- I LIBRI SUL PALIO DI SIENA -
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Alessandro Leoncini, Carlo Nepi, Francesco Carone (a cura di) - LA FONTE DI PANTANETO - Contrada del Leocorno - Quaderni de Le fonti di Follonica II - Siena, Tip. Senese, 1997
Nel 1807 il nobile senese Venceslao Malavolti, proprietario del palazzo Malavolti di Pantaneto, incaricò l’architetto Serafino Belli di ristrutturare completamente l’antica fonte di Pantaneto, popolarmente detta “Fonte della Vecchia di Pantaneto”. Denominazione che derivava da una statua raffigurante un Tritone sulla quale era stata inserita una testa ricavata da un’altra scultura rappresentante una Vecchia.
Nella tradizione senese, la “Vecchia di Pantaneto” era l’allegoria di una prostituta metaforica e Malavolti, facendo ricostruire la fonte, ritenne opportuno farla trasferire e la statua fu collocata sotto al ponte che collega la Lizza con la Fortezza, da allora detto Ponte della Vecchia.
Nel 1866, nell’ambito di una campagna di restauro delle fonti cittadine intrapresa dall’Amministrazione Comunale, l’ingegner Girolamo Tarducci che ricevette l'incarico, trasformò la Fonte in una sorta di cannella appena un po’ elaborata e decorata, preoccupandosi soprattutto delle esigenze funzionali a scapito dell’estetica.
La Fonte è rimasta in questo stato fino al 1997, quando la Contrada del Leocorno, essendo Priore Lorenzo Bassi, ha provveduto ad una ristrutturazione che le ha donato nuovamente eleganza e prestigio, grazie agli interventi dell’architetto Carlo Nepi che ha ripristinato la presenza dell’acqua con la realizzazione di due vasche, e dell’artista Francesco Carone che ha scolpito due cannelle bronzee a forma di testa di Unicorno, in modo da connotare questo oggetto come “Fonte del Leocorno” a tutti gli effetti.
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