CAPITOLO II - FAMIGLIE DEL '900

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MORINI (1955-1980); mezzadri/salariati; Pietralta/Quetole; da Castelnuovo Berardenga.
Ancor quando il sistema mezzadrile era entrato nel suo ultimo decennio di vita, continuava il movimento di famiglie contadine e nel 1955 a Casagrande di Petroio al posto dei Masti vi entrano i Morini, famiglia che si muove dal Comune di Castelnuovo B.ga, da casa Coppi sopra il Pian delle Cortine dove risiedevano dal 1940, dopo una precedente dimora dal 1934 a Monte Sante Marie nell’ascianese. Rinnovato il contratto di mezzadria col proprietario Casini, i Morini vi resteranno fino al 1980. Comandava la famiglia il già anziano Pasquale sposato a Carolina Veneri ed entrambi finiranno la loro lunga vecchiaia a Casagrande: Carolina il 15 dicembre 1969 a 80 anni e Pasquale l'11 settembre 1973 a 84 anni. Dei loro sei figli avuti tra il 1913 e il 1932 solo gli uomini torneranno a Casagrande mentre le sorelle Italia del 1915 e Gina 1927 si erano gia accasate altrove. Il maggiore Dante (1915) coniugato a Italia Mancini ebbe due figlie sposate entrambe a Quercegrossa: Marina moglie di Elvio Lorenzoni di Pietralta sposato il 9 aprile del 1964 e Marisa con Ivo dei Manganelli delle Redi sposato il 13 settembre 1966. Degli altri fratelli, Rinaldo (1919) rimase celibe per morire a Basciano nel febbraio 1985 a 66 anni, rinomato in paese per le sue puntuali bevute al bar che raggiungeva sia da Casagrande che dalla sua seconda dimora; Nello sposato ad Alfia Pasquinuzzi, padre di due figlie rimase qualche mese a Casagrande in più degli altri in attesa della casa di Staggia dove si trasferì con Manola mentre Rosanna si era sposata con Marcello Niccolini. Tra le attività di Nello si ricorda quella di norcino che esercitava insieme a Tanasio Innocenti prima di trovare lavoro a S. Rocco. Infine Sestilio, il sesto e ultimo figlio, nato il 24 gennaio 1932 sposato a Rina Semboloni nel 1956. Questa coppia di sposi lasciata Casagrande subito dopo il matrimonio torna alla fattoria ai Colli e poi su al Poggiolo fino al 1963 quando rientrano a Quercegrossa prendendo alloggio al podere di Quetole. Non più mezzadro ma salariato, Sestilio lavora nella stalla delle scrofe di Mucenni e pensa alle viti di Quetole mentre il fratello da Pietralta si occupa dei pochi campi coltivati. A Quetole, che nel frattempo ha cambiato proprietà, si tratterrà fino al 1980 per trasferirsi alla Ripa dove ancor oggi risiede con la famiglia nella casa di sua proprietà. Al 28 luglio 1978 risale la morte del figlio Sauro perito a 19 anni in un incidente sulla statale in quelle cunette sotto Montarioso mentre rientrava a casa. Grande impressione suscitò la perdita di questo simpatico, cordiale quanto sfortunato giovane. Nell'anno 1980, come detto, anche Dante e Rinaldo partono da Pietralta e si insediano a Basciano coltivando il piccolo appezzamento di terra dell'allora parroco don Ignazio Dugar. Non si possono più definire contadini: qualche vite e un po' di terra.




MORROCCHI (1927-1942); mezzadri; Quercegrossa.
Nel podere di Casagrande in Quercegrossa di proprietà Mori nel 1927 avvenne il cambio di contadini e alla partenza dei Baroncelli seguì l'arrivo dei Morrocchi. Giuseppe Morrocchi, detto anche “il Coccheri”, aveva con sé la moglie Severina e un garzone ormai affigliolato, Gino Travagli, accompagnato dalla moglie Pia Galassini in attesa della prima figlia. Da dove provenissero è ignoto, ma sappiamo che verso il 1879 Giuseppe di 7 anni era entrato in casa Coccheri per via del secondo matrimonio della mamma Caterina Manganelli con Giusto Coccheri. Rimasta ben presto vedova di un Morrocchi, dal quale aveva avuto i due figli Giuseppe (1872) e Assunta (1887), Caterina si era risposata con Giusto Coccheri ed era tornata in casa del marito nel podere Gualduccio nella parrocchia di S. Giacomo a Pietrafitta. Da qui il cognome Coccheri divenne il soprannome di Giuseppe che tra l'altro passò poi anche a Gino Travagli. Giuseppe Morrocchi non aveva figli, per questo aveva preso un giovane garzone in casa che considerava come un figlio e con lui poteva anche prendere un podere a mezzadria come avvenne a Quercegrossa anche se ormai era vicino alla sessantina. Comunque la permanenza a Casagrande si protrarrà per quindici anni e terminerà tragicamente nel 1942 con l’improvvisa morte di Giuseppe Morrocchi causata da una caduta accidentale mentre scendeva dalla carrozza del Becciolini a porta Camollia a Siena. Alla morte di Giuseppe segui l’immediato abbandono del podere e Gino si trasferì con la vedova Severina nelle nuove case di Giotto. Qui Severina rimase qualche tempo poi, avanti negli anni, venne ricoverata in Campansi a finire i suoi giorni. Lasciarono un buon ricordo Giuseppe e Severina.




MUGNAI (1935-1952); minatori; Quercegrossa; dalla Canonica a Cerreto.
Il poro "Vespa" è rimasto nella memoria di tutti per la orrenda fine fatta in miniera assieme al Taddei di Gardina nel 1952. Mugnai Settimio, minatore originario di Asciano, si era avvicinato al suo lavoro tornando a Quercegrossa nelle case di Giotto dopo un periodo di permanenza alla Canonica a Cerreto dove aveva preso moglie Isolina Giardini nel 1933. Viveva al quel tempo da contadino al podere Capanno di Pianella con i fratelli Emilio, Alberto e Sesto i figli di Pasquale e di Giulia Giorgi. La nascita della figlia Gallerana l'anno successivo al suo matrimonio, sempre a Canonica, ci fa collocare il suo arrivo a Quercegrossa tra la fine del 1934 e l’inizi del 1935. Per diciotto anni tutto filo lisciò nella semplice vita di Settimio diventato minatore: lavoro e famiglia. All'improvviso però, quando meno te l'aspetti, all'età di 46 anni in quel gennaio del 1952 l’incidente che mise fine alla sua vita. Il solenne funerale e il trasporto a Siena, al Laterino, ebbe un eccezionale seguito di gente commossa. Lasciò la moglie incita di alcuni mesi e la figlia 18enne Gallerana. Poco dopo la nascita di Rossana, non offrendo Quercegrossa nessuna opportunità di lavoro, se ne andarono per sempre a Siena, forse l'anno stesso della morte di Settimio, e lasciarono la loro abitazione a Mario Valiani e Fedora Mecacci sposi novelli.




MUGNAINI ALESSANDRO (1931 ca. - 1932); braccianti; Castello.
Ancora un bracciante vissuto per pochissimo tempo al Castello insieme alla moglie Alduina Lazzeri.




MUGNAINI ANGELO (1927-1937); mezzadri; Petroio.
Al seguito di Giovanni Guarducci in arrivo al podere di Petroio ci sono gli anziani genitori della moglie Emilia (Milia), Angelo Mugnaini e Adele Pacciani. Rimasti probabilmente soli dopo il matrimonio dell'altra figlia Faustina accolsero in casa il genero Giovanni Guarducci e insieme fecero la stessa strada. Brevissima la presenza di Angelo di Mattia a Petroio: non passerà un anno che, all'età di 65 anni, verrà sepolto nel vicino cimitero. Adele invece trascorrerà ancora dieci anni di vedovanza prima di raggiungerlo il 6 gennaio 1937. La loro figlia Emilia vivrà la sua vita in casa Guarducci, prima a Petroio poi a Quercegrossa, finendo i suoi giorni alla bella età di 86 anni nel 1976.

Emilia Mugnaini in Guarducci






MUGNAINI EMILIO (? - 1932); mezzadri; Arginano.
Ancora una famiglia di Mugnaini nel Novecento sul territorio di Quercegrossa. Tre donne e un uomo: Emilio del fu Angelo con la mamma Maria Tani e due sorelle, una delle quali si chiamava Isola. Impossibile stabilire da quanti anni risiedessero all'Arginano, nell'abitazione che poi sarà dei Nencioni. Aveva quasi certamente un contratto di mezzadria nonostante la limitata forza di lavoro. Nel 1932 sono messi in partenza per trasferirsi a Bucciano di Siena. Ma la permanenza all'Arginano di Emilio non fu infruttuosa. Non molto lontano, in fondo alla discesa abitava l’allora diciannovenne Argia, la figlia di Emma e del fu Pietro Donnini, e i due si conobbero per una storia d'amore che ebbe il suo compimento il 30 aprile 1936 nella chiesa di Quercegrossa col matrimonio celebrato da don Luigi davanti ai testimoni Brunetto Rossi e Ottavio Francioni di Siena. Tornati a Bucciano nacquero due figli: Gastone e Grazia. Molti anni dopo, nel 1986, la famiglia fu colpita da un grande disgrazia: Gastone fu colto da un ictus in un albergo di Viterbo. Vi aveva passato la notte per poi dirigersi a Roma per motivi di lavoro. Fu trovato in terra nella camera e subito trasportato a Roma dove morì quattordici giorni dopo. Non passò un anno che Argia, finita dal dolore, finì i suoi giorni. Raggiunse Emilio che se ne era andato nel 1980. Isola, da parte sua, si era sistemata con un Viligiardi e visse prima a S. Felice, poi a Siena.




MUGNAINI GIULIO (1927-1931); mezzadri; Gallozzole.
Nello stesso anno 1927 quando Giulio Mugnaini di Pellegrino faceva il suo rientro al Castello, un suo omonimo senza nessun rapporto di parentela con lui tornava alle Gallozzole. Questo secondo Giulio era un colono proveniente da Siena ed era accompagnato dalla moglie Giulia Borri, dal fratello Pasquale-Cesare e i figli Elvira, Ezio e Livio. Una famiglia ormai dimenticata da tutti per la sua breve presenza. Partirono infatti dopo quattro anni, nel 1931, diretti a Sovicille.




MUGNAINI PELLEGRINO (1892-1906/07) - (1927-1939); mezzadri; (Viareggio/Maciallina) - (Castello).
Nell'ultimo decennio dell'Ottocento compare un secondo gruppo di Mugnaini. Dal 3 marzo 1892 al 3 marzo 1902 dimora a Viareggio la famiglia di Pellegrino del fu Sebastiano. Provengono da Miscianello di Cellole in Pontignano, ma Pellegrino è nato a Radda come la moglie Marianna Martini. Pellegrino ormai avanti negli anni ha delegato il comando al figlio Onorato di 38 anni coniugato con Teresa Midollini di Castellina la quale pochi anni dopo, il 3 febbraio 1898, lo lascerà vedovo dopo avergli dato sei figli: Assunta, Leonildo, Olderigo, Pia, Vittorio e Gino. Onorato è nato a Radda e così Sebastiano, l'altro fratello che convive con lui, mentre il terzo, Giulio, è venuto al mondo a Castellina. Il padre dei tre fratelli, Pellegrino del fu Sebastiano, nacque invece a Gaiole e questo ci dice quanto questa famiglia fosse pratica del Chianti. A Quercegrossa una sorella di Pellegrino sposò un Bichi dell'Arginanino ai primi del Novecento. Se dal 1902 non abbiamo più notizie di Onorato che ha lasciato il popolo di Quercegrossa, Giulio con la consorte Marianna di Giuseppe Buti e la figlia Isolina si insedia a Maciallina. Giulio e Marianna di Petroio si erano sposati a Quercegrossa il 22 febbraio 1900. A Maciallina Isolina muore il 23 settembre 1905, a 4 anni e già nel 1901 Giulio aveva perso il primogenito Alberto di pochi giorni. Poco dopo Giulio riprende il via e si sposta non molto lontano, a S. Stefano di Basciano. Sembra un addio invece è solo un arrivederci. Infatti, passati vent'anni, nel 1927 ritornano a Quercia al podere del Castello provenienti da Gaiole. La prole è cresciuta e con Giulio e Marianna ci sono Alessandro, Alessandra, Armando, Isolina (1912), Gino, Gina e Annunziata. Nel 1934 Armando sposa a Quercegrossa Maria Finetti, la figlia di Carlo di Macialla, Alessandro invece aveva preso in moglie a S. Leonino Alduina Lazzeri nel 1932, e nel 1937 Isolina, che dal 1925 al 1927 si era trasferita a Lucignano d’Arezzo senz’altro a servizio, sposa Giuseppe Bucciarelli di Castellina. Due anni ancora e poi la famiglia abbandonerà per sempre a Quercegrossa. Alla vigilia della guerra, nel marzo 1939, si spostano a Topina. Erano in undici gli ultimi Mugnaini che partirono da Quercia.




MUGNAINI PIETRO (1877 - 1901 ca.); mezzadri; Passeggeri/Castagnoli; da Gaiole ?
Totalmente assenti a metà Ottocento, si assiste dal 1877 alla comparsa di due famiglie con questo cognome e senza parentela fra loro. Sviluppatesi dai due capocci Antonio e Pellegrino li ritroveremo a Passeggeri, Castagnoli, Viareggio e Maciallina per poi scomparire di nuovo. Al censimento del 1911 nessuna famiglia Mugnaini è presente sul territorio. Pietro Mugnaini di Antonio giunge a Passeggeri nel 1877. Nato a Gaiole ha sposato una Buti, Annunziata di Santi, e col più giovane fratello Serafino coniugato a Giuseppa Ricci compone un nucleo che nel 1890 assomma a nove componenti di tutte le età. Si va dai figli di Pietro, Tuglio e Antonio rispettivamente di 25 e 23 anni d'età ai figli di Serafino, Luigi, Cesarina e Corrado tutti sotto i 3 anni. La permanenza a Passeggeri si prolunga per circa venti anni per spostarsi poi a Castagnoli nel 1899. Due anni prima Antonio di Pietro ed Emilia Gambassi di Castagnoli si erano sposati il 25 febbraio 1897. Ma tre anni soltanto sopravvisse Antonio che morì il 19 ottobre del 1900. Emilia con l'unico figlio Dante se ne ritornò nella sua famiglia a Bellavista. Come avveniva purtroppo spesso in quei tempi anche Serafino lasciò a Castagnoli il suo penoso strascico di morti infantili: Zaira (+1893), Rotilio (+1894), Livio (+1896) e Fortunato (+1899). Queste sono le ultime note sui Mugnaini di Passeggeri ancora presenti nel 1901, ma da quel momento se ne perdono le tracce.




MUTTI LUISA (1916-1917); pigionali; Leccino.
Una nubile di 39 anni morta improvvisamente al Leccino il 26 febbraio 1917. Figlia di Telesforo e Fortunata Sabatini probabilmente viveva sola e lavorava nel campi, stante la totale mancanza di uomini in quegli anni di guerra.





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