Palio di Siena

GLI STATI DELLE ANIME

In forza di una disposizione adottata durante il Concilio di Trento del 1563, tutte le parrocchie, probabilmente per evitare matrimoni tra consanguinei, furono tenute ad istituire e ad aggiornare alcuni libri, detti parrocchiali, dove venivano segnati i battesimi, le cresime, i matrimoni, nonchè i decessi che avvenivano nel territorio della loro cura.
Successivamente a questi registri, si affiancarono gli "Stati delle Anime", che costituirono un vero e proprio censimento delle famiglie della comunità, stilato dal pievano in occasione della benedizione pasquale delle case.
Qui erano riportate le generalità del capofamiglia, della moglie, dei figli, dei fratelli e di chiunque abitasse nella casa, con specificata l'età (anche se spesso approssimativa), l'occupazione e i relativi gradi di parentela.
Facendo riferimento a questi documenti ecclesiastici, spesso difficili da decifrare, vuoi per il linguaggio del testo talvolta in latino, vuoi per lo stato della carta sovente deteriorata, abbiamo cercato di ricostruire, seppur faticosamente, la storia di quasi 500 anni della famiglia Papei. E il lavoro sarebbe stato ancora più completo se non fossero andati perduti tanti manoscritti.
Da quello che ci è stato possibile ricavare, abbiamo constatato che i Papei "toscani" provenivano da Massa Marittima e da Belforte e che già alla fine del 1700 si erano ormai tutti stabiliti nelle vicinanze di Siena.


Massa Marittima nella seconda metà del Seicento


Infatti oltre al ramo principale, che viveva intorno a Barontoli, se ne trova un altro che trasferitosi da Torri, nel 1798 abitava a Sant'Andrea a Montecchio, poi nella prima decade dell'800 alle Ville di Corsano, successivamente a S.Carlo (gruppo di case vicino alla colonna di S.Marco) e infine, come abbiamo appreso dagli Stati delle Anime della Curia Vescovile di Colle val d'Elsa, nella Montagnola Senese.
Questo ramo secondario, che aveva come stipite Gaetano, si estinse fra gli anni '20 e '30 del Novecento, con la morte di Angelo che non prese mai moglie.
Agostino, avo di noi tutti Papei, si trasferì invece a Bruccianello (o Poggiarello), in un podere del cav. Antonio Palmieri, come risulta dai libri che fino a poco tempo fa erano custoditi nella parrocchia di S.Bartolomeo a Pilli e grazie ai quali è stato possibile risalire alla composizione della famiglia durante il XIX secolo.
Dove è stato necessario, per favorire la lettura degli Stati delle Anime, abbiamo corretto gli anni dei censiti: in realtà, o per errore del parroco o più verosimilmente perchè neppure gli interessati sapevano con precisione la loro data di nascita, a volte l'età era sbagliata.
L'approssimazione poteva essere anche di diversi anni e curiosamente quasi sempre in più, tanto da far pensare che i Papei di allora portassero veramente male la loro età! Il primo Stato delle Anime dove appare la famiglia Papei fu compilato il 22 novembre 1672 da Santi Bigelli, curato di Torri.
Ricordiamoci però che novembre era un mese inusuale per effettuare i censimenti, che, come abbiamo poc'anzi accennato, si redigevano durante il periodo pasquale. In questo caso tuttavia, ne venne prescritto uno straordinario dal Granduca Cosimo III, al fine di conoscere a quanto ammontava la popolazione che governava e come questa era distribuita.
Senza considerare le lacune e gli inevitabili errori commessi dai parroci, si constata che agli inizi del 1673 ufficialmente la Diocesi di Siena contava 36.684 anime, di cui 18450 uomini e 18234 donne. Per quanto concerneva Torri gli abitanti uomini erano 109, mentre le donne 121.
Fra questi, escludendo la moglie di Bartolomeo, nata Landi, c'erano almeno tre Papei che abitavano, a pigione, nel podere detto "Porta":


Bartolomeo del fu Santi Papei Pigionale del Sig Nerucci anni ____ 36
Maddalena del fu Domenico Landi sua consorte________________ 37
Margherita sua figliola________________________________________ 7
Orsola sua figliola____________________________________________ 3

Sempre sul finire del 1672, nello Stato delle Anime del Comune di Sovicille, località "il Castello", abbiamo trovato che "in altra casa de'Signori Tegliacci, in altro appartamento" alloggiavano:

Agostino Testi 47
Margarita Papei moglie 40
Laura figlia che stà in Siena per serva 17
Domenico figlio 12
Gio Batta figlio 10
Giuseppe figlio 8

Sfogliando i nostri appunti, ci accorgiamo che Margherita è la stessa che nel 1654 si era sposata a Torri in prime nozze con Mattio Frullani: dal loro matrimonio nacque Laura.
Queste descrizioni delle "anime" della città e del contado di Siena si svolsero fra il novembre 1672 e il gennaio 1673 e poi riepilogate dai curati in numerose "carte sciolte" che il sig. Luigi Bichi, con pazienza certosina, è riuscito a riordinare e catalogare.
Così ci è stato possibile verificare che un solo Papei abitava a Siena: Pavolo, fratello di quel Domenico che ebbe dei seri guai con la giustizia e che fu condannato all'umiliante pena dell'esilio: questa potrebbe essere la ragione per la quale Domenico non appare in quegli anni fra gli abitanti di Siena. Ben diverso invece il motivo dell'assenza di Agostino dai registri della popolazione, perchè pare abitasse ancora a Belforte.
Tornando a Paolo (o Pavolo), abbiamo avuto la conferma che non ebbe figli e che abitava nel territorio che oggi trovasi nella contrada della Selva e precisamente, in affitto, nella 182° casa "del Landini fabbro".

- PARROCCHIA DI S.GIOVANNI BATTISTA A SIENA -

Peccato che i pievani non avessero la buona abitudine di conservare gli Stati delle Anime, infatti per trovarne un altro dove ricomparissero i Papei, abbiamo dovuto aspettare un secolo.
Si tratta di quello compilato dal parroco di Torri nel 1767.

Un successivo del 1806 di Barontoli, a differenza di altri, si limitava a specificare il nome del capofamiglia: Antonio e il numero degli abitanti della sua casa: sette, senza aggiungere nessun'altra informazione.
Da notare che questo Antonio è lo stesso citato nel precedente Stato delle Anime di Torri, quando era appena infante.
Un po’ più dettagliato è quello del 1813, quando Antonio, Agostino e Pietro si trasferirono nel territorio di S.Bartolomeo a Pilli.


Nuove famiglie venute a abitare in questo
popolo nell'anno 1813. al N°27 al Podere di Lisa abita
Antonio Papei libero ___ ___ ___ 45 (48)
Agostino Papei cugino libero ___ 42 (29)
Pietro Papei fratello libero _____ 23 (19)

Le cifre fra parentesi si riferiscono all'età dei censiti, variabile addirittura da 3 anni in più, a 13 in meno di quella reale; ma particolare attenzione merita pure il podere dove abitavano questi tre Papei, perchè, secondo quanto è contenuto nel III volume della "Storia delle Parrocchie Foranee", scritto nel 1888 dal pievano Giuseppe Merlotti (e ristampato nel 1995), qui spesso vi soggiornava S.Caterina da Siena. Infatti, riguardo alla cura di S.Salvatore a Pilli, oggi soppressa, si legge:

"Tra le altre cose degne di storica menzione che ritrovansi nel perimetro parrocchiale di questa precitata chiesa, è osservabile un piccolo fabbricato con annesso terreno, che sta alla sinistra della Regia via Grossetana prima di salire il poggio detto di S.Rocco.
Questo locale dimostra di essere un fabbricato di una certa notevole antichità, ove nella facciata vedesi un'immagine di S.Caterina. Questo luogo certamente appartenne a Giacomo Benincasa, padre di S.Caterina da Siena, di cui entronne a possesso siccome parte in dote nell'atto di unirsi in matrimonio con Donna Elisabetta figlia di Puccio di Piagente. Quivi S.Caterina riferisce il Gigli, si trasferì più volte per ristorarsi delle sue indisposizioni; ed il Beato Caffarini asserisce che "portandosi talora alla chiesa parrocchiale ch'era la Canonica a Pilli, vi ricevette particolari grazie dal Signore".
Questo locale due anni appresso, dopo la morte della prelodata santa, cioè il 30 ottobre 1382, da Sano di Marco, come procuratore della predetta Elisabetta, o Lisa, madre di S.Caterina, fu venduto a Pietro di Vannuccio per il prezzo di Cento fiorini d'oro, e quaranta di denaro senese, siccome apparisce del libro delle denunzie dei Contratti di quell'anno. E nullastante che questa possessione da quei fino ai nostri tempi sia passata in diversi proprietarii, in ossequio alla gran Donna che un dì vi dimorò, conserva tuttora il distintivo di Podere di Lisa".



Agostino Papei, anni 57

Carolina Casini, moglie anni 50

Giovanni, figlio anni 22

Giuseppe, figlio anni 20

Antonio, figlio anni 17

Maria, figlia anni 13

Bernardino, figlio anni 10


Nello Stato delle Anime di quell'anno ritroviamo alle Casaccie, podere Parigini, un'altra famiglia Papei, composta da Antonio, "operante agricolo, che campava di elemosine unitamente a sua figlia" Maria Luigia.



Anno 1857

Agostino Papei, anni 73
Carolina Casini, moglie anni 67

Giovanni Papei anni 38
Angiola Angiolini, moglie anni 36
Raffaello, figlio anni 11
Cesare, figlio anni 10
Mario, figlio anni 5
Massimiliano, figlio anni 3
Luigi, figlio infante

Giuseppe Papei anni 36
Maria Marzucchi, moglie anni 31
Giulia, figlia anni 4
Giulio, figlio infante

Antonio Papei anni 33, celibe
Bernardino Papei anni 26, celibe


Parallelamente, in questa prima metà del XIX secolo, si trovano altri gruppi di Papei che vivevano nella Montagnola Senese, nei dintorni di Molli.

- MOLLI 1823 -

Così si evolse nel giro di circa quattro lustri questo ramo, che stava al Podere alla Chiusa dei Tolomei in località Macereto di Cerbaja vicino Molli, prima che si estinguesse fra la seconda e la terza decade del Novecento.

- MOLLI 1840 -


Dagli atti di un processo celebrato agli inizi del 1835 è stato possibile risalire pure al profilo di Beniamino:
"uomo di alta statura, complessione robusta, capelli, barba, sopracigli e occhi neri, naso giusto, bocca e mento parimente giusto, vestito con calzoni, ghette e pastrano ad un bavero color verdone di mezzolana, con corpetto di velluto a righe gialle e nere, scarpe di vacchetta bianca, e con cappello di feltro nero".
Come abbiamo poc'anzi accennato, Beniamino, che ricordiamo nacque il 18 agosto 1797 a Sant'Andrea a Montecchio, si trovò imputato di delazione di arma, ossia di essere andato a caccia, privo di un regolare porto d'armi.

Begnamino del fu Giuseppe Papei, ammogliato con quattro figli, nato in queste Masse, ed attualmente dimorante al Podere detto Macereto a Cerbaja podesteria di Sovicille, contadino, perchè nella mattina del 2 dicembre prossimo perduto 1834, sebbene privo della debita licenza per portare le armi, si facesse lecito recarsi munito d'archibuso alla caccia al cignale che si eseguiva in luogo detto il Fosso del Rigotaglio podesteria di Sovicille, esplodendo la propria arma contro uno di detti animali, senza peraltro colpirlo..."


(ASS, Cancelleria Criminale - filza X - n.4)


Per aiutare il lettore a orientarsi in questo complicato intreccio di parentele, si può ritenere che Beniamino (o Begnamino come curiosamente viene trascritto), nativo di S.Andrea a Montecchio e poi trasferitosi a Molli già dal 1820, fosse cugino di primo grado dell'Agostino ricordato precedentemente.
Un anno più tardi, lo stesso Beniamino è presente nei registri delle imposte di Sovicille (Archivio di Stato di Siena, libro 304), comune di cui Molli faceva parte.

REPARTO DELLA TASSA DI FAMIGLIA
DELLA COMUNITA' DI SOVICILLE
PER L'ANNO 1841

COGNOME E NOME DEI CONTRIBUENTI
QUALITA' PROFESSIONE E DIMORA
IMPORTARE DELLA TASSA
Papei Begnamino
colono a Macereto
lire 6.3.4

Nel 1877, fra le carte della cura della pieve romanica di Molli, si trova che Angelo, rimasto orfano del padre Giuseppe il 19 agosto 1874, fu costretto a sostenere la madre, tre sorelle (di cui una di appena 5 anni) e una zia.

- MOLLI 1877 -


PODERE MACERETO DI CERBAJA

Angelo Papei, anni 20 del fu Giuseppe e Carolina Frati
Carolina Frati, anni 42 di Giuseppe e Alessandra Fanti
Maria Papei, anni 22 del fu Giuseppe e Carolina Frati
Giulia Papei, anni 15 del fu Giuseppe e Carolina Frati
Luisa Papei, anni 34 del fu Giuseppe e Carolina Frati


Morte le due sorelle maggiori (Maria il 23 agosto e Giulia il 5 settembre 1878) e dopo che Luisa e Regina ebbero preso marito, Angelo e sua madre Carolina, rimasti soli, nel 1903 si trasferirono a pigione nella casa del Parroco di Tonni, piccolo borgo alle spalle della Montagnola, a circa un miglio dalle cave di Montarrenti. Là Angelo, che faceva il barrocciaio e che non si sposò mai, visse con la madre fino a quando questa non lo lasciò il 9 marzo 1918.

Pievania di Tonni