Il Palio fu così bello che è necessario farne l'istoria.
Fra le dieci Contrade che correvano quattro erano i migliori, gli altri sei da tutti creduti molto inferiori; i cavalli buoni erano: Giraffa, Leocorno, Nicchio e Torre, fra i sei cavalli che non si contavano da Palio vi era l'Aquila, che aveva un cavallo di un oste dei Servi comprato da certi zingari, che pochi giorni avanti erano passati per Siena;
questo cavallo nei giorni delle prove era creduto una carogna, perché in cambio di levare la carriera si metteva a salti e nessuno vi voleva correre, finalmente ci fu fermato un certo Giovanni Battista fornaciaio che stava alla Coroncina, accadde che il giorno della corsa, come fu sonata la tromba, i quattro sopra descritti fantini si tennero fra di loro e persero in conseguenza moltissimo tempo, il fantino dell'Aquila, che sempre era stato settimo e ottavo, alla terza girata in faccia alla Magona del ferro passò bravamente quei quattro che si nerbavano e si tenevano e il primo di tutti arrivò a vincita di Palio,
fu tirato il mastio, segno del termine della corsa, il fantino si presentò al palco dei giudici per ottenere il premio nell'atto che i giudici, i quali erano Vincensio Fortini, Carlo Chigi e Francesco Azioni, in atto dissi che questi giudici presentavano il premio all'Aquila, il capitano del Nicchio, il cui cavallo era stato secondo, disse che non si desse il Palio all'Aquila, perché aveva fatte sole due girate, in cambio di tre, nacque gran disputa fra il Nicchio e l'Aquila in vista della quale i giudici riposero il Palio,
il dì seguente tre di luglio l'Aquila andò a Magistrato composto dai tre nominati soggetti a fare l'istansa per ottenere il Palio, il Nicchio si oppose dicendo che aveva fatte due sole girate, ma non avevano prove autentiche, in questo giorno non ostante non fu deciso.
Il dì seguente quattro di luglio, non producendo le necessarie fedi i Nicchiaioli e insistendo l'Aquila per la consegna del Palio, fu per sentensa del Magistrato conforme deciso che il Palio si dovesse all'Aquila, e gran feste furon fatte in questa occasione all'Aquilini.
Tratta da: (Da "Pecci - Giornale Sanese")
|