- PROCESSI E FATTI CURIOSI CHE RIGUARDANO I FANTINI -
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Nel palio del 2 Luglio 1966 Arturo Dejana detto Pel di Carota, dopo aver corso la prima prova con il giubbetto della Pantera, fu contattato dalla dirigenza dell'Istrice che si era vista assegnare in sorte il cavallo Bolero e non risultava certo tra le favorite. Lo era invece la sua rivale, la Lupa, che con Danubio della Crucca e Bozzolo andava a formare un'accoppiata vincente. I "gerarchi" di Camollia promisero a Pel di Carota un'ottima ricompensa se il fantino avesse ostacolato la contrada di Vallerozzi. Gli venne pure di suggerito se nel caso Bozzolo fosse caduto, di prestare molta attenzione a Danubio, che pure scosso avrebbe rappresentato ugualmente un grande pericolo. Il Dejana accettò l'offerta di buon grado, onorando al meglio il compito che gli era stato affidato. Accadde quindi che, appena entrata la rincorsa, egli disarcionasse il fantino lupaiolo e, onde evitare rischi inutili, prendesse con la mano sinistra la briglia di Danubio facendogli fare un'insolita passeggiata fino all'altezza della Cappella e liberandolo soltanto quando gli altri cavalli avevano accumulato un incolmabile vantaggio. Il fantino istriciaiolo fu punito con una sanzione molto pesante per il tempo: 8 palii di squalifica. Con rammarico ancora oggi Arturo Dejana ricorda come la dirigenza dell'Istrice dopo il servizio che gli aveva offerto, non gli avesse concesso la possibilità di rimontare in Piazza. Pel di Carota infatti fu protagonista sul tufo solo un'altra volta, 6 anni dopo, indossando il giubbetto della Selva. fonte: archivio Contrada Sovrana dell'Istrice (Antonio Marchi) |