LOSI ADAMO (1921-1960); mezzadri; Quercegrossa; da Radda. Adamo Losi detto "Damino" abitava ai primi del Novecento al podere S. Nicciolino di Radda insieme al padre Ferdinando e a fratelli e sorelle. A Vignale di S. Leonino, podere dello stesso proprietario Minucci, Damino vi andava a "opra" dai Mori e quando questi acquistarono le proprietà Andreucci a Quercegrossa e ristrutturarono Casagrande chiamarono Damino e tutta la famiglia ad occupare uno dei due poderi in virtù di un rapporto di amicizia che si era creato fra le due famiglie. Infatti, nel 1921 si insediarono nella parte nord del fabbricato con un podere di discreta estensione. Risulta capo famiglia, ma più di nome che di fatto data l'età, l'anziano Ferdinando del fu Giuseppe nato in Comune di Castellina in Chianti nel lontano 1845 e vedovo di Gioconda (Assunta) Panichi, ma il vero capoccio è il trentenne Damino sposato dal 20 ottobre 1919 con Maria dei Vienni di S. Maria e padre di Alda nata a Monterinaldi, la precedente parrocchia dei Losi, il 22 agosto del 1920, sei mesi prima del trasloco. Il babbo Ferdinando era figlio di Giuseppe e di Maria Bianciardi, parente dei Losi del Casetto di Campalli che entrarono all’Arginanino nel 1940. Giuseppe, infatti, era nato nel 1803 da Lorenzo ed era fratello di Andrea antenato dei suddetti Losi dell’Arginanino. Giuseppe da grande lasciò la famiglia e si diresse verso Radda. Qui il figlio Ferdinando si sposò una prima volta con Maria Semplici a Vagliagli il 30 giugno 1870 e Ferdinando è segnato come abitante nel popolo di S. Leonino, ma in realtà abita a Ceperano di Radda. Maria gli dà tre figlie prima di morire e lasciarlo con Luisa di 4 anni, Sabatina di 2 e Cesira di 1 anno. Ferdinando vive con il fratello Giovanni e la cognata Cesira Nencioni. Dopo molto tempo Ferdinando si risposa con Gioconda Panichi, forse quando ha già superato i quaranta.
Tornando a Quercegrossa e a Damino vediamo che lo accompagnano i fratelli Cesare (1893), Angelo (1897), Giuseppe (1902) e due sorelle, Emilia e Zelinda nata il 22 agosto 1899. In quegli anni i Losi entrarono subito nel vivo della vita di Quercegrossa facilitati dal fatto di essere contadini in paese e tutti, uomini e donne, divennero figure centrali della vita quotidiana sia con la loro presenza che per i numerosi e frequenti eventi anagrafici. L'anno stesso del loro arrivo, il 16 novembre si marita Emilia e questo sarà il primo dei nove matrimoni delle donne Losi che si festeggeranno in 35 anni nella parrocchia di Quercegrossa. Emilia prese per marito un giovane dei suoi posti, Cesare Forconi di Grignano. Dodici giorni dopo questo matrimonio nacque Duilia di Adamo e Maria. Due anni più tardi è il turno Zelinda che si sposa il 24 novembre con Giovanni Mecatti. Nel primo decennio di permanenza a Casagrande si mettono le basi per quell'aspetto demografico che avrà la famiglia alla vigilia della Seconda guerra. Alle due femmine di Adamo si aggiunge Alba nata il 7 ottobre 1930 mentre Cesare e Isolina da parte loro, dopo aver perso i primi due nati, Ancilla il 22 ottobre 1921 di 10 mesi, poco meno di un mese prima del matrimonio di Emilia, e Aldo l'8 febbraio 1924 di 10 giorni, hanno Liliana il 30 aprile del 1925, Ines il 22 gennaio 1928 e Milena il 20 novembre 1931. Inframmezzo a queste date si verificarono altri fatti che ridussero drasticamente il numero degli uomini in famiglia. Nel 1924 prese moglie Angiolo che tornò nel Palazzaccio con la moglie Ida Viperai diventando salariato, poi morì il nonno Ferdinando all'età di 84 anni il 27 gennaio del '29 e infine Giuseppe detto "Geppino" scelta la professione di "girovago" si faceva vedere saltuariamente. Ma l'avvenimento più importante in casa Losi fu la morte inaspettata di Cesare che, operato di stomaco all'ospedale di Siena, prese il broncopolmonite e morì il 29 dicembre 1932. Lo portarono a casa a morire e, messa la barella in terra il poro Cesare esclamò: "Finalmente ce l'ho fatta a tornare a casa". Dopo pochi giorni, a 39 anni, lasciò questa terra e lasciò anche Damino con otto donne, delle quali sei dai due ai tredici anni, e la vedova Isolina in lacrime. Cesare l'aveva conosciuta giovane, taccina a Brolio. Guardava i maiali e abitava nei pressi del castello, in un castagneto. Cesare, da sotto Radda, non avendo altri mezzi, andava a far l'amore a piedi. Isolina, che era rimasta presto orfana, aveva una sorella rinchiusa al manicomio per via del mal caduco che la prendeva, e aveva anche il nonno carbonaro che alla sua morte le lasciò in eredita 6000 lire, che lei poi prestò a Giuseppe Vienni, convinta dalla cognata Maria, per acquistare macchina tribbiatrice e trattore. Tante volte gli fu detto: "Non mandare le ragazze a garzone, fatti ridare i soldi". Raggiunse Cesare dieci anni dopo nel 1941. La nascita di sole femmine in casa Losi portò Damino a prendere un garzone che l'aiutasse nel podere, ma con il velato intento di sistemare le ragazze più grandi. Arrivò quindi nel settembre 1931 un giovane di quindici anni, nato il 16 febbraio 1916 alla Volpaia di Radda, da dove, con i parenti coloni, si era spostata a Guardastrada di Rencine di Monteriggioni il 3 marzo 1927. Virgilio era rimasto orfano dei genitori e la sua tutela era stata assunta dallo zio Sabbatino del fu Angiolo (vedi Provvedi), nato a Gaiole in Chianti, forse il paese di origine della famiglia Provvedi. La famiglia però dimorava da tempo al podere Vercenni di Radda dove Angiolo del fu Vincenzo sposò Serafina Lusini che gli diede Giuseppe, il babbo di Virgilio, Alessandro il babbo di Mariano che tornerà a Passeggeri e Sabatino entrato a Quercegrossa, a Sornano. Da Rencine, dunque, Virgilio detto "il Gazzei" entrò in casa Losi nell'anno 1931, prima della morte di Cesare. Il curioso soprannome gli venne dato a Quercegrossa nella bottega del barbiere Taddei, e da allora fu solo il Gazzei. Gli ci volle poco per integrarsi in famiglia e lo fece tanto bene che il 6 marzo del 1937 condusse all'altare la 17enne figlia di Damino, Alda, e il 4 luglio successivo nasceva Fabio. Fu questo il primo matrimonio delle sei cugine che in poco meno di venti anni si sistemeranno tutte. Nel sopraggiungere dello stato di guerra, con l’arruolamento di Virgilio che diede non poche preoccupazioni, ci fu il tempo di maritare Liliana con Bruno Sestini di Gaggiola il 7 febbraio 1943 e Duilia che tornò al Mulino di Quercegrossa, moglie di Lando Bonelli sposato il 5 giugno 1944 a un mese dal passaggio del fronte che vide le altre ragazze Losi sfollare a Siena, mentre Damino e Maria restarono a casa con Nello. All'esodo in città mancò però Milena, la figlia di Cesare, che era volata al cielo il 9 maggio malata di meningite, ma anche impaurita dalle cannonate che si erano abbattute su di lei mentre guardava i maiali ai Cipressini.
![]() Prima di questi fatti era stato accolto in casa Losi, chiamato a sostituire Virgilio assente per la guerra, un suo biscugino, Nello, figlio di Emilio e della fu Caterina Petri, un giovane di 20 anni essendo nato a Radda il 25 gennaio 1923, ma proveninete da Guardastrada di Rencine dove la famiglia si era trasferita. “Stampone”, come veniva chiamato Nello, da ragazzo era stato messo in collegio a Radda. Arrivato a Quercia il 20 maggio del 1942, rimase poi presso i Losi, lavorò nel podere e si trovò moglie dai vicini Costanzi prendendo Casilde con la quale lasciò Quercegrossa intorno al 1955. Non ebbe figlioli. Gli anni subito seguenti al dopoguerra, vissuti in un clima paesano piuttosto teso, non portarono grosse novità in casa Losi composta ora di otto persone e bisogna attendere il 1950 per continuare la serie dei matrimoni con Ines che il 17 aprile sposa Aliberto Franci e il 1953 per veder nascere il secondo figlio del Gazzei, Francesco, il 4 ottobre 1953. Non passeranno due anni che anche Alba, la figlia più giovane di Damino, si sposa con Silvio Fattori residente a Foiano della Chiana definito "salariato". Alla cerimonia nella chiesa di Quercegrossa intervenne come testimone il vecchio fattore e zio Giuseppe Vieni allora residente a Asciano, paese dove andrà a vivere Alba. Con il matrimonio e la già detta partenza di Stampone la famiglia si ridusse ancora e restarono Damino con Maria e Virgilio con Alda, Fabio e Francesco. Quella che una volta era dominio di donne ora aveva una prevalenza doppia di uomini. Ma aumentava il disagio delle famiglie contadine specialmente dopo il gelo del 1956 e Fabio, dopo aver frequentato con altri del paese la scuola agraria, tentò altre strade fin dal 1955 facendo l’apprendista falegname al Palazzo Diavoli. Alda, intanto, continuava nel suo impegno di custode della scuola lasciatole dalla mamma fin dal 1940. Ma ormai era solo questione di poco per giungere a quel gennaio 1960 che li vide partire da Quercegrossa, costretti da una situazione di difficoltà padronale col podere in affitto ad altri: "Si fini di cogliere le poche olive rimaste e si partì". Si trasferirono a Monteriggioni e Virgilio continuò a fare il contadino per ancora tre anni, smettendo definitivamente nel 1963. Fabio, in quel periodo, si impiegò come trattorista stagionale a Stomennano. Due anni dopo fece ritorno a Quercegrossa per prendere moglie all'Olmicino sposando Graziella Palazzi il 13 febbraio 1965. L’ultimo atto dei Losi a Quercegrossa fu però scritto da Damino che, rimasto solo con Maria a Casagrande, si spense l'anno successivo il 5 febbraio 1961 dopo quaranta anni esatti dalla sua entrata nel nostro popolo del quale fu una figura familiarissima a tutti. Lontano da noi morirono Maria il 28 dicembre 1964, Nello il 10 dicembre 1977, Virgilio, e per ultima Alda il 20 agosto 1987.
LOSI ANGIOLO (1928-1957); mezzadri/salariati; Quercegrossa; da Radda. Arrivato a Quercegrossa con la sua famiglia entrata a Casagrande dei Mori, Angiolo di Ferdinando vi rimase sette anni fino a quando presa moglie decise di stabilirsi in proprio e occuparsi nell’agricoltura come dipendente. Si sposò in età di 31 anni il 24 aprile del 1928 a Monteriggioni e prese casa, sempre a Quercegrossa, nel Palazzaccio, pigionale dei Mori. La moglie Ida di Luigi Viperai, donna laboriosa, era nata a Monticiano nel 1903 e si erano conosciuti al tempo quando lei abitava all'Olmicino da dove poi era partita con la famiglia nel 1927 diretta ad Abbadia a Isola. Occupato alla Ripa dal Consorti, Angiolo arrivò a svolgere funzioni di mezzo fattore rimanendovi per trenta anni fino alla sua partenza da Quercegrossa risalente al 1957, quando lasciò l'ultimo piano del Palazzaccio dove erano nati i suoi figli Silvana (1929) e Sergio (1931). Il matrimonio della figlia fu forse l'unico grande evento della piccola famiglia di Angiolo detto "Giangino" per la sua bassa statura. Silvana si sposò a Quercegrossa all'età di 21 anni con Aldo Manganelli, un muratore residente in Monteriggioni; era il 27 settembre 1950. Il fratello Sergio, dopo le elementari a Quercegrossa e Fontebecci, si iscrisse alla Scuola di Avviamento Professionale di S. Domenico che frequentò negli anni della guerra mentre lavorava come apprendista meccanico, con il babbo che andava a riscontrarlo a Fontebecci nella stagione invernale per accompagnarlo nel ritorno la sera tardi. Terminati gli studi fu assunto dalla Industria Meccanica Tortorelli. Quando parti nel 1957 Sergio aveva 26 anni ed era stato uno del gruppo dei giovani nella vita della Quercegrossa anni Cinquanta. Tornarono a Fontebecci in quella casa isolata sulla sinistra guardando la Cassia, dalla quale dista cento metri, dove finirono i loro giorni sia Ida che Giangio. LOSI EZIO (1940 - Residenti); mezzadri/operai; Arginanino/Quercegrossa; da S. Leonino (Quattrovie). Famiglia contadina i Losi fecero il loro ingresso nel popolo di Quercegrossa nell'anno 1940 provenienti dalle Quattro Vie di S. Leonino. Al podere Arginanino entrarono in sei con il capoccio Michele 64enne, la moglie Giulia Conti, il figlio Ezio, la nuora Primetta Bruni e i due ragazzini Alighiero (1932) detto "Dedo" e Armando (1935), gli unici figli di Ezio che completavano così il piccolo nucleo. ![]() Il popolare "Magnelli", ma specialmente i figli, divennero in Quercegrossa persone tra le più conosciute, soprattutto dopo il loro trasferimento nella nuova abitazione del Bonucci, posta a fianco della chiesa. Ma già da tempo i Losi erano noti in paese per la loro permanenza alle vicine Quattro vie di S. Leonino, dove dimoravano da circa quarant'anni in un popolo del quale facevano parte fin dai primi del Settecento come si può rilevare dai registri di quella parrocchia. Il dato più antico relativo ai Losi risale, infatti, all'anno 1704 con il battesimo di M. Maddalena di Lorenzo Losi e Caterina, da Tramonti, a cui seguono altri eventi di nascite e morti tra il 1706 e il 1708 di figli di Francesco Losi residente alle Bagnaie (1706) e alla Casina di Campalli (1708). Domenico A queste prime presenze non fanno seguito altre registrazioni per un periodo di venti anni fino al 1728 con la nascita di Domenico di Agostino del fu Domenico Losi del popolo di Tregole. Il nonno Domenico rammentato nell'atto dovrebbe essere parente di quel Lorenzo e di quel Francesco che nel primo decennio del secolo erano entrati nel popolo di S. Leonino, senza tuttavia rimanervi. Egli comunque è l'avo diretto più antico che si conosca dei Losi dell'Arginanino. Di lui si conoscono sei figli tra i quali un Lorenzo nato intorno al 1700, che merita una citazione particolare per essersi trasferito con la moglie Lisabetta Bartalini verso gli anni Trenta al podere Erede di Petroio e successivamente a Belvedere con la registrazione delle nascite dei figli M. Angiola all'Erede nel 1736, Giovanni Francesco, M. Teresa (1740), Giovanni (1743) e Michele Arcangiolo (1747) a Belvedere. Questa ramo sparirà poi da Quercegrossa a metà secolo. Tra gli altri figli di Domenico si conoscono Caterina, morta nel 1729 all'età di 30 anni; Antonio (1692-1754), sposato nel 1734 a Teresa Mecacci di S. Leonino e trasferitosi a Cavasonno dove i suoi eredi saranno presenti per mezzo secolo circa prima di disperdersi, e infine Tommaso nato nel 1690 ca. e morto al Casetto di Campalli nel 1762 di cui seguiremo le orme perché saranno i suoi bisnipoti a trasferirsi a Quercegrossa. Intanto, però, vediamo che dal rammentato battesimo del figlio di Agostino e di Vettoria Minucci nel 1728 la famiglia abitava in parrocchia di Tregole, dove il 13 marzo del 1729 nasce ancora un Domenico di Agostino, ma in quell'anno si trova anche che Caterina di Domenico muore in età di anni 30 alla Casa del Sig. Minucci. E' questo il podere dove si sono trasferiti e dove nasceranno i due figli di Tommaso che ha preso in moglie Maddalena Naldini; due figli soltanto per Tommaso ma, se di Domenico nato nel 1732 e di Giuseppe (1734) non si hanno notizie ed è presumibile che siano morti, del Domenico nato il 19 maggio 1738, sappiamo che crescerà, prenderà moglie e continuerà così a far germogliare l'albero dei Losi. Soprattutto sappiamo che Domenico è nato a Vignalino dove la sua famiglia composta probabilmente soltanto dal padre e dalla madre si è trasferita poco prima della sua nascita. Giunto all'età di venti anni anche Domenico mise su famiglia unendosi a M. Orsola Chiavistrelli dalla quale ebbe Antonio nato il 22 ottobre 1757, così chiamato in ricordo dello zio morto tre anni prima a Cavasonno. La nascita di Antonio ci dà modo di sapere che la famiglia si è nel frattempo spostata ed ora vive a Barberino della Cura di S. Miniato a Fonterutoli. Ma ancora per poco perché nel 1762 entrano al podere detto Casetto di Campalli.
Casetto di Campalli Una data storica quella in quanto i Losi vi resteranno per ben 120 anni ma, appena giunti, vi muore all'età di 72 l'anziano Tommaso. La vedova Maddalena gli sopravvivrà quindici anni e per qualche tempo sarà indicata come capofamiglia. Il figlio Domenico seguirà l'esempio paterno limitando la sua discendenza oltre al già citato Antonio, privo di altri dati, soltanto a Giovanni Maria morto in età infantile e Lorenzo nato nel 1767. Sarà quest'ultimo a rinvigorire una famiglia che da due generazioni stenta a prendere consistenza. Sposato giovanissimo con Rosa Mattei, Lorenzo vedrà nascere sei figli tra il 1787 e il 1803 iniziando da Luigi (1787), Maddalena, Andrea (1797), Domenico (1798), Girolamo (1799) e Giuseppe (1803). Mentre Maddalena raggiunta l'età da marito si sposa il 2 marzo 1810 con Domenico Guideri e parte, dei figli maschi Girolamo, raggiunta l’età adulta, scompare dalla famiglia e non abbiamo più notizie, ed è probabile che presa moglie si sia allontanato come fece Giuseppe che emigrato verso Castellina o Radda diede vita al ramo di Damino Losi contadino a Quercegrossa dal 1921. Dei restanti, Luigi prenderà in moglie Maria Bandinelli il 17 febbraio 1814 e Andrea sposerà M. Assunta Bordoni nel 1819, mentre il solo a non ammogliarsi sarà Domenico che vivrà al Casetto fino al 31 dicembre 1852. Andrea Da questo momento si ha in casa Losi un vero boom demografico che porterà la famiglia a contare nel 1834 ben sedici persone, triplicando il numero iniziale del 1762 e questo spiega anche la partenza di Girolamo e Giuseppe. Se si conteranno sette nascite della coppia Luigi - Maria si arriverà fino a dieci per Andrea e M. Assunta. Celebrato dunque il matrimonio a S. Leonino tra Andrea e M. Assunta del fu Sebastiano Bordoni il 9 giugno 1819, nel mese successivo nasce una femmina battezzata Maria, ma l'8 agosto si registra la sua morte "di 1 mese circa". Stessa sorte subirà Antonio morto il 17 ottobre del 1820 "di mesi due e giorni undici". Al 1822 risale il primo stato d'anime rimasto dell'Ottocento, della pieve di S. Leonino e qui possiamo vedere chiaramente la composizione della famiglia Losi che comprende ora dodici persone: 1822 - Podere del Sig. Michele e fratelli Morelli: Lorenzo del fu Domenico, vedovo di anni 55 / Domenico di 24 anni, figlio / Girolamo 23 / Giuseppe 19 / Luigi 35 / Maria di Pietro Bandinelli, moglie di 32 anni / Maria Maddalena, 5 anni, figlia / M. Rosa, 4 anni / M. Celestina, figlia di Luigi / M. Anna / Andrea, fratello di Domenico, 25 anni / M. Assunta Bordoni, moglie di 23 anni. Rosa Mattei la moglie di Lorenzo è gia morta e Andrea non ha ancora figli mentre a Luigi sono nate quattro femmine. Di lui resteranno in famiglia, dopo il suo decesso avvenuto il 22 aprile del 1836, soltanto la vedova Maria Bandinelli e il figlio Pietro che prenderà in moglie Giuseppa Pazzini nel 1850 e lascerà la famiglia probabilmente dopo la morte della mamma. Poco dopo la compilazione dello stato familiare, nello stesso anno, ad Andrea nasce un maschietto chiamato Angiolo: egli resterà celibe e sarà il capoccio dopo la morte dello zio Domenico avvenuta il 31 dicembre 1852. Francesco Dopo di lui è il turno di Francesco che nasce il 1 dicembre 1823 poi Giovanni (1827), Serafina, Teresa, Carolina e per ultimo un maschio, il 26 luglio 1840, che Andrea chiamerà Luigi come lo scomparso fratello. Il 16 febbraio 1833 cessa di vivere il patriarca Lorenzo all’età di 66 anni. In questo alternarsi di eventi si giunge al 1834 con la famiglia Losi forte di sedici elementi dei quali dieci che vanno da 1 ai 18 anni. Nel 1840 si ha una lieve flessione e si scende a tredici persone per mantenersi poi nei decenni successivi mediamente a dieci individui. In quegli anni di mezzo dell'Ottocento il 24 novembre 1849 se ne va Andrea all'età di 52 anni e la moglie Assunta il 4 novembre del 1865. Poco prima della morte del babbo, Francesco si è sposato con Caterina dei Mori di Quornia il 31 ottobre 1847; entrambi gli sposi hanno 24 anni. Sarà lui che metterà al mondo Michele il padre di Ezio detto "Il Magnelli". La moglie Caterina gli partorisce Emilia il 16 dicembre 1848, ma non ci sarà un seguito perché Caterina muore il 3 agosto 1850. Emilia tornerà al Castello di Quercegrossa nel 1871, dietro il marito Angelo Meniconi ivi residente. La vedovanza di Francesco si dovrebbe protrarre per almeno sei/sette anni prima di rivederlo padre di Rosa nel 1858 nata dalle sue seconde nozze con Teresa Gangoni. ![]() Seguono nell'arco di vent'anni Maria (1859, forse morta), Giuseppe (1861, morto di pochi mesi), Adamo nato il 4 aprile 1863 e futuro capoccio, Annunziata (1865), Assunta (1867) e, dopo dieci anni, quando Francesco ha superato la cinquantina, arriva Michele che nasce il 29 settembre 1876. Il fratello Luigi, intanto, dopo aver preso in moglie il 7 febbraio 1866 Clementina Burroni del Giardino che gli dà Giuseppe l’anno stesso, si ritrova vedovo e, dopo qualche anno di attesa, si ripresenta all'altare con Maria Gambassi. Quindi nel 1876, poco prima della nascita di Michele, il quadro familiare si presenta così: capofamiglia Losi Angiolo di Andrea; Francesco di Andrea con la moglie Teresa e i figli Adamo, Assunta e Rosa; Giovanni di Andrea, “libero”; Luigi di Andrea e la moglie Maria Gambassi con Giuseppe di 10 anni e Virginia di Maria di 2; Maria Botti di 21 anni, figlia di Giovanni e di Losi Assunta dovrebbe essere una garzona. E' già oltre un secolo che i Losi abitano al Casetto e si sta avvicinando il momento del distacco che verrà ufficializzato il 20 agosto del 1881 tra Angiolo Losi e il padrone Sig. Andrea Morelli proprietario della tenuta di Campalli. Dopo l'accordo, che vede liquidati Angiolo e Luigi con una discreta somma di denaro, la famiglia lascia il podere ai Valenti e parte per una destinazione ancora sconosciuta ma che probabilmente è Tregole perché il 20 febbraio 1892 Giuseppe di Luigi Losi sposa a Castellina in Chianti ed è dato del popolo di Tregole. I termini dell'accordo sopra accennati si conoscono per aver i Losi conservato in famiglia un antico libretto colonico che iniziato dal capoccio Lorenzo il 9 giugno 1818 si chiude quel 20 agosto 1881 con la cessazione della mezzadria col Morelli. Un decennio durerà l'esilio poi nel 1890 fanno il loro rientro nella vecchia parrocchia e precisamente alle Quattro Vie. Sono ancora un gruppo abbastanza numeroso di dieci persone, manca soltanto Luigi con la sua famiglia. Anni dopo vedremo che a Vignale in casa Mori è garzona la 18enne Giulia Losi figlia di Luigi e Maria Gambassi. La presenza degli anziani Francesco, vedovo, e degli zii Angiolo e Giovanni tutti vicini ai settanta con i piccoli Rutilio e Santi di Adamo che non raggiungeranno l'età adulta, fa si che entro pochi anni la forza numerica della famiglia sarà letteralmente dimezzata. Infatti, nel 1897 è composta soltanto da quattro persone: Adamo con la moglie Maria Savoi, il figlio Guido di 10 anni e il fratello Michele di 21 anni ancora libero ma già in età da moglie e ben presto metterà su famiglia sposando la 19enne Giulia Conti il 24 gennaio 1901. ![]() Giulia Conti Giulia, nata a Vignano l'11 marzo 1882, figlia del fu Pietro e di Anna Vagheggini darà a Michele tre figli: Nella il 1 luglio 1903, Ezio il 24 giugno 1905 e Gesuina il 6 agosto 1908. Questi nuovi Losi uniti a quelli del capoccio Adamo, Angiolo (1897), Lionello (1899), Rosa (1904) e Gino, faranno lievitare nuovamente il contesto familiare che nel 1906 ritornerà ai livelli precedenti di dieci persone. Adesso la storia è memoria familiare e la vita procede serenamente per tutto il Novecento con tutte quelle vicende familiari che la natura impone come la morte di Adamo e Maria Savoi, la partenza del loro figli, i matrimoni di Nella il 21 febbraio 1924 che entra nel popolo di S. Antonio al Bosco, di Gesuina il 14 febbraio 1931 che sposa un Olmastroni, e di Ezio due mesi dopo a S. Leonino il 18 aprile 1931 con Primetta Bruni, nata il 19 settembre 1910 alle Bagnaie, figlia di Giuseppe e di Cesira Sanesi. Nel 1924 parte anche un garzone, certo Adriano Landi che viveva in famiglia. La memoria familiare ancora una volta ci informa di fatti che non troveremo mai sui registri e sono relativi a Guido, forse morto di epidemia spagnola insieme alla moglie e alla figlia Caterina; a Gino, un figlio di Adamo che morì di paura, preso da forti febbri conseguenti a uno spavento che ebbe di notte quando si vide affrontato da un brigante, mentre in realtà era un ubriacone, un certo Ghianda, in vena di scherzi che gli puntò contro una pipa come fosse una pistola, e lo minacciò; e allo stesso Adamo, morto di “polmonite di pena coperta”. Quercegrossa Poi, come abbiamo anticipato, nel 1940 il trasferimento a Quercegrossa per continuare a vivere col lavoro dei campi, ma non passeranno tre anni che il vecchio Michele abbandona questo mondo il 24 agosto 1943 a 67 anni lasciando Giulia che vivrà fino al 20 novembre 1986, quando in età 84 anni morirà nell'abitazione di Quercegrossa. Di Michele si ricordano i suoi consistenti risparmi (si parla di 100 pezzi da mille) e mirava all'acquisto delle Gallozzole, ma l'inflazione causata dalla Seconda guerra gli mangiò ogni bene e gli rimasero solo fogli di carta senza valore. Un ventennio restarono all'Arginanino, poi lasciarono alla fine del 1960 cessando il rapporto di colonia con il Bindi per l’impossibilità a continuare una professione che non offriva nient'altro che la giornaliera sussistenza, e comunque la fattoria stava smobilitando. Armando, dal canto suo, fin dal 1952 aveva iniziato a lavorare a Siena apprendista falegname e anche Dedo, prima di entrare operaio fisso al mulino Bonucci, lavorò come salariato nei campi dopo aver frequentato la scuola di agraria. Lo stesso Bonucci costruì l'edificio a fianco della chiesa di Quercegrossa che fungerà da magazzino di cereali con al primo piano l’abitazione dove nel 1960 entreranno i Losi al completo. Il resto è storia conosciuta. Il 31 giugno 1965 Armando e Annunziata Mori si sposavano nella chiesa di Quercegrossa prendendo dimora nelle case Tacconi per alcuni anni prima di riunirsi, con la figlia Silvia, alla famiglia nella nuova abitazione al Poggio. Dedo è rimasto scapolo.
LUSINI EUGENIO (1914-1916); direttore di miniere; Quercegrossa. Al momento dell’arrivo il 16 novembre 1914 Eugenio Lusini di Cesare è definito “industriale”, e alla partenza del 3 giugno 1916 è “direttore di miniere”. Prese possesso di un quartiere del Palazzaccio al tempo degli Andreucci, accompagnato da tutta la famiglia, ossia la moglie Emma Minucci, i figli Savino e Giuseppe, il fratello “impiegato” Amedeo e l’altro fratello “falegname” Torquato. Abitava il quegli anni al Palazzaccio il fattore Egidio Bucci, la cui moglie Eleonora era la loro sorella, ma, soprattutto l’arrivo dei Lusini più che dalla parentela deve essere stato determinato dal fattore che stava iniziando a muoversi nel settore dell’escavazione della lignite. La breve permanenza dei Lusini ci fa pensare che il loro compito si sia presto esaurito ed essi partirono per Siena andando ad abitare in S. Petronilla, al Palazzo dei Diavoli. Torquato di Cesare ritornò a Quercegrossa il 25 ottobre 1920 per sposare Fanni Buti la figlia di Pasquale che lo seguì a Siena nella sua abitazione del Palazzo dei Diavoli. LUSINI VIRGILIO (1937-1959); mezzadri; Petroio; da S. Polo in Rosso. Entrati a far parte del popolo di Quercegrossa nel 1937, i Lusini vi rimasero per circa un ventennio per andarsene alla fine degli anni Cinquanta. Provenienti da S. Polo in Rosso (Gaiole) andarono a occupare il podere della Fattoria di Petroio lasciato dai Guarducci. Una piccola famiglia contadina che faceva perno sul capofamiglia Virgilio di Luigi fu Pasquale e di Sara Vannoni, nato il 27 agosto 1884 a Radda, e sul figlio maggiore Nello di 23 anni. La mamma Zelinda Indiani (1885) veniva da S. Donato in Poggio e tutti i figlioli erano stati battezzati a S. Polo in Rosso. Una famiglia quindi genuinamente chiantigiana completata da Gina di 18 anni, Luigi di 13 e Maria di 9. Nel 1902 i Lusini abitavano in Radda in rione Vignale, con Pasquale del fu Luigi capoccio di 64 anni a capo di una famiglia di tredici elementi: la moglie Anna Regoli di 52, i figli Giuseppe, Giulia, Cesare e Luigi ammogliato con Sara Vannoni a loro volta genitori di Virgilio, Angelo, Angiolina, Laurina, Fortunata e Niccolò. Virgilio prese moglie nel 1907 a Radda ed è probabile che si sia staccato dalla sua famiglia per percorrere autonomamente la sua strada. Pochi gli eventi da segnalare nella loro ventennale residenza a Quercegrossa: il matrimonio di Nello con Teresa Neri a Pietrafitta di Castellina il 22 ottobre 1947; la nascita di Angiolino di Nello nel 1950, sopravvissuto solo poche ore; il matrimonio di Gina, il 17 maggio 1947 con Marino Vigni di Gardina, e quello di Maria sposa di Adriano Ruffoli il 30 agosto 1951. I Lusini lasciarono Quercegrossa e probabilmente la mezzadria verso il 1959. Vedi aggiornamento famiglia Lusini Virgilio
|