luigi, l'avo diretto di Dante, nato nel 1796 e morto il 30 settembre 1874, sposato con Annunziata Bartalini, madre di otto figli. In questo proliferare di nascite, ben venti tra i due fratelli vediamo che nel 1837 il nucleo familiare si compone già di diciannove persone e sarà inevitabile una divisione. "Questa è numerosa famiglia ... campano con le proprie fatiche", annota il parroco per la tassa di famiglia nel 1835. Dopo la morte di Giuseppe nel 1834, è diventato capoccio lo zio celibe Iacopo, ma Simone, il maggiore dei quattro fratelli, si appresta a sostituirlo e lo farà alla sua morte nel 1838. Spetterà quindi a Luigi fare fagotto con la sua famiglia e trasferirsi in altro podere, e attende l'occasione propizia. Pozzo di Sopra Sarà il 1841 l'anno della divisione e Luigi si sposterà al vicino Pozzo di Sopra mentre con Simone resteranno gli altri fratelli. Luigi, in età di 45 anni può contare sul figlio 15enne Agostino mentre Pasquale (12 anni), Angelo (8), Antonio (3) e Faustina (6) sono ancora piccoli e sta per nascere anche l'ultima figlia Caterina (1842). Angelo Anno dopo anno col crescere dei giovani si registrano i matrimoni di Agostino con Clementina Rosini; di Antonio con Anna Parrini; di Faustina con Luigi Pallanti; Caterina con Giulio Finetti e Angelo con Teresa Petreni il 15 febbraio 1855 nella chiesa di Cellole. Il solo Pasquale resterà scapolo. Mentre le donne si accasano dietro i loro mariti, le nuove coppie in casa Oretti cominciano loro volta a mettere al mondo marmocchi in quantità discreta tanto che nei primi anni Settanta la famiglia è di nuovo in esubero con oltre venti unità e si profila la necessità di un'un'altra divisione; di Angelo e Teresa il nucleo più numeroso. Nell'arco di dodici anni assommeranno a nove il figli partoriti da quest'ultima, con solo due morti infantili. Intanto il cugino Pietro figlio del fu Simone del ramo primitivo viveva in quegli anni sempre al podere Querce e nel 1865 si contavano ben sedici persone in famiglia, ridotte a undici nel 1874 a causa dei decessi degli anziani compreso Simone e la moglie Assunta. Pietro maritato a Caterina Pianigiani avrà dieci figlioli, uno meno del padre Simone, tra i quali una coppia di gemelle Annunziata e Assunta nate in quella famosa notte del 5 febbraio 1856 quando tra gli Oretti vennero alla luce tre bambini, tra le tre e le quattro della notte, perché partorì anche Teresa la moglie di Angelo che mise al mondo Carlo. Quest'ultimo visse, al contrario delle gemelline, morte dopo pochi giorni. Triste la storia di Pietro che, padre di dieci figli, come già detto, rimase con quattro femmine dopo che la morte si era portata via i suoi due maschi entrambi chiamati Giuseppe e persi nel 1861, uno di 2 mesi, l'altro di 2 anni. Al Pozzo di Sopra intanto viene attuata la separazione con Antonio e Agostino che si spostano al vicinissimo podere detto Pozzo di Sotto mentre Pasquale e Angelo restano nel vecchio. In breve si conteranno tre discreti nuclei familiari in un ristretto comprensorio, tutti discendenti dell'arcavolo Antonio. Giuseppe Al Pozzo di Sopra vi prenderanno marito le figlie di Angiolo con Giulia che nel 1883 sposa Emilio Taliani di S. Regina il 29 gennaio, ed Ersilia, dieci anni dopo, diventa moglie di Pietro Pallanti il 27 aprile 1893. Tra i giovani maschi Carlo sposerà Teresa Giannini di Pievasciata il 6 gennaio 1881; Emilio si ammoglierà nel 1898; Fortunato con Rosa Carletti e anche Giuseppe si sposerà il 15 febbraio 1890 con Amabile Tracchini che anni prima abitava al podere Olmicino di Quercegrossa e ora residente a Monteliscai. Con i nuovi nati di Carlo e Fortunato la famiglia Oretti al Pozzo di Sopra lievita nuovamente e con poco meno di venti unità la vita diventa dura tanto da costringere Giuseppe a emigrare a Quercegrossa. Partito Giuseppe, nel 1908 muore Angelo a 75 anni e Carlo diventa capoccio. Al Pozzo di Sotto, Savino del fu Agostino è a capo di una sempre numerosa famiglia di sedici persone mentre il vecchio podere Querce è stato lasciato dagli eredi di Pietro che si sono trasferiti a Vitignano nel popolo della Canonica, forse dopo la sua morte, con Vittorio e poi Cesare a capofamiglia. Le figlie di Pietro si sono tutte accasate. Dante Abbiamo lasciato Giuseppe a Quercegrossa pigionale e salariato al Palazzaccio dove Angiolo 17enne e Dante 13enne sono già grandicelli nel 1913 quando abbandona il paese per trasferirsi agli Orbatelli e poi a Villa Benita dalle parti di Ficareto, dove li trova la prima grande guerra. Richiamati entrambi, Angiolo sarà ferito e il suo status di invalido gli aprirà le porte dell'Università dove si impiegherà dopo guerra, e messa su famiglia prenderà dimora in Via Vittorio Emanuele in Siena insieme al fratello Dante. Durante la guerra migliaia di famiglie erano state sfollate dalle zone del fronte e si erano sparse in tutta Italia; Siena non fece eccezione e accolse un bel numero di esse. Per lavoro o altro Angiolino conobbe Anna Maria Fiorinotto figlia di Alessandro e Veronica Noal nata a Cornuda di Treviso il 22 luglio 1895. Per farla breve i due giovani si sposarono il 7 febbraio 1920 nella parrocchia di S. Maria in Cornuda, provincia di Treviso. Dante, dopo una breve vicissitudine al fronte, appena congedato entrerà in ferrovia con destinazione Postumia. Nei rientri a Siena continua a frequentare Quercegrossa e in particolare Dina Mori la figlia dei nuovi proprietari di Quercegrossa. Dante si fidanzò con Dina e il 24 febbraio 1927 si unirono in matrimonio nella nostra chiesa con la testimonianza dello zio Giulio e di un Tracchini. La zia Dina alternava periodi di residenza tra Siena e soprattutto a Quercegrossa e per un breve tempo anche a Postumia dove però non si adattò mai. Lea, la loro unica figlia, nasce a Siena il 29 ottobre 1928. Anni dopo, gli Oretti, ricevuta l'eredità paterna di Dina con incluso il nuovo fabbricato di Quercegrossa che comprendeva la Privativa e la soprastante abitazione vi si trasferirono nell'estate del 1937. Dante, gia dal 1934, ottenuta l'invalidità sul lavoro a causa di un'ernia, aveva deciso di andare in pensione e la famiglia viveva in paese in tutta serenità. Passò la guerra e Lea, che si era fidanzata ben presto con Silvano Socci, un giovane di Quercegrossa, si sposò nell'anno 1953. Gli anni, anzi i decenni, trascorsero per il Moro e Dina in semplicità occupati nelle piccole faccende di tutti i giorni, ma figure centrali della piccola Quercegrossa di allora, fino al 1974 quando Dante si spense all’Ospedale vittima di un malaccio il 22 maggio, e Dina, tanti anni dopo, 90enne nel 1994. Anche Angiolo, dal suo matrimonio ebbe un solo figlio, Alfiero che, colpito da parziale paralisi, rimase celibe. Entrambi si ricordano ospiti graditi dei parenti come persone signorili e distinte, ma soprattutto Alfiero che nella sua disgrazia mantenne sempre vivacità d'ingegno e amabile conversazione. Con Angiolo e Dante si estinse il ramo maschile di Giuseppe Oretti "bottegaio" di Quercegrossa. Tracchini Amabile Tracchini sposò Giuseppe Oretti quando dimorava a Monteliscai dove si era trasferita nel 1888 con i fratelli. I Tracchi o Tracchini, due diversi cognomi per la stessa famiglia, ed entrambi mantenuti dai diversi rami familiari, appaiono a Quercegrossa nei primissimi anni dell'Ottocento provenienti da altra diocesi, Fiesole o Arezzo. La prima registrazione risalente al 1802, fatta per la morte di un figlia di Antonio, dà la famiglia abitare a Petroio. Lì morirà due anni più tardi il capoccio Angiolo e anche la moglie Rosa Pagni nel 1813. Dopodiché spariscono per quattro anni per rientrare in parrocchia nel 1817 con Pietro contadino all'Erede. Ma nel febbraio 1814 Santi di Angelo aveva sposato Caterina Vanni dell'Olmicino ed ecco che nel 1818 anche lui ritorna con la moglie ed entra dai suoceri all'Olmicino, il podere che i suoi figli abiteranno insieme agli zii Vanni fino al 1878. Nel 1841, diventati Tracchini, è capofamiglia Giovanni del fu Santi coniugato l'11 gennaio 1840 a S. Leonino e si presenta un quadro familiare piuttosto insolito con nove componenti dei quali sei in età avanzata e i restanti tre di 15, 18 e 20 anni. I Vanni rimasti, compresa Caterina vedova di Santi Tracchini, sono due celibi e una nubile e vivranno all'Olmicino fino alla morte. Circa trenta anni dopo i cinque fratelli Tracchini figli di Giovanni sono ancora tutti presenti con il celibe zio Giuseppe capoccio mentre il padre Giovanni ormai 60enne è vedovo di Camilla Marchi morta nel 1864 a 41 anni che gli ha lasciato ben sette figli tra i quali Amabile, l'ultima figlia, nata il 1 marzo 1862 e il maggiore Sabbatino del 1845. Si giunge così al 1878 quando tutta la famiglia si trasferisce a Riciano per una permanenza di dieci anni, per spostarsi poi nel 1888 al podere Bagnolo di Monteliscai dove, come abbiamo visto, vi si sposerà Amabile nel 1890. Ancora nel 1899 vi troviamo Angelo Tracchini del fu Giovanni con la moglie Emilia Manenti, due fratelli e numerosi figli a capo di una famiglia di dodici individui dove vive l'anziano Luigi figlio di Caterina Vanni e del fu Santi. La storia dei Tracchini come famiglia della parrocchia finì però con Sabatino che, lasciati i fratelli in occasione del suo matrimonio con Teresa Fontani di Riciano, ma residente al Poggiolo, celebrato il 15 novembre 1884, si sistemerà pigionale del sig. Ticci a Riccieri fino al 2 aprile 1891 per poi prender casa alle Gallozzole dove vivrà otto anni con la moglie, ma senza figli, per morirvi 50enne il 1 luglio 1896.
|