- PROCESSI E FATTI CURIOSI CHE RIGUARDANO I FANTINI -
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Se è vero che l’alternanza della buona e della cattiva sorte è una costante nella carriera dei fantini, è pur vero che nessuno più di Ciancone ha conosciuto fino ai picchi estremi la gloria e la polvere, gli osanna e i vituperi. Sulla scena del Palio è stato a suo modo un piccolo imperatore e, come Napoleone, “cadde, risorse e giacque”. La sua caduta più clamorosa, fu metaforica, ma dolorosissima. Era fantino dell’Oca nel Palio del 16 agosto 1961 ed il suo unico compito era fermare la Torre, grande favorita. I fantini andarono alla mossa ed il primo verdetto della sorte fece esultare Fontebranda e disperare Salicotto: Oca nona e Torre di rincorsa. Per Ciancone da quella posizice ostacolare la partenza dell’avversaria doveva essere un gioco da ragazzi. Accadde invece ciò che nessuno avrebbe mai immaginato. Vittorino, fantino della Torre, fiancò il suo cavallo e in quello stesso momento Ciancone, fantino scaltro, esperto e fedelissimo all’Oca, girò il proprio cavallo dalla parte opposta, consegnando di fatto la vittoria alla Torre e una cocente, beffarda umiliazione all’Oca. Dopo la corsa Ciancone rientrò in Fontebranda protestando la propria buona fede, ma la rabbia furiosa degli ocaioli si abbatté su di lui. Il protagonista della “rigirata” finì all’Ospedale e ci rimase alcuni giorni, sorvegliato dalle Forze dell’Ordine per scongiurare visite indesiderate. Ciancone conosceva bene la gente di Fontebranda e per 5 anni rimase lontano da Siena. Vi tornò il 16 agosto 1966 per corrre il Palio nell’Onda, ma non appena si presentò all’Entrone per prendere parte alla Provaccia, un poderoso cazzotto sferrato dal Barbaresco dell’Oca gli fece capire che la “rigirata” non era stata dimenticata. Per fortuna quel cazzotto fu l'ultima rata pagata da Ciancone allo sdegno di Fontebranda e la sua storia d’amore con Piazza del Campo rifiorì e gli regalò ancora una bella vittoria, conquistata con il giubbetto dell’Onda il 2 luglio 1969, a 52 anni di età. ![]() |