LAMIONI (1904 - ?); salariati; Castellare. Ancora una piccola famiglia di pigionali al Castellare nei primi anni del Novecento. Il 40enne Lorenzo Lamioni di Giovanni vi entra con la moglie Carolina Cipollini di Incognito e di Incognita, nata all'Ospedale di Siena, di anni 31, e due figli grandicelli Dante e Virginia. Partirono dopo pochi anni e soltanto il ritorno di Dante nel 1918 per sposare Cesira Masti di Angiolo del Mulino ci fa ricordare i Lamioni. LANDI BRUNO (1953-1990); commercianti; Quercegrossa; da Basciano. Nell'anno 1954, dopo un periodo di apprendistato nella bottega del Brogi che avevano rilevato fin dal 1951 facendo i pendolari dal loro podere di Encine, i Landi fissarono la loro dimora a Quercegrossa e abitarono in affitto la casa annessa alla bottega. Divennero così i nuovi bottegai di Quercegrossa e cessarono di lavorare la terra, secolare occupazione della loro famiglia. Il piccolo nucleo si componeva di sei elementi con a capo lo scapolo 50enne Silvio, meglio conosciuto come “Picciola”; il fratellastro Bruno con la moglie Elsa Barellini sposata a S. Colomba dalla quale aveva avuto due figli, Mario del 1948 e Franco del marzo 1955. Completavano la famiglia la sorella nubile Vittoria detta “Vittorina”. I Landi provenivano dal popolo di Basciano, dal podere Piazza di Encine, dove vivevano fin dal marzo 1913, cioè da quando avevano abbandonato il podere Logge del Poggiolo. Bernardo a Cellole Difficile ricostruire il passato della famiglia nell'Ottocento; l'unica notizia che abbiamo in diocesi di Siena si riferisce ad una breve permanenza al podere Poggio di Cellole in Pontignano intorno al 1854. Qui la famiglia di Bernardo Landi è composta di dieci elementi. Bernardo del fu Giuseppe e della fu Caterina Grassi è in età di 58 anni e vive con i cinque figli che gli ha dato la moglie Maria Fanetti. Sono già uomini fatti e soltanto Pietro si è sposato prendendo Maria Viligiardi ed ha due figli, Giovacchino e Gaetano. Gli altri sono fratelli, tra i 24 e i 31 anni, sono Niccolò, Luigi, Sabatino e Clementina . L'unica sorella Clementina è nubile e di 24 anni. Luigi lo ritroveremo abitare a Monteliscai con figli e nipoti verso il 1900 mentre Sabatino è l’antenato diretto. S. Polo in Rosso - Poggiolo Le Logge Lasciato Cellole i Landi si devono essere diretti nel Comune di Gaiole nel popolo di S. Polo in Rosso perché è li che a Sabatino e alla moglie M. Anna Fosi nascono i dieci figlioli documentati successivamente al Poggiolo, loro successiva tappa intorno al 1895, dove prendono residenza al podere Logge del signor Boggiano. Ma al Poggiolo tornano soltanto la vedova e i figli già adulti di Sabatino che dovrebbe essere deceduto a S. Polo. Quando giungono alle Logge i sei figli maschi e le tre femmine sono tutti da sistemare e ciò avverrà entro pochi anni con l'eccezione di Serafino che per il momento rimane celibe e dell’altra sorella Rosa già maritata verso il 1890 a Monteliscai con Emilio Brogi. I primi a sistemarsi nel 1897 furono Angiolina (Silvio Dominici di Monastero) e Pietro (Maria Bandini del Poggiolo). Dopo di loro sarà un susseguirsi di matrimoni e due anni dopo è il turno di Francesco (Maria Righi del Poggiolo) e Letizia (Adamo Landozzi di Uopini). Nel 1900, il 13 ottobre è Antonio a prender in moglie Giuseppa Manenti anch'essa del Poggiolo, poi è Angelo che sposa Chiara Fanetti il 27 aprile 1901 a Pievasciata cui segue la nascita di Gino nel 1900. Alla successiva maternità nell’agosto 1903 nasce Anna che vivrà soltanto 4 mesi per morire il 3 dicembre, due mesi prima della mamma Chiara deceduta il 4 febbraio 1904 a 24 anni. Angelo resterà vedovo. Poi Giuseppe nel 1904 che sposa Sabatina Righi, la sorella di Maria, e infine Erminia nel 1907 che sposa Primo Ghini del Poggiolo. In un decennio otto matrimoni che danno un nuova dimensione alla famiglia Landi. Infatti, le donne lasciano la casa e così farà Giuseppe che torna in casa Ghini e si trasforma in bracciante; Pia, Enrico, Ada e Dino i suoi figli. Pietro, dal canto suo, si trasferisce con la moglie al Pozzino dove resterà fino alla morte avvenuta poco prima del 1937 anno in cui il figlio Giulio, coniugato a Rosa Minucci, emigrerà a Siena con la sorella Giulia e la piccola Graziella. La Piazza - Encine di Basciano I restanti fratelli con Serafino capoccio rimangono al Poggiolo fino ai primi del 1913 per trasferirsi poi il 1 marzo di quello stesso anno al podere Piazza di Encine e a quel momento la famiglia si compone di quattordici unità, arricchita dai due figli di Antonio, Amelia e Giovanna e dai sei di Francesco e Maria Righi battezzati con i nomi di Silvio, il maggiore nato nel 1900, Guido, Margherita, Silvia, Vittoria e Vittorio (1912). Purtroppo in questo trasferimento a Basciano manca Francesco, morto all'ospedale di Siena il 14 maggio 1912 di setticemia conseguente ad una infezione sottocutanea della faccia. La vedova Maria con la sua nidiata rimane in casa Landi e i suoi figli troveranno presto il patrigno nello zio Serafino che sposerà Maria il 20 maggio del 1916. Lo sposo ha 40 anni e Maria 37 e da questa coppia l'anno successivo, il 18 giugno 1917, nasce Santi che però vivrà solo un giorno al quale fa seguito la nascita di Bruno il 16 ottobre 1918. I successivi avvenimenti di casa Landi riguardano la morte di Antonio nel 1927 all'età di 56 anni e la partenza di Angelo nel 1928 per il podere Valacchi del Poggiolo con il figlio Gino, la nuora Annita Senesi e i nipoti Aldo (1923) e Giorgina (1926) e il trasferimento di Vittoria ad Arezzo nel dicembre 1928 a servizio. Con il matrimonio di Giovanna, la figlia di Antonio, nel 1929 con Sabatino Paolini di S. Dalmazio, e la partenza della sorella Amelia, la famiglia Landi rimane ora composta soltanto dal nucleo di Serafino e quello del fu Francesco. Trascorre così un periodo di quindici anni circa senza fatti di rilievo. Margherita, come Vittoria, si allontana dalla famiglia e va a servizio. Il 2 dicembre del 1944 il vecchio Serafino a 68 anni lascia questo mondo e tre anni dopo, il 3 aprile 1947, il figlio Bruno si sposa a S. Colomba con Elsa Barellini di Rinaldo e Quirina Becatti. Poi, la successiva e importante scelta della famiglia sarà quella di rilevare la bottega di Quercegrossa che gestiranno per circa venti anni fino al 1965. Nel 1963 Picciola costruirà in Quercegrossa il palazzo di fronte alla vecchia scuola e lì i Landi, dopo un periodo di residenza a Monaciano, dove fra l'altro muore Silvio nel 1978, ritorneranno nel nostro paese. Le morti di Bruno il 23 agosto 1989 e di Elsa, con i matrimoni dei figli che si trasferiranno in Siena, segneranno la fine della presenza dei Landi a Quercegrossa. LANDI GIULIO (1901-1903); salariati; Gallozzole. Pigionale alle Gallozzole dal 3 marzo 1901, Giulio di Antonio Landi proveniva da Vagliagli dove nel 1899 aveva battezzato la figlia Isolina. Arriva alle Gallozzole accompagnato dalla moglie Assunta Angiolini e da quattro giovani figli col maggiore Cesare di 17 anni, Amedeo di 14, Guido di 11 e Cesira di 7. Salariato agricolo o minatore, rimase due anni per partire ai primi del 1903. Non risulta nessuna parentela con i Landi della Magione. LANDI SERAFINO (1831 - Residenti); mezzadri/salariati; Erede/Magione/Poderino/Castello/Casino/Viareggio/Quercegrossa; da Gaiole. La famiglia dei coloni Landi entra nel nostro popolo nel lontano 1831. Fanno la bellezza di oltre 170 anni di presenza ininterrotta che li ha visti approdare a diversi poderi della parrocchia. Erede, Magione, Poderino, Castello, Casino, Viareggio e Quercegrossa sono i luoghi che hanno accolto i diversi rami spuntati dal ceppo di Gaetano, con gli ultimi discendenti trasferiti in paese dopo l'abbandono della terra. ![]() Erede - Magione Arrivarono nel 1831 e dimorarono per circa due anni all'Erede dove è iscritto capofamiglia Gaetano e dove vi muore lo zio Giuseppe, altro figlio di Gaetano, vedovo di Teresa Ermini, in età di 65 anni il 28 marzo 1832. Agli inizi del 1833, in cerca di un podere più grande, si trasferiscono alla Magione di proprietà Andreucci per rimanervi sessanta anni, fino agli inizi del 1895, data della loro divisione. Il censimento del 1841 evidenzia una famiglia ben equilibrata, formata da nove persone più un garzone, il ventenne Luigi dell'Ospedale di Siena. Antonio è il capoccio, 50enne, vedovo con sei figli tra i 20 e 35 anni avuti dalle due mogli Maria Badii e Agata Soldani: Gaetano (nato il 15 dicembre 1805), Pasquale (1809), Angelo (1815 ca.), Giuseppe (1818), Barbera (1819) e Rosa (1821). Il ramo di Gaetano Gaetano è l’unico ammogliato e con Maria Marchetti sarà il più prolifico in casa Landi con dieci figlioli, ma la linea dei Landi di Viareggio uscirà da Angiolo. Intanto gli sono già nati Luigi (1835) e Pellegrino (1836) e saranno questi gli unici ad avere una discendenza e formare una propria autonoma famiglia. Infatti, le quattro femmine avute dalla moglie Maria ossia Agata, Violante, Emilia e Annunziata moriranno tutte in età infantile e gli altri maschi resteranno celibi ad iniziare con Adamo nato il 5 gennaio 1843 e deceduto al Castello nel 1903 a 60 anni; Santi (1849) morto il 2 ottobre 1909, celibe, a Viareggio; Antonio del 1843, invecchiato alla Magione, e per ultimo lo sfortunato Emilio morto celibe a 26 anni il 4 dicembre 1871. I due restanti figli di Gaetano, i già rammentati Luigi e Pellegrino rimedieranno anche per gli altri fratelli e insieme metteranno al mondo una ventina di figlioli, tra il 1863 e il 1890, e questa sarà una delle cause delle divisioni di una famiglia che nel 1878 conta venti persone delle quali ben tredici dei nuclei dei due fratelli. Il primo a partire fu il 40enne Pellegrino che portò nel 1880 la moglie Assunta Giannetti sposata nel 1841 e cinque figli al podere Casino di Quercegrossa dove rimasero fino al 1896 per poi trasferirsi verso Siena. Tra i suoi figli da ricordare Olivo nato il 21 marzo 1877 e padre di Giovanni a sua volta babbo di Mauro Landi ritornato a Quercegrossa dopo il suo matrimonio con Luciana Sestini. L'altro fratello Luigi, invece, lasciò la Magione nel 1893 con la moglie Agostina Pedani e, dopo un periodo di assenza, rientrò in parrocchia di Quercegrossa al Castello dal 30 gennaio 1903 al 7 marzo 1911 quando la famiglia si diresse in Comune di Castellina in Chianti al podere Ferrozzola. Il ramo di Pasquale Il secondo figlio di Antonio e Agata, Pasquale, nato nel 1809, se ne era andato dalla Magione, forse dopo il matrimonio con Carolina Naldini in epoca imprecisata, e lo ritroveremo abitare in parrocchia a Quercegrossa logaiolo di don Pratesi nel 1859, dove probabilmente vi viveva già da alcuni anni. Il ramo di Pasquale ebbe breve e sfortunata stagione perché dei cinque figli avuti l'unico nato maschio gli morì in fasce, Emilia prese marito nel 1861, Elena nel 1866 e Diomira gli morì nel 1871 a 24 anni. Anche Zelinda, l’ultima rimasta morì a 22 anni l'8 maggio 1877, ma a Pasquale fu risparmiato questo lutto perché era deceduto venti giorni prima il 16 aprile. La vedova Carolina lasciò Quercegrossa. Il ramo di Giuseppe Anche Giuseppe, il quarto figlio di Antonio, non ebbe fortuna e non lasciò eredi. Sposato con Angela di Andrea Buti l'8 luglio 1851 gli nacque Giuseppa nel 1852 e poi Ferdinando nel 1857 che perse dopo venticinque giorni. Dopo alcuni anni, in quel triste 1862, perse tutti. La moglie gli morì in età di 34 anni, Giuseppa in età di 6 anni e il secondo Ferdinando di 1 anno. Gli rimase soltanto Giulia nata nel 1858. Vent’anni dopo alla vigilia del matrimonio della medesima, Giuseppe il 12 marzo 1878 lasciò questo mondo e Giulia lasciò la Magione tre mesi dopo, sposa a 20 anni di Callisto Pavolini di Basciano. Ma in quello stesso anno per la perdita del marito rientrò alla Magione e non si conosce la sua sorte. Tra i sei figli di Antonio vi sono due femmine avute negli ultimi due parti, Rosa e Barbera La prima nata nel 1821 va sposa a Giuseppe Buti di Lornano il 22 giugno 1843 e muore il 22 dicembre 1865 a 45 anni a Casagrande di Quercegrossa; la seconda visse ancor meno mancando in età di 31 anni il 21 gennaio del 1850 di condizione nubile. Prima di parlare di Angiolo soffermiamoci un momento alla Magione che vede la lunga presenza dei Landi accompagnata, col crescere a dismisura della famiglia, da numerosi eventi anagrafici, e ai giorni di festa come matrimoni e battesimi si accompagnarono annate a dir poco funeste a causa della contemporanea scomparsa di più familiari. Per due decenni la natura fece il suo corso quasi regolare per quei tempi con qualche decesso infantili e la scomparsa delle mogli di Antonio e di Angelo: Maria Badii nel 1834 a 45 anni, e Maria Felicita Bruni nel 1850; ma entrati nel 1862 si scatenò una pestilenza che in meno di un mese portò alla tomba cinque donne tra le quali Giulia Buti di 34 anni e le giovani adolescenti Annunziata, Assunta, Emilia e Giuseppa. L'anno successivo, il 24 maggio morì anche l'anziano Antonio in età di 81 anni. In seguito, altre due annate si rivelarono dolorose per la famiglia Landi: il 1871 con tre decessi, Cesare di 10 mesi, Diomira di 22 anni ed Emilio di 26 anni, con Diomira sepolta a Vagliagli e gli altri a Basciano a causa della temporanea inagibilità del cimitero di Quercegrossa; e il 1877 con quattro defunti, compreso Pasquale e la figlia, nell’abitazione della chiesa, ai quali farà compagnia Giuseppe l'anno successivo. Angiolo al Poderino Angiolo, il figlio di Antonio, rimase alla Magione con il fratello Luigi fino ai primi del 1895 poi la lasciarono entrambi, per destini diversi. In quello di Angiolo c'era il Poderino dove si spostò con l'unico figlio Serafino, nuora e nipoti essendo la moglie morta, come abbiamo visto, da oltre un decennio e l'unica femmina avuta, Maria Assunta, gli era mancata in quel terribile 1862. Lo accompagnava il cugino Santi di Gaetano in età di 46 anni. Ora, ormai 80enne, sarebbe sopravvissuto quattro anni fino al 20 aprile 1899. Serafino di Angiolo Serafino e Carolina Masti si erano sposati il 29 gennaio 1874, lui di 27 anni, lei era di 24 e abitava al Mulino di Quercegrossa. Recavano al Poderino quattro figli in giovane età con la sola Ida (1879) grandicella di 16 anni; Adele ne aveva 9, Sabatino, 5 anni essendo nato l'11 gennaio 1890, mentre Giuseppe del 10 febbraio 1884 ne aveva 11. Vi entrarono in otto e, quando partirono sette anni dopo nel febbraio 1902 per Viareggio, Serafino conduceva con sé una famiglia ancora integra mancando soltanto l'anziano genitore e Ida andata in moglie a Emilio Bruni di Sornano il 17 febbraio 1898. Viareggio ![]() Serafino Landi, l'indimenticabile "Fino" Anche al battesimo di Elia del 1913 venne seguito da un lutto inaspettato quanto penoso per la morte improvvisa dello zio Sabatino deceduto il 25 giugno 1914 a 24 anni. Sabatino si era sposato con Ernesta Baragatti di Cedda l’anno precedente e la vedova deve essere rientrata nella propria famiglia. Trascorsi gli anni di guerra la famiglia di Giuseppe e Giulia si presentava intorno al 1920 molto ridotta di numero con solo cinque componenti dei quali tre piccoli dai sette ai dieci anni. Probabilmente, a causa di questa situazione e per far fronte al podere, nel 1921 accolsero in casa il babbo di Giulia, Giuseppe Buti, che vi entrò con la moglie Angela Boddi e i figli Luigi e Girolama. Gli anni Venti del Novecento registrarono soltanto la morte di Giuseppe Buti (1924) e bisognerà attendere il matrimonio di Angelo che nel dicembre 1933 porta in casa Ione Breschi sposata a Vico d'Elsa dopodiché la famiglia si compone di nove persone compreso l'anziano garzone Cesare Andreini che vivrà a Viareggio fino al 14 agosto 1944 per morirvi a 72 anni. Nel 1938 anche Serafino detto "Fino" prende moglie nella vicina Gaggiola e sposa a Quercegrossa il 6 ottobre 1938 Pierina Sestini e a questo matrimonio segue quello di Elia che il 5 gennaio del 1939 si sistema con Ernesto Guiggiani di Belvedere. Con la nascita di Marcello il 12 novembre 1939, battezzato a S. Leonino sette giorni dopo, inizia la nuova generazione dei Landi ma egli resterà l'unico figlio di Serafino e unico discendente del bisnonno Angiolo in quando Angiolo e Ione non avranno eredi. L'avvento del secondo conflitto mondiale vede Serafino e Angiolo richiamati alle armi con conseguente disagio nei lavori agricoli: "A Viareggio durante la guerra venivano a dare una mano i Bianciardi Giuseppe e Camillo, Adriano e Maria Socci, Severina Galassini parente di Pia. In casa erano rimasti Cesare Andreini e Luigi Buti fratello della nonna poi, ma ogni tanto si faceva vivo Geppino del Losi faceva qualche giornata e poi spariva". Con la fine delle ostilità la vita riprende solita, ma i tempi sono cambiati e cambieranno ancora tanto da costringere i Landi ad abbandonare il podere e la mezzadria alla fine del 1956 dopo la morte dl babbo Giuseppe avvenuta l'8 ottobre di quello stesso anno. Trasferitisi al Leccino Nuovo, Fino si impiega in una ditta di costruzioni e lavora per molti anni sulla Siena - Grosseto, Angiolo detto “Giangio” va a lavorare con una ditta che faceva strade e da ultimo si ricicla muratore. Costruirono il distributore API in Pescaia e Giangio cascò e rimase in coma quindici giorni, ma senza conseguenze. Il giovane Marcello, operaio meccanico, troverà lavoro alla Ignis. Nel frattempo, avuta la terra dai Mori sopra la scuola vecchia e il Cappelletti, lungo la Statale in Comune di Monteriggioni, costruiscono la nuova abitazione dove tornano nel 1961. Qui nel 1962 muore la nonna Giulia il 24 novembre all'età di 75 anni e vi prende moglie Marcello nel 1968 sposando Franca Sbardellati che gli darà Filippo (1970). Ma prima del battesimo si ebbe la prematura quanto inattesa scomparsa di Fino avvenuta il 14 novembre 1969 che lasciò un vuoto incolmabile sia in famiglia che in paese dove era uomo stimato da tutti e dove godeva di una meritata popolarità che si era guadagnato con la sua simpatia e la briosa allegria. Il fratello Angiolo gli sopravvisse a lungo per morire il 26 novembre 1993, vedovo di Ione scomparsa il 20 novembre del 1973. Piera Sestini vedova Landi è l’ultima rimasta dei vecchi di Viareggio.
Da destra: la nonna Giulia, Piera e Ione.
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